Aumento gas serra e fallimento della lotta al climate change

Vinci tutto supernealotto e giochi Sisal

Aumento gas serra e fallimento della lotta al climate change
Aumento gas serra e fallimento della lotta al climate change
Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM

Così i nuovi giacimenti di oil&gas fanno fallire la lotta al climate change. Rapporto Global Energy Monitor: l’industria del settore aumenta la produzione nonostante l’impegno globale ad abbandonare i combustibili fossili

Allontanarsi dai combustibili fossili in modo ordinato ed equo»: è il sofferto accordo raggiunto dalla Conferenza Onu sul clima di Dubai, la Cop28 di fine del 2023.

Non è tuttavia quello che accade, anzi. Secondo i dati diffusi il 28 marzo dal Global Energy Monitor, «lo scorso anno i produttori di petrolio e gas hanno scoperto e dato luce verde allo sfruttamento dell’equivalente di tutte le riserve di greggio accertate in Europa» ed entro la fine del decennio i valori saranno «quadruplicati».

Nuovi giacimenti

Mentre gli investimenti in eolico e solare accelerano, ma faticano a tenere il passo necessario per la transizione verde; mentre in Europa la spinta del Green Deal cede sotto le resistenze delle lobby; la produzione di combustibili fossili avanza, nonostante «il consenso scientifico sul fatto che lo sviluppo di nuovi giacimenti sia incompatibile con l’obiettivo di frenare l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi» a fine secolo, scrive Scott Zimmerman, autore del report di Global Energy Monitor.

Secondo i dati del rapporto, almeno venti giacimenti di petrolio e gas hanno raggiunto lo stadio finale di autorizzazione nel 2023, sancendo l’estrazione di otto miliardi di barili di petrolio equivalente (Boe). Entro la fine del decennio, si dovrebbe raggiungere quota 31,2 miliardi di Boe, in 64 nuovi giacimenti.

La crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina ha consegnato nuovi argomenti al settore oil&gas. Cina e India continuano a spingere addirittura sul carbone, la più sporca delle fonti fossili, per soddisfare la loro fame di energia.

Iea: basta pozzi

Una piattaforma petrolifera in Messico
Una piattaforma petrolifera in Messico

Già nel 2021, l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha avvisato che non c’è spazio per nuovi giacimenti di petrolio e gas negli scenari di transizione ecologica coerenti con il tetto di 1,5 gradi, oltre il quale gli effetti del cambiamento climatico accelerano e diventano sempre più catastrofici (anche dal punto di vista economico) e sempre meno reversibili.

E secondo l’International Institute for Sustainable Development (Iisd), «molteplici modelli climatici ed energetici mostrano che lo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e gas è incompatibile» con la lotta al riscaldamento globale.

Secondo il percorso di azzeramento delle emissioni nette di gas serra, messo a punto dalla Iea (aggiornato a settembre 2023), il consumo di petrolio e gas scende rispettivamente del 23% e del 18% entro il 2030 e di oltre il 75% nel 2050, rispetto ai livelli del 2022.

Negli ultimi due anni, sottolinea il Global Energy Monitor, sono invece stati annunciati 50 nuovi progetti oil&gas e per 45 è stata presa la decisione finale sfruttamento.

Le aziende coinvolte prevedono che alcuni giacimenti saranno operativi entro un anno o due, ma storicamente, spiega il report, servono in media undici anni per passare dalla scoperta alla produzione.

Se questo trend sarà confermato, molti dei progetti annunciati non entreranno in produzione prima del 2030, mettendo una serie ipoteca sull’obiettivo di ridurre la dipendenza del sistema energetico globale dai combustibili fossili, i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra.

Sud America e Africa sono al centro delle recenti attività di esplorazione, mentre quattro Paesi che fino a poco fa avevano una produzione scarsa o nulla, Cipro, Guyana, Namibia e Zimbabwe, ora rappresentano oltre un terzo dei volumi che i produttori sperano di sfruttare.

Gas serra e temperature record

Le cinque maggiori compagnie del settore – Shell, BP, Chevron, ExxonMobil e TotalEnergies – hanno accumulato profitti per oltre 261 miliardi di euro in due anni, secondo un rapporto di Global Witness.

Intanto, le emissioni di gas serra del settore energetico, anziché scendere, non fanno che aumentare (+1,1% nel 2023 secondo la Iea) e si assottiglia sempre più il carbon budget, vale a dire la quantità di anidride carbonica che si può immettere in atmosfera prima che il global warming infranga il tetto di 1,5 gradi.

E se lo scorso anno è passato agli archivi come il più caldo della storia, il 2024 si candida a batterlo: febbraio 2024 è stato il nono mese consecutivo a superare ogni record per temperature medie di periodo, che negli ultimi 12 mesi sono state di oltre 1,5 gradi più alte rispetto all’era pre-industriale, come rileva l’Osservatorio Ue sul clima, Copernicus.

Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM

Ricerca in Scienza @ Magia

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Inviami gli Articoli in Email:

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.