
Un giovane di oggi è più simpatico, estroverso e sicuro di sé rispetto ai suoi genitori. Ma una nuvola grigia incombe sul futuro della nostra intelligenza. I test di psicologia mostrano infatti il miglioramento negli anni di alcuni tratti della personalità. Avvertono però che si è fermata la crescita di quel quoziente intellettivo che aveva trascorso tutto il ‘900 arrampicandosi verso livelli sempre più alti. Il cosiddetto “effetto Flynn”, documentato a partire dagli anni ‘80, ha regalato ai paesi sviluppati 30 punti di quoziente di intelligenza in più tra l’inizio e la fine del XX secolo. Ma nel nuovo millennio l’andamento sembra essersi fermato o addirittura invertito, con l’eccezione dei paesi asiatici.
Studiare come cambia la personalità di una popolazione nei decenni non è semplice, e i sondaggi sull’evoluzione del nostro carattere sono di conseguenza molto rari. La rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze ha pubblicato un’analisi su mezzo milione di giovani arruolati per la leva in Finlandia tra 1980 e 1994. I ragazzi venivano sottoposti dopo due settimane di naia a una batteria di test per misurare sia l’intelligenza che otto diversi tratti della personalità. I dati degli anni più recenti purtroppo sono ancora segreti, perché i risultati dei sondaggi erano usati per selezionare gli ufficiali. Ma anche così, scrivono i ricercatori di tre università finlandesi, «si nota chiaramente un aumento di quei tratti della personalità che sono legati alla capacità di ottenere stipendi più alti nelle fasi successive della vita». Le dichiarazioni dei redditi degli ex soldati sono state analizzate una quindicina di anni più tardi, quando i giovani avevano 30-34 anni. L’aumento degli stipendi nel corso del tempo ha dimostrato di andare di pari passo con il miglioramento di alcuni tratti del carattere.

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