Il Centro nazionale sangue ha organizzato da tempo una bacheca informatica sulla quale ogni Regione segna quotidianamente il numero di sacche per ogni gruppo sanguigno ha bisogno, così se qualcuno ha delle eccedenze può dare una mano a chi è in difficoltà. In questi giorni i trasferimenti sono praticamente bloccati, visto che la crisi riguarda tutti. Ieri, ad esempio, il Lazio ha chiesto ben 1.500 sacche di sangue, la Basilicata 270, le Marche 160, la Puglia 285, l’Umbria 80, la Liguria 100, la Toscana 150, la Campania 100 e l’Abruzzo 200. In particolare mancano i gruppi 0 positivo e negativo ma non solo. I dati sono in costante cambiamento, visto che ogni giorno la bacheca viene aggiornata 2 o 3 volte, quindi oggi le cose potrebbero essere già un po’ diverse. Anche le Regioni che non hanno fatto richieste comunque possono essere in crisi, ma magari non lo segnalano perché sanno che comunque nessuno sarebbe in grado di aiutarle in questo momento.
Con le difficoltà, si cercano soluzioni. Intanto si fanno appelli e si tengono aperti i centri trasfusionali degli ospedali e delle associazioni anche nel week end. Alcune associazioni coinvolgono anche i militari e in Toscana si è fissato un appuntamento con la scuola dei carabinieri di Firenze. “Sta andando un po’ meglio in questo weekend grazia agli appelli del volontariato e delle regioni ma non siamo ancora fuori dall’emergenza iniziata all’inizio della settimana, con ben 9 regioni che non erano più autosufficienti – dice Giancarlo Liumbruno, responsabile del Centro nazioanle sangue – Per non trovarci in queste emergenze dobbiamo lavorare programmando al meglio con il volontariato. Come dimostrano questi giorni, se ci sono difficoltà e vengono lanciati appelli poi le persone poi vengono a donare. Ma non bisogna mai abbassare la guardia, è necessario promuovere un’attività di raccolta costante che non finisca in crisi, visto che la disponibilità di sangue e il plasma sono livelli essenziali di assistenza che mandano avanti gli ospedali”.
La carenza di sangue ha effetti immediati sugli interventi chirurgici. Visto che una scorta deve sempre essere tenuta da parte per le emergenze, certe operazioni che possono essere rimandate vengono fatte saltare dagli ospedali. Nei giorni passati è successo varie volte in molte strutture del nostro Paese. Il consiglio del Centro nazionale sangue è quello di rivolgersi alle associazioni, come Avis, Fratres, Fidas, Croce Rossa, oppure ai centri trasfusionali pubblici degli ospedali.
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