
A Wall Street la guerra tocca il fondo. La finanza Usa e l’industria delle armi. Il “complesso militar-industriale” degli Stati Uniti, così definito nel 1961 durante il celebre discorso d’addio del presidente Dwight D. Eisenhower, ha accolto in maniera entusiastica la decisione della Camera Usa di approvare il pacchetto di aiuti esteri (Ucraina, Israele, Taiwan) da 95 miliardi di dollari.
Il disegno di legge include, tra le varie misure, quasi 14 miliardi di dollari per aiutare l’Ucraina ad acquistare sistemi d’arma avanzati ed equipaggiamenti di difesa, 13,4 miliardi di dollari per ricostituire le scorte di difesa statunitensi, 7,3 miliardi di dollari per le attuali operazioni militari statunitensi nella regione e 13,7 miliardi di dollari per l’acquisto di sistemi di difesa statunitensi per l’Ucraina.
Come nota il giornalista investigativo Lee Fang, Christopher Calio, presidente di RTX, ha fatto notare durante l’incontro con gli investitori che dei 60 miliardi di dollari previsti dalla legislazione per l’Ucraina, due terzi saranno indirizzati a “prodotti RTX”. James Taiclet, amministratore delegato di Lockheed Martin, ha dichiarato agli investitori che il bilancio supplementare e quello della difesa “forniranno una solida base per la crescita futura della nostra azienda nei prossimi anni”.
Lo stesso tipo di entusiasmo lo ha manifestato Chris Kubasik, amministratore delegato di L3Harris. “Sono state cinque settimane fantastiche per l’industria della difesa”, ha dichiarato Kubasik alla Cnbc.”Abbiamo 900 miliardi di dollari, che cinque settimane fa non c’erano”, ha osservato, riferendosi al bilancio della difesa e al pacchetto di spesa supplementare.
Quali sono i fondi che posseggono le grandi aziende della Difesa
Ma ad esultare sono soprattutto i grandi fondi americani, che detengono una buona parte delle azioni delle più grandi aziende della Difesa degli Stati Uniti e di quel “complesso-militar industriale” citato poc’anzi. State Street, ad esempio, è il maggiore investitore in Lockheed Martin con azioni per un valore di oltre 16 miliardi di dollari. Lockheed Martin, com’è noto, è uno dei maggiori appaltatori del governo degli Stati Uniti e il suo principale cliente è il Dipartimento della Difesa, al quale fornisce sistemi d’arma, aerei e supporto logistico.
Tra i suoi prodotti figurano il caccia F-35 Lightning II, gli elicotteri Sikorsky e il sistema Aegis. Oltre a State Street, i principali azionisti della società sono Marillyn Hewson, Daniel Akerson, Scott Greene, Vanguard Group Inc. e BlackRock. Quest’ultimo – uno dei più grandi fondi americani – possiede 17,2 milioni di azioni di Lockheed Martin, pari al 6,2% del totale. Capital Group detiene almeno 13 miliardi di dollari in azione di RTX, azienda del settore aerospaziale e della Difesa, che fornisce sistemi e servizi per clienti commerciali, militari e governativi negli Stati Uniti e a livello internazionale, e che opera attraverso tre segmenti, Collins Aerospace, Pratt & Whitney e Raytheon. Come nel caso di Lockheed Martin, oltre a Capital Group, tra i maggiori azionisti figurano Vanguard Group Inc, State Street Corp, BlackRock Inc, Morgan Stanley, VTSMX – Vanguard Total Stock Market Index Fund Investor Shares, Dodge & Cox, Vanguard e molti altri.
Non solo. BlackRock ha recentemente rivelato di detenere la proprietà di 17.403.276 azioni di L3Harris, il che rappresenta il 9,2% delle azioni complessive dell’azienda. Le più grandi aziende del settore sono nelle mani di questi fondi, sempre più influenti e potenti. E il cui interesse primario è solo uno: il profitto, sopra ogni cosa.
Il paradosso etico
Nonostante questi fondi affermino di sostenere la Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite e, le linee guida dell’Ocse e, in generale, i diritti umani, con State Street che sostiene che le sue politiche sono “pensate per prevenire l’uso illegale dei nostri prodotti e servizi, compresi quelli che potrebbero comportare violazioni dei diritti umani” come nota Responsible Satecraft, aziende come RTX e Lockheed Martin sono direttamente impegnate nel sostenere la campagna israeliana a Gaza. “RTX – osserva il ricercatore del Quincy Institute Nick Cleveland-Stout – fornisce all’esercito israeliano missili e bombe a grappolo e produce motori per gli aerei da combattimento F-15 e F-16 che sono stati utilizzati per bombardare Gaza.
Lockheed Martin fornisce a Israele missili Hellfire e aerei da combattimento F-16 e F-35 usati per bombardare la Striscia”. Visti anche gli utili in crescita di queste società, nessun investitore si è azzardato a chiedere delle potenziali violazioni dei diritti umani o su come queste armi vengano utilizzate.
Questo nonostante le violazioni acclarate da vari organismi internazionali. Eisenhower diceva nel 1961 che “nei consigli di governo dobbiamo evitare che il complesso militare-industriale acquisisca un’influenza ingiustificata”: un monito quantomai attuale.
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