Asteroide pericoloso per la Terra, maxi-accordo Nasa-Esa per studiare come deviarlo. L’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e la Nasa uniscono le forze per la difesa planetaria, grazie al contratto da 129,4 milioni di euro per la collaborazione alla missione Hera in programma nel 2024, il cui obiettivo è verificare la possibilità di deviare un asteroide potenzialmente pericoloso per la Terra. L’Italia è fra i sette Paesi partner della missione, accanto a Belgio, Lussemburgo, Portogallo Repubblica Ceca, Romania e Spagna. Il nostro Paese contribuisce con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con l’idea della missione, nata dal matematico e astronomo Andrea Milani, uno dei maggiori esperti internazionali di asteroidi, morto nel 2018.
«Missione fondamentale, vogliamo vedere se ci riusciamo»
Quello su Hera è un accordo «estremamente significativo perché è il coronamento dell’idea di Andrea Milani, proposta molti anni fa», ha detto all’ANSA Franco Ongaro, direttore della Tecnologia, ingegneria e qualità dell’Esa e responsabile del centro per la scienza e la tecnologia dell’Esa (Estec). Il contratto è stato firmato oggi in Germania da Ongaro con Marco Fuchs, amministratore delegato dell’azienda tedesca Ohb, primo contraente del consorzio Hera. Con la firma di oggi, l’Europa è pronta a collaborare con la Nasa a una delle missioni spaziali più ambiziose, finora immaginate solo dalla fantascienza.
«Sull’idea di Milani la Nasa ha organizzato una missione e ci ha chiesto di partecipare. È una missione fondamentale – ha rilevato Ongaro – perché stiamo aumentando la capacità di scoprire e edere nuovi asteroidi ed è la prima volta che nella realtà si prova a deviare la traiettoria di un asteroide: vogliamo vedere se ci riusciamo e se in futuro saremo in grado di farlo».
Il punto di partenza di questa azione di difesa planetaria è un bersaglio ben definito e che permette di ottenere tutte le misure necessarie, come il sistema binario di Didimo, l’asteroide delle dimensioni di una montagna accompagnato da una piccola Luna. Hera è il contributo europeo alla missione americana Aida (Asteroid Impact & Deflection Assessment), il cui lancio è previsto nel 2021: mentre la missione della Nasa ha il compito di colpire l’asteroide per deviarne la traiettoria, Hera è destinata a raccogliere tutti i dati e le misure relativi all’impatto. Un compito nel quale l’Italia, con i suoi centri di ricerca e la sua industria, ha già un ruolo di primo piano.
Il cuore italiano della missione
Ha un cuore italiano la prima missione europea per la difesa della Terra dagli asteroidi, Hera, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). L’industria italiana, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), si aggiudica i contratti per la realizzazione di importanti sistemi di bordo. Come il sistema di potenza elettrica, assegnato a OHB-Italia, e la propulsione, assegnata ad Avio, l’azienda di Colleferro (Roma) