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Un Tribunale Argentino riconosce alla scimpanzé Cecilia i diritti dell’Uomo

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Un Tribunale Argentino riconosce alla scimpanzé Cecilia i diritti dell'Uomo
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Un tribunale di Mendoza applica il principio dell’habeas corpus al primate di 19 anni che dopo una lunga battaglia legale è stata trasferita a Sorocaba, dove vivrà con altri 50 scimpanzé.

Cecilia, una scimpanzé di 19 anni dello zoo di Mendoza in Argentina, ha vinto la causa contro la sua detenzione in gabbia e ora vive libera in una grande riserva in Brasile. La sentenza risale a qualche mese fa ma soltanto in questi giorni Cecilia è stata definitivamente liberata e trasferita a Sorocaba, nello Stato di San Paolo, dove potrà vivere libera insieme ad altri cinquanta scimpanzè.

Una giudice argentina aveva accettato di applicare in suo favore un habeas corpus, principio giuridico fondamentale che nel diritto anglosassone tutela l’inviolabilità della persona, ora concesso anche a un primate differente dall’essere umano. In questo modo viene stabilito che anche Cecilia è un soggetto di diritto e non un oggetto.

La causa per Cecilia era stata aperta da una Ong locale perché la scimpanzé, dopo la morte di due suoi compagni, viveva da sola nella gabbia dello zoo, “depressa dalla solitudine, in pochi metri di spazio”. Una sentenza accolta come “storica” dalle associazioni animaliste che sottolineano come “anche i primati non umani hanno diritto a leggi specifiche che li proteggano dalla commercializzazione e dagli affari dei giardini zoologici riconoscendo i loro diritti di base”.

Cecilia ora è libera. "Sono esseri senzienti": tribunale argentino riconosce a scimpanzé diritti dell'uomo

Nella sentenza il giudice, Maria Alejandra Mauricio, aveva spiegato che “non è possibile negare che questi grandi primati, come gli scimpanzé, sono esseri senzienti, e per questo soggetti a diritti non umani. Come quello fondamentale a nascere, vivere, crescere e morire nell’ambiente proprio alla loro specie. Non sono oggetti da esposizione come accade negli Zoo neanche fossero opere artistiche create dall’uomo”.

Tre anni fa, Pedro Pozas Terrados, direttore spagnolo del “progetto Gran Simio” visitò il giardino zoologico di Mendoza e lanciò una campagna sui giornali argentini a favore di Cecilia e del suo diritto a essere liberata dalla gabbia nella quale era anche rimasta sola. “Gran Simio” è un progetto internazionale che difende i diritti fondamentali di tutti i grandi primati antropomorfi, come sono gorilla, scimpanzé, e orangotango, tra cui ci sono il diritto alla vita e la libertà individuale.

Da quella campagna partì la causa legale nella quale adesso è stato riconosciuto un habeas corpus non umano. Non è la prima volta che un tribunale detta sentenze di questo tipo – ci sono stati altri casi negli Stati Uniti – ma la vicenda di Cecilia ha commosso tutti in Argentina perché lei è l’ultima sopravvissuta di un gruppo di scimpanzé che sono morti negli ultimi anni nello Zoo di Mendoza, una struttura considerata tra le peggiori del Paese e oggi in ristrutturazione.

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