“Chi? Io? Come? Quando? Ora mi devi delle scuse!” Come i perversi girano la frittata

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Quando non esistono prove evidenti, obiettive e chiare degli attacchi psicopatici alla nostra identità è difficile esternare cosa proviamo. I sentimenti si trasformano in una accozzaglia di dolore insopportabile.

Un dolore che proviamo a spiegare dettagliatamente nei forum, agli amici oppure ai psicoterapeuti, a volte senza successo.

Alcune delle principali strategie di raggiro usate dai narcisisti perversi includono farli apparire addolorati, preoccupati su cosa pensiamo di loro e della fine maldestra del “rapporto”. Sono strategie molto efficaci perché consentono l’inversione dei poli in questa sottospecie di relazione: gli esseri maligni e abusanti, i carnefici della storia diventiamo noi mentre le persone sensibili e comprensive passano, automaticamente, a essere loro.

Il combattimento per averla vinta a tutti costi sui nostri dubbi rispetto alla loro vera natura non sarà mai evidente. Cercheranno fino alla fine di portarci nel “limbo amico” per farci restare “con una buona impressione” della loro persona, di modo che possano tornare quando meglio conviene. Sedurre un vecchio partner pur di avere l’ennesimo paio di“occhi innamorati e desideranti” puntati addosso è la caratteristica prevalente del loro modo di essere e di porsi nel mondo.

Le strategie del narcisista perverso

Se la chiusura è netta e totale, cioè, quando i narcisisti perversi capiscono di averla “combinata grossa” e di aver portato sull’orlo del suicidio, dell’alcolismo o della depressione gli altri, non sono stupidi da tornare indietro per molestarli nuovamente pretendendo la loro “amicizia”. Perché? Perché il lavoro sporco è compiuto a regola d’arte. Sono soddisfatti per essere riusciti a trionfare annientando l’ennesimo essere umano. Hanno dimostrato di essere i più furbi e i più forti e non hanno bisogno di ulteriori conferme sul loro potere, sulla capacità di uccidere psichicamente quando vogliono con l’arma del disamore, dell’indifferenza, dell’orrore, con le fughe e i ritorni, le svalutazioni, i tradimenti, le umiliazioni, ecc.

È difficile riconoscere certe strategie come un bisogno innato nei perversi di tenere in ostaggio emotivamente il maggior numero di persone possibili. Cospargono di nebbia un rapporto potenzialmente sano per esercitare il controllo in ogni circostanza. E così, mentre l’altro annaspa nella confusione totale cercando di capirli, sprecando tempo ed energia vitale per la comprensione di un rapporto che esiste unicamente nella sua testa, i perversi continuano indisturbati a vivere le loro vite parallele poiché l’altro, in realtà, non ha mai fatto parte del suo mondo interno.

L’elemento essenziale alla prosecuzione dei “rapporti” duraturi nel tempo con un narcisista perverso è proprio questa sua vita parallela. Quando non hanno una doppia vita da giocarsi loro la reclamano quotidianamente attraverso i maltrattamenti psicologici e fisici ai loro partners ufficiali. Diventano ansiosi, irascibili, rabbiosi e non hanno alcun freno nel manifestare la loro insoddisfazione totale.

Una doppia, tripla vita, ha il potere di “calmarli” poiché è la conferma della loro capacità di controllare il maggior numero di vite possibili e di farne uso e abuso quando e come vogliono.

Nell’articolo “Principali strategie di raggiro utilizzate dai perversi narcisisti” e “Mento, dunque sono” avevo accennato ad alcune tattiche utilizzate dagli psicopatici per creare la nebbia nei rapporti e lanciarci dentro.

Strategie usate dai narcisisti perversi per ammaliarci e immobilizzarci

NEGAZIONE – LA VECCHIA TATTICA DEL “CHI? IO?”

Il narcisista perverso si rifiuta di ammettere di aver prodotto un danno quando tutte le evidenze dimostrano l’esatto contrario. È un modo per eludere sulle sue pessime intenzioni e di mettere sotto il tappeto la sua indole perversa. Con la tattica del “Chi?… Io?” il perverso gioca a fare l’innocente. Il suo obiettivo è costringere chi lo accusa a sentirsi ingiustificato sempre che affronta il suo comportamento inadeguato. Nega per preservare la sua “verginità” e per continuare ad avere ragione anche dopo avervi ferito a morte.

