I primi pancioni della fecondazione eterologa in Italia

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A Roma tre donne aspettano un figlio grazie alla donazione di gameti. L’evento segue di pochi mesi la sentenza che ha giudicato incostituzionale il divieto in vigore dal 2004. A pochi mesi dalla sentenza della Consulta, che giudicava incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa in Italia, tre donne a Roma hanno ottenuto una gravidanza grazie alla donazione dei gameti. L’annuncio è stato dato da Filomena Gallo, avvocato dell’Associazione Luca Coscioni, che si è battuta per anni per garantire alle coppie italiane di poter ricorrere a questa tecnica, vietata dalla legge sulla procreazione medicalmente assistita del 2004. Un quarto caso è stato annunciato a Milano dal ginecologo Severino Antinori, ma i controlli dei Nas non lo hanno confermato.

SI PUÒ FARE? L’annuncio romano è stato seguito da polemiche. Il ministro della salute Beatrice Lorenzin sottolinea che non è ancora possibile effettuare fecondazioni eterologhe nel nostro Paese, perché mancano le indicazioni sulle le procedure da seguire (in particolare per selezionare i donatori, garantire il loro anonimato e permettere la rintracciabilità dei gameti), atte a garantire la sicurezza degli aspiranti genitori e dei figli così concepiti. Al Ministero ci stanno lavorando, e un decreto potrebbe arrivare entro un paio di mesi. Filomena Gallo sottolinea invece che nelle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale, depositate il mese scorso, è precisato che non esiste alcun vuoto normativo, sebbene su certi aspetti specifici sia «possibile un aggiornamento delle linee guida […] entro un limite ragionevolmente ridotto».

ASPIRANTI MAMME TROPPO ANZIANE. Intanto, il 9 luglio 2016 al Ministero della Salute è stata presentata la relazione annuale sull’attuazione della procreazione medicalmente assistita in Italia. I dati, relativi al 2012, mostrano che le coppie che si sono sottoposte a un trattamento sono state 72.534, in leggero calo rispetto alle 73.570 del 2011, mentre è lievemente salita la percentuale di successo (15.670 gravidanze ottenute, contro 15.467). Resta invece elevata l’età delle donne che si sottopongono ai trattamenti (36 anni e mezzo), ed è questo un dato che preoccupa, perché con il passare degli anni si riducono le probabilità di successo.

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