Inizia l’era del turismo spaziale con SpaceShipTwo

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Virgin Galactic ha raggiunto lo Spazio in un volo suborbitale. Dopo anni di tentativi e un incidente mortale, la compagnia privata di Richard Branson è riuscita a spedire la sua SpaceShipTwo a 82,7 km di quota: l’era del turismo spaziale privato è alle porte.

Giovedì 13 dicembre, per la prima volta nella storia dell’aviazione, una navicella spaziale con equipaggio progettata per portare privati in volo suborbitale ha raggiunto lo Spazio.

La SpaceShipTwo (o VSS Unity) di Virgin Galactic ha toccato gli 82,7 km di quota nel più alto e più veloce volo dei quattro compiuti da aprile 2018: non solo è la prima volta che lo spazioplano della compagnia di Richard Branson raggiunge il cosmo, ma è anche il primo veicolo spaziale privato con equipaggio ad abbandonare la Terra, e la prima navicella statunitense “pilotata” a volare dopo la fine dell’era dello Shuttle.

La Terra dai finestrini della SpaceShipTwo, nello Spazio.|Virgin Galactic
La Terra dai finestrini della SpaceShipTwo, nello Spazio.|Virgin Galactic

Due tappe. La SpaceShipTwo non è lanciata direttamente da un razzo, ma viene portata a 13 km di quota da una navetta madre, prima di essere sganciata e di azionare un motore a razzo ibrido. Nell’ultimo test questa seconda forma di propulsione è durata per un minuto e ha portato i due piloti – Mark “Forger” Stucky e Frederick “CJ” Sturckow (il secondo è un astronauta della NASA) – alla velocità di Mach 3, cioè 3.581 km/h e in una traiettoria suborbitale, cioè inferiore a quella necessaria per entrare in orbita terrestre.

Sei a casa. Raggiunta la quota massima, il comando di missione ha trasmesso il messaggio di benvenuto “Unity, welcome to Space”. I piloti hanno sperimentato un momento prolungato di assenza di peso, prima di rientrare a Terra.

Un record dietro l’altro. A bordo c’erano anche quattro esperimenti scientifici e tecnologici della NASA, uno dei quali – COLLIDE – misura come si muovono le polveri dopo una collisione in microgravità. Il volo è stato quindi anche il primo a generare degli utili, perché in parte sponsorizzato dal carico “pagante” dell’agenzia spaziale USA. Ora Branson proseguirà con il piano di test previsto, azionando i motori della Unity più a lungo per raggiungere velocità e quote maggiori.

Nello Spazio oppure no? C’è da scommettere che gli invidiosi obietteranno che la navicella non ha realmente raggiunto lo Spazio, sul confine del quale vige una disputa che è soprattutto giuridica. Se per l’Aeronautica militare USA inizia a 80 km (un limite suffragato anche da recenti studi), convenzionalmente si fa cominciare a 100 km di quota. Ma c’è anche chi dice che il limite dovrebbe trovarsi ancora più su, a 150 km dalla superficie terrestre, l’altezza dove è possibile completare un’orbita terrestre senza propulsione.

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