Guerra tra spie con malware su app per smartphone

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RedDawn: il cyber-spionaggio prende di mira i dispositivi mobili. Il gruppo Sun Team avrebbe messo in piedi una rete di spionaggio ai danni di un gruppo di disertori della Corea del Nord utilizzando app Android “modificate”.

Si chiama Sun Team ed è un gruppo di cyber-spioni che avrebbe realizzato (e diffuso) tre diverse app Android contenenti un trojan. Secondo i ricercatori di McAfee le applicazioni sono state inserite su Google Play con il preciso obiettivo di colpire i telefoni di alcuni disertori della Corea del Nord.

Come spiega Raj Samani, a capo della sezione di ricerca della società di sicurezza, le app in questione (una si spacciava per un’applicazione in grado di fornire informazioni sul valore nutrizionale degli alimenti, le altre facevano riferimento al settore della sicurezza) avevano funzioni limitate per evitare che venissero classificate come malevole, ma sufficienti per mettere in campo un sistema di sorveglianza e scaricare sugli smartphone infetti ulteriori moduli in grado di sottrarre informazioni dal dispositivo.

Non solo: le app erano programmate per utilizzare Facebook come vettore di infezione. I programmi, infratti, usavano la lista di contatti delle vittime per inviare una notifica in cui si invitava a scaricare e installare le app malevole.

Le tre app, una volta individuate, sono state rimosse dallo store ufficiale di Google. Secondo i ricercatori, però, questo potrebbe non essere sufficiente per fermare la campagna.
Le tre app, una volta individuate, sono state rimosse dallo store ufficiale di Google. Secondo i ricercatori, però, questo potrebbe non essere sufficiente per fermare la campagna.

Un sistema che avrebbe permesso ai cyber-spioni di raggiungere tutta la cerchia di amicizie dei loro obiettivi, ma che ha richiesto non pochi sforzi. Secondo Samani, infatti, il gruppo Sun Team avrebbe creato numerosi profili falsi rubando l’identità digitale di cittadini sud coreani.

La campagna, battezzata RedDawnsecondo i ricercatori sarebbe però solo iniziata. I responsabili, secondo McAfee, sarebbero i servizi segreti nord coreani. Molti indizi (alcuni vocaboli particolari e gli indirizzi IP rintracciati durante le investigazioni) confermerebbero l’attribuzione.

Come sempre, però, il dato è da prendere con le pinze. In passato abbiamo visto casi in cui l’attribuzione di un attacco si è dimostrata essere troppo frettolosa e il rischio che gli indizi siano solo delle “false flag” per sviare le indagini esiste sempre.

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