Si tratta di un tipo di negazione diversa dalla messa in atto quando una persona perde l’essere amato e non riesce ad accettare la dura realtà della perdita. In questo caso parliamo di difesa contro l’ansia, contro un danno insopportabile generato dai sensi di colpa. Nel caso del narcisista perverso la negazione perentoria delle evidenze è una manovra per far sì che:

Non si capisca fino a che punto è arrivato, cioè, molto oltre a ciò che sappiamo già. Es. Avete scoperto che la vostra lei ha una storia parallela con un collega quando è andata a letto diverse volte anche con il vostro miglior amico. Se confessa di avervi tradito col collega rischia di scoperchiare l’intera pentola poiché il vostro miglior amico, essendo il vostro confidente fraterno, verrebbe a scoprire di non essere l’unico del giro facendo crollare il suo intero castello di menzogne.
Gli si conceda il beneficio del dubbio, costringendovi a minimizzare quanto avete scoperto per rettificare ciò che pensate di lui e continuare sulla barca;
Regni la confusione e prevalgano i vostri sensi di colpa anziché i fatti: avete scoperto la punta dell’iceberg delle sue scorrettezze, gli avete concesso il beneficio del dubbio, ora i vostri sensi di colpa lavoreranno per lui: finirete per ammettere di averlo accusato ingiustamente, chiederete scusa, è la resa, la capitolazione.

2. MANCANZA DI ATTENZIONE SELETTIVA

Questa tattica è simile e a volte viene confusa con la negazione. I perversi la usano per fingersi sordi oppure smemorati. È una tattica usata per darvi l’impressione che gli avvertimenti, le suppliche e i desideri che esprimete non valgono nulla. Se apparentemente si rifiutano di fare attenzione a tutto ciò che li distragga dall’inseguimento del loro unico obiettivo: salvarsi la faccia e farvi desistere della conversazione, in realtà vi stanno ascoltando per capire i buchi nel vostro discorso. Sanno perfettamente cosa volete da loro quando mettono in atto questo comportamento infantile, vi ascoltano con le orecchie ben aperte cercando dentro il cervello parole ancora più confondenti per farvi tornare sui vostri passi.

Con i gesti, però, vi dicono: “Non vi voglio sentire, state sparando un mucchio di parole senza senso”. È un depistaggio per portarvi allo sfinimento e farvi saltare i nervi.

3. RAZIONALIZZAZIONE

Una razionalizzazione è la scusa che il narcisista perverso trova per giustificare un comportamento intollerabile. Si tratta di una tattica molto efficace, soprattutto quando la spiegazione o giustificativa del perverso ha senso nella mente di una persona ragionevole.

È una tattica molto potente perché non solo è usata per vincere qualsiasi resistenza interna che il perverso possa avere rispetto a ciò che abbia fatto – giacché stronca di netto l’analisi approfondita sulle sue azioni più esecrabili – ma anche lo libera dalla vostra pressione. Se il perverso riesce a convincervi che le sue azioni hanno una ragione logica e giustificabile allora è più libero per inseguire i suoi obiettivi senza alcun tipo d’interferenza a posteriori. Esempio classico:“Eri incinta, non facevamo l’amore da un sacco di tempo… avevo paura di fare del male al nostro bambino… quindi… siccome non volevo tradirti con un’altra donna ho cominciato a frequentare le trans. Mettiti nei miei panni, non volevo tradirti. Anzi, non ti ho mai tradita, se ci pensi quelle non sono donne…” Vi sembra folle? Un partner complementare ci cascherebbe in pieno, una vittima se ne andrebbe a gambe levate.

4. DEVIAZIONE

È difficile colpire un bersaglio mobile. Quando cerchiamo di trattenere l’attenzione di un narcisista perverso su qualche azione o comportamento che non ci piace gli viene naturale cercare di cambiare argomento per guidarci verso un’altra strada. L’argomento principale si disperde, diventa secondario. I manipolatori usano diverse tecniche per deviare la nostra attenzione dal problema, di modo a mantenere il centro della nostra attenzione su piccoli e insignificanti particolari, molto lontani dal loro comportamento scorretto. Ci allontanano dalla strada principale per far passare liberamente i loro fini egoistici. Es:

“Come hai potuto fare una simile proposta al mio miglior amico?”
“Non so di cosa parli!”
“Lui mi ha raccontato tutto, cosa credevi? È come un fratello per me.”
“Sì, come no. Hai sempre parlato malissimo di lui!”
“Che c’entra?”
“In ogni caso si è inventato tutto. Ti detesta, esattamente come te a lui. Mi sta usando per ferirti. Lo vuoi capire o no?”
“Mi ha fatto vedere i tuoi sms…sei una bugiarda.”
“Sapevo perfettamente che ti avrebbe raccontato. L’ho fatto apposta. Hai visto come ti odia? È invidioso e questa è la prova provata!”

