Chi ha inventato veramente la stampa?

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Quando si parla di questo argomento, la prima persona che viene in mente a tutti è il tedesco Johannes Gutenberg, l’orafo e poi tipografo tedesco al quale fu commissionata nel 1453 la stampa di 180 copie della bibbia.

La sua invenzione dei caratteri mobili, cioè utilizzare delle unità mobili per duplicare un testo su carta, fu una genialata, per il XV secolo. Questo procedimento, che permetteva una pubblicazione delle opere più veloce e in grande quantità, diede un  enorme impulso alla divulgazione e alla circolazione dei libri.

Ma è stato veramente lui il primo ad inventarla?

In realtà…no! O perlomeno, sarà stato anche il primo in Europa, ma se ci rivolgiamo verso oriente, per i caratteri mobili possiamo tornare indietro fino all’XI secolo.

Infatti intorno al 1045, durante la dinastia Song, l’inventore cinese Bi Sheng creò dei caratteri incisi nella porcellana, che però li rendeva molto fragili e quindi facilmente danneggiabili. Per questo motivo non erano molto adatti ad una stampa su larga scala.

Il suo sistema fu però migliorato a più riprese: prima intorno al 1300 ad opera di Wang Zhen, un ufficiale di corte che creò dei caratteri mobili incisi nel legno, ma che, come quelle create dal suo predecessore, non potevano essere riutilizzate a lungo, e più tardi, intorno al 1490, dal tipografo Hua Sui, che riuscì a creare dei caratteri utilizzando il bronzo.

Illustrazione di un'antica macchina tipografica europea in legno
Illustrazione di un’antica macchina tipografica europea in legno

Ma se parliamo di caratteri in metallo, allora per le prime stampe possiamo tornare ancora più indietro, fino alla Corea del 1234, dove il politico Choe Yun-ui pubblicò una cinquantina di copie di un libro che descriveva le tipologie di uniformi che i militari e i civili dovevano indossare durante le cerimonie.

Tutto questo quindi molto prima delle pubblicazioni di Gutenberg. Non a caso c’è chi pensa che in Europa la stampa sia arrivata proprio dall’oriente verso la fine del XIV secolo, ma non c’è ancora nulla di certo. Invece, la maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che la tecnica di Gutenberg fu quella che si diffuse maggiormente nel mondo.

Ma prima ancora?

In realtà, potremmo tornare ancora più indietro e fare un tuffo tra gli antichi Sumeri, se vogliamo. Infatti già questa remota civiltà della Mesopotamia, che si sviluppò tra il IV e il III secolo A.C. riuscì a creare delle stampe rudimentali utilizzando dei sigilli cilindrici fatti di pietre dure o ossa, e di cui si servivano per stampare sull’argilla dei simboli amministrativi o religiosi. Tanti esemplari di questi cilindri e delle rispettive stampe si possono ancora oggi osservare al museo del Louvre di Parigi.

E sull’Italia si può dire qualcosa?

Ovviamente riguardo al nostro paese dobbiamo tornare molto più avanti nel tempo, infatti dopo Gutenberg le stamperie si diffusero rapidamente in tutte le principali città europee, ma soprattutto in Italia che fu una delle nazioni che spinsero maggiormente la diffusione dei libri. La prima opera pubblicata nel nostro paese fu un libro di grammatica latina per giovani, stampata nel 1465 in un monastero di Subiaco, nel Lazio.

Inoltre non possiamo non ricordare Gianbattista Bodoni, il tipografo piemontese che intorno al 1790 creò a Parma il carattere tipografico che porta il suo nome: il font Bodoni, appunto.

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