L’Europa mette un freno al settore dell’anarchia crypto

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Cryptovalute, il regolatore bancario europeo vuole vederci chiaro. EBA promette indagini per prevenire effetto contagio da mondo crypto a finanza tradizionale.

Scattano le indagini. O meglio, si cercherà di ricostruire certi legami tra il settore bancario e tutto il settore finanziario al di fuori del regolamentatissimo comparto delle banche. E questo, secondo quanto è stato riportato da Financial Times, riguarderà anche i legami delle banche con il mondo delle criptovalute.

Legami che in realtà in Europa sono assai flebili e che anche in termini di volumi non dovrebbero costituire grande fonte di preoccupazione. A parlare è EBA, tramite il direttore José Manuel Campa, che teme effetti a catena che possano partire dal settore dei fondi hedge (e anche delle crypto) per finire poi nella finanza più “ufficiale” e regolamentata.

Non è la prima volta che EBA si esprime con toni preoccupati su questo tipo di relazioni – e che prende di mira anche i legami con le società del mondo crypto. Società che però – aggiungiamo noi – controllano volumi assai modesti almeno rispetto a quelli della finanza classica.

Criptovalute e banche: legami sotto inchiesta

Si tratterà di indagini conoscitive, anche al fine di valutare possibili effetti contagio tra i due mondi, nonostante la crisi del 2021 per Bitcoin e crypto abbiano mostrato in modo chiaro che tali legami non sono poi così importanti.

Dovremmo fare di più e faremo di più.

Questo il laconico messaggio che Campa ha affidato a Financial Times, per indagini conoscitive che riguarderanno principalmente il settore dello shadown banking, che oggi controlla su scala globale circa la metà degli asset.

Un settore in forte espansione – anche in Cina, per dirne uno – e che proprio nella Repubblica Popolare è stato al centro di preoccupanti potenziali effetti contagio.

Le indagini di Campa e di EBA vogliono però vederci chiaro anche in termini di legami con il mondo delle crypto, per quanto non siano state né quantificate le preoccupazioni, né tanto meno giustificati i motivi di tale interesse.

Più informazioni, ma a che pro?

Sarà una fase di raccolta delle informazioni, dice Campa, in vista anche di importanti riforme per la gestione del capitale in Europa, contro le quali si stanno almeno in parte scagliando le banche, che le ritengono eccessivamente restrittive.

Campa però è di avviso diverso e farà valere la sua reputazione di falco e di persona al di sopra degli interessi del settore bancario. Interessi che però, almeno con le crypto, sembrano incrociarsi molto raramente.

Tutto questo mentre il 2024 sarà l’anno di entrata in vigore del MiCA, che almeno in Europa proverà a mettere le redini all’anarchia crypto, così come amano definirla politici e regolatori tra Bruxelles e Francoforte.

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