Il debito globale colpisce sempre di più i paesi emergenti

Vinci tutto supernealotto e giochi Sisal

Il debito globale colpisce sempre di più i paesi emergenti
Il debito globale colpisce sempre di più i paesi emergenti
Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM

Debito globale, nuovo record a 313 trilioni. Perché torna a far paura. Il rapporto Iif segnala un valore record di 313 trilioni di dollari. Cala leggermente il livello rispetto al Pil e gli emittenti riescono (per ora) a rifinanziarsi, ma i Paesi emergenti viaggiano sul filo del rasoio fra l’incognita banche centrali e le tensioni geopolitiche.

Il debito mondiale non si ferma più. Chi pensava che gli eccessi necessari per affrontare l’emergenza Covid potessero rappresentare soltanto una parentesi, dolorosa e inevitabile, si era forse illuso.

Governi, banche, imprese e famiglie hanno infatti ripreso a indebitarsi anche dopo la pandemia, con una velocità addirittura mai vista in precedenza: nel corso del 2023 hanno messo insieme 15mila miliardi di dollari in più di debiti rispetto a dodici mesi prima, contribuendo in questo modo a far lievitare la montagna globale fino alla quota record di 313mila miliardi.

DEBITO GLOBALE A 313 MILA MILIARDI
DEBITO GLOBALE A 313 MILA MILIARDI

E se ancora non è scattato l’allarme rosso è perché il livello, pur preoccupante, ha continuato a diminuire per il terzo anno consecutivo rispetto al Pil, attestandosi alla fine dello scorso anno a un sempre ragguardevole 330% che si colloca tuttavia oltre due punti percentuali al di sotto di quanto la lancetta segnava a fine 2022.

Una crescita (quasi) omogenea

Difficile identificare un responsabile preciso per quella che minaccia di trasformarsi in una vera e propria deriva, perché secondo i dati raccolti nel Global Debt Monitor pubblicato dall’ Institute of International Finance (Iif) l’aumento dello scorso anno è quasi equamente diviso fra i Paesi avanzati (guidati principalmente da Stati Uniti, Francia e Germania) e le economie emergenti (con accumuli soprattutto in Cina, India e Brasile).

L’avanzata del debito emergente

Soltanto in rapporto al Pil si possono scorgere differenze significative fra i mercati maturi, dove la dinamica dei rapporti di indebitamento è risultata in discesa in tutti i settori e soprattutto nei Paesi europei, e gli emergenti che al contrario sono in ulteriore accelerazione con la sola eccezione del comparto finanziario.

In questo caso si è infatti approdati a un nuovo massimo del 225% per effetto degli aumenti registrati in India, Argentina, Cina, Russia, Malesia e Sudafrica che hanno più che compensato i cali superiori al 10% rilevati invece in Cile, Colombia, Turchia e Polonia. Iif tende in ogni caso a far notare come nel 2023 la spinta alla moderazione sia stata significativamente meno incisiva rispetto a quella del biennio precedente anche su scala globale «a causa del rallentamento della crescita economica e della riduzione del tasso di inflazione».

IL DEBITO GLOBALE PER SETTORI
IL DEBITO GLOBALE PER SETTORI

L’ottimismo sui mercati

Inevitabili a questo punto i dubbi e le discussioni in merito alla sostenibilità nel lungo termine di un simile fenomeno, che partono però dalla constatazione favorevole che, almeno per il momento, l’economia globale si sta dimostrando «resistente alla volatilità dei costi di finanziamento, nonostante una crescita ancora inferiore al potenziale e l’aumento della spesa per interessi».

Qui il merito va per la verità assegnato ai dati economici pubblicati negli ultimi mesi, che hanno superato le aspettative in tutti i principali Paesi e migliorato l’atteggiamento degli investitori tanto da favorire una significativa ripresa dell’attività di finanziamento all’inizio del 2024.

Debito globale, nuovo record a 313 trilioni.«Particolarmente degno di nota – si sottolinea a questo proposito nel Global Debt Monitor – l’aumento delle emissioni di Eurobond sovrani da parte dei mercati emergenti, compresi i Paesi a basso reddito che negli ultimi anni avevano sofferto in misura notevole per il limitato accesso ai mercati internazionali del debito».

L’incertezza sulle banche centrali

Restano in ogni caso rischi e vulnerabilità che gli analisti identificano guardando in particolare verso due precise direzioni. La prima punta dritto verso le banche centrali: «L’incertezza sulla traiettoria dei tassi e del dollaro – avverte Iif – potrebbe aumentare ulteriormente la volatilità del mercato e indurre condizioni di finanziamento più rigide per i Paesi che dipendono in misura relativamente elevata dai prestiti esteri».

L’eventuale ripresa delle pressioni inflazionistiche rischia inoltre accelerare il processo di riduzione dei bilanci delle stesse banche centrali «con un impatto negativo sulle prospettive dei mercati globali del debito attraverso un aumento dei costi di finanziamento».

L’incognita geopolitica

L’altra grande incognita è rappresentata dalla variabile geopolitica, che sta rapidamente emergendo come autentico rischio strutturale del mercato. «I deficit di bilancio dei governi sono ancora ben al di sopra dei livelli pre-pandemici e un’accelerazione dei conflitti regionali potrebbe innescare una brusca impennata della spesa per la difesa», si segnala ancora nel rapporto, per poi aggiungere che «il crescente protezionismo commerciale e i conflitti geopolitici potrebbero esacerbare ulteriormente i vincoli della catena di approvvigionamento, determinando un aumento della spesa pubblica per mitigare le implicazioni negative di una maggiore frammentazione del commercio e dei flussi di capitale» Una potenziale trappola forse non ancora pronta a scattare, ma da tenere sicuramente d’occhio.

Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM

Ricerca in Scienza @ Magia

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Inviami gli Articoli in Email:

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.