5. INTIMIDAZIONE DISSIMULATA

Creando uno stato di tensione, seminando l’ansia e l’apprensione e svalutando in continuazione il partner, i narcisisti perversi sono i re e le regine delle minacce sottili, velate e implicite. Es:

“Mi toccherà andare a mangiare da un’altra parte, se le cose continuano così…”
“Perché?”
“Lo sai che non mi piace come condisci l’insalata!”
“Scusami, la prossima volta non la condisco.”
“Non è questo il punto.”
“E quale sarebbe?”
“Lasciamo stare, non mi va di discutere davanti al piccolo.”

6. COME INFONDONO I SENSI DI COLPA

I narcisisti perversi sanno che le persone comuni hanno una coscienza molto diversa dalla loro e sfruttano questo fatto a loro vantaggio. Sanno come utilizzare questa caratteristica per farle dubitare di loro stesse, come renderle ansiose e quindi sottomesse. Più sensibili siete, più sensi di colpa i perversi vi getteranno addosso.

Tutto ciò che devono fare per bloccarvi nel rapporto è togliere fuori dal cappello alcune menzogne che per magia diventeranno verità assolute. Diranno per esempio che non vi dedicate abbastanza al rapporto, che siete troppo egoiste, che non viaggiate mai insieme, ecc. Funziona sempre: starete malissimo e vi dedicherete sempre di più pur di dimostrarli l’esatto contrario, trascurando il vostro lavoro, le vostre amicizie, i vostri hobby. Fate caso che il contrario non accade mai, ciò, non riuscirete mai a sensibilizzare un narcisista perverso cercando di farlo “stare male” per avervi trascurati o feriti.

7. COME CERCANO DI FARVI VERGOGNARE

Si tratta dell’utilizzo del sarcasmo incrociato a osservazioni offensive con l’intento di aumentare la vostra paura e la vostra insicurezza. Usano questa tecnica per farvi sentire inadeguati e indegni, per farvi orbitare intorno a loro come degli allievi dagli occhi bassi interrogati da maestri di vita. È un modo efficace per far germogliare dentro di voi un senso permanente di insufficienza personale. Il loro dominio deve essere indiscusso nel rapporto, soprattutto a livello intellettivo. Es.:

“È inutile provare a spiegarti questa cosa, non la capiresti, non hai la mia formazione… è una cosa tecnica.”
“Mi piacerebbe comprenderla, però…”
“Non te la prendere, cara. È roba noiosa. Cosa hai fatto di bello ieri?”

8. MINIMIZZAZIONE

Si tratta del tentativo di infilare un elefante dentro la tana di un topo

Questa tattica è un mix tra negazione e razionalizzazione.

Con questa manovra il perverso cerca di dimostrare che il suo comportamento abusivo non è poi così terribile o irresponsabile come qualcuno potrebbe obiettare, togliendo l’importanza al fatto. Si tratta del tentativo di infilare un elefante dentro la tana di un topo.

Prendiamo un fatto di cronaca recente, quello di Valentino T., un uomo sieropositivo di 31 anni che viveva ad Acilia, nei pressi di Roma, accusato di aver contagiato in dieci anni un numero incalcolabile di donne (e anche uomini, mariti e fidanzati delle vittime inconsapevoli) con il virus HIV. Valentino T., ora è in carcere con l’accusa di lesioni corporali gravissime e insanabili, ma ha rilasciato alcune interviste nelle quali minimizza l’accaduto perché “era innamorato” delle sue vittime, anche se ben consapevole di trasmetterle il virus HIV pretendendo rapporti non protetti. Più di 40 donne si sono sottoposte al test: allo stato attuale 29 sono risultate positive.

Andiamo alle stupefacenti dichiarazioni rese agli inquirenti e divulgate dai giornali:

«Non volevo fare del male è stata una leggerezza»
«Ho vissuto con la maggior parte di queste donne, eravamo innamorati, facevamo colazione in cucina al mattino: perché avrei dovuto fargli del male?»
«Le ragazze ci stavano, qualcuna mi rispondeva sì al primo invito. Non ho mai forzato nessuna, a loro andava di farlo così»
«È stata solo superficialità da parte mia, non credevo di infettare queste persone.»
«L’amore si fa in due.»
«Io un playboy? Ho avuto una decina di fidanzate. La malattia non si è mai manifestata con i sintomi, quindi, credevo di non poter contagiare nessuno.»

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