I primogeniti sono più intelligenti degli altri? Forse si..

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Ti senti meno brillante di tuo fratello maggiore? Hai ragione (ma non è colpa tua!): a confermarlo è una ricerca che, analizzando 250 mila QI, ha scoperto che la causa è educativa, non biologica.

I primogeniti hanno, nella media, un QI di 2,3 punti più alto rispetto al secondogenito. Il QI è un “misuratore dell’intelligenza” introdotto all’inizio del ‘900 ed è stato molto utilizzato in passato: oggi viene ritenuto un sistema di valutazione troppo limitato.

I primogeniti, nella media, sono più intelligenti. Un ricercatore dell’Università di Oslo dimostra che questa non è un’opinione, ma un fatto appurato. Peter Kristensen, questo il nome del ricercatore (tra l’altro, secondogenito), ha analizzato i test di intelligenza condotti su un campione di 250 mila maschi tra i 18 e i 20 anni e ha verificato che il valore dei QI diminuiscono con il diminuire dell’ordine di nascita: secondo quella ricerca, i primogeniti hanno in media un grado di intelligenza di 2,3 punti maggiore rispetto ai fratelli più giovani.

LA COLPA È DEI GENITORI I figli minori sono dunque meno dotati? Il punto non è questo: Kristensen sostiene che non è l’ordine di nascita a fare la differenza, bensì l’ordine educativo scelto dai genitori, che privilegiano i figli nati prima, dedicando loro un investimento maggiore di tempo, cure e attenzioni.

I dati analizzati lo dimostrano: i figli nati per secondi ma cresciuti come primogeniti, per esempio perché il fratello maggiore era morto da piccolo, risultano avere quoziente intellettivo più alto. Lo stesso accade nel caso di terzogeniti con entrambi i fratelli maggiori deceduti, e in questo caso il loro QI medio risulta addirittura più alto di quello di un primogenito.

A fare la differenza è, quindi, l’essere “educati da primogeniti”. Il divario educativo si accentua nel caso di famiglie numerose, dove la differenza di QI tra il primo e l’ultimo figlio è di ben 2,9 punti.

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