Gli Shardana, il temibile popolo guerriero

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Durante l’età del bronzo, circa 1600 anni prima di Cristo, una moltitudine di popoli imperversò nelle acque del mar mediterraneo, e tra questi i più feroci e temuti furono gli Shardana. Ma chi erano questi antichi navigatori del mare? E qual è la loro origine?

Oriente o Occidente?

Gli Shardana (o Sherdana) hanno una provenienza incerta: c’è chi ipotizza che provenissero dalla Siria o dall’Anatolia (l’antica Turchia) e c’è chi invece pensa che corrispondano agli antichi sardi dell’età nuragica, o che si sovrapponessero ad essi, dando il nome all’isola, ma forse non lo sapremo mai con certezza.

Sicuramente facevano parte di quei gruppi di navigatori che solcavano il Mediterraneo in lungo e in largo, in cerca di insediamenti in cui creare nuove colonie o di comunità con cui intrattenere rapporti commerciali o con cui scontrarsi per poterli depredare.

Raggiunsero infatti la loro massima espansione durante l’età del Bronzo Recente (tra il 1300 ed il 900 a.C.), quando la loro influenza si allargò non solo all’Asia minore e alla Sardegna, ma anche alla Corsica e alle isole Baleari, e a vaste zone costiere dell’Africa settentrionale, della Spagna, dell’Italia centrale, della Sicilia e della Puglia.

Tutti i territori occupati diventavano poi basi da cui intraprendere nuove spedizioni di conquista. Era una popolazione che basava la propria economia sull’agricoltura e sull’allevamento, ma il loro punto di forza fu la navigazione e la lavorazione del bronzo: sono infatti famosi i loro “bronzetti nuragici” raffiguranti guerrieri e navi.

Mamma mia arrivano gli Shardana

I primi a citarli furono gli antichi egizi, nelle tavolette di Amarna, datate 1350 a.C. circa, in cui erano definiti pirati, e chiamati col nome Sherdana. Infatti l’Egitto subì varie ondate di attacchi e incursioni, culminate negli scontri avvenuti durante il regno del faraone Ramses II, intorno al 1278 a.C. nelle zone del delta del Nilo.

Il maggior terrore agli occhi degli egiziani era costituito dalle grosse navi da guerra a disposizione degli Shardana, che avevano massicci mezzi capaci di solcare le acque marine, mentre le imbarcazioni egizie erano di tipo fluviale, adatte cioè alle acque basse e tranquille del Nilo, non certo alle onde alte del Mediterraneo.

Questo era un motivo per cui riuscivano a vincere facilmente le battaglie navali. Inoltre erano militari finemente addestrati, pronti a scendere in campo armati di tutto punto: grossi elmi cornuti, grandi scudi rotondi e lunghe spade, forti della loro tecnica di lavorazione del rame e di altre leghe metalliche, che dava maggiore potenza alla loro natura di razziatori.

Ma in una di queste incursioni però, Ramses II fu capace di non farsi cogliere impreparato, riuscì a sconfiggerli, e addirittura a catturarne qualche centinaio, e avendone colto la loro audacia e forza in battaglia, decise di arruolarli nella guardia reale. I guerrieri Shardana divennero quindi anche dei mercenari, e per molto tempo non solo rimasero le guardie personali dei faraoni, ma furono impiegati anche in guerra.

Tra quelle a cui parteciparono, è interessante ricordare la battaglia di Qadesh, una delle più importanti dell’era antica, combattuta tra gli egiziani e l’impero ittita sulle sponde del fiume Oronte in Siria, nel 1274 a.C., in cui il contingente di 520 Shardana si distinse per essere l’unica fanteria pesante presente nell’esercito.

È giusto sottolineare che le fonti egiziane parlano di vittoria egiziana, mentre le fonti ittite parlano di vittoria ittita, quindi in realtà chi ebbe la meglio non si sa (probabilmente nessuna delle due parti), tanto che fu siglato un trattato di pace tra le due nazioni, il primo a noi conosciuto, per porre fine alla serie di guerre che da lungo tempo si protraevano tra i due popoli.

Ma poi, che fine hanno fatto?

Fonti storiche rivelano che probabilmente un grosso tsunami o comunque diverse inondazioni travolsero gran parte della Sardegna, distruggendo così il loro territorio e i loro villaggi, che li costrinse ad abbandonare l’isola e i suoi insediamenti.

Le comunità che si erano insediate in altri luoghi, o come mercenari in Egitto, si pensa che col tempo si mescolarono con le società con cui erano entrati in contatto, integrandosi nella loro cultura e perdendo pian piano la propria identità di popolo.

Ma tante domande restano ancora senza risposte, su questa gloriosa stirpe che ha solcato il Mediterraneo, e di cui, forse, non sapremo mai la vera origine. Nel frattempo, il dibattito resta aperto.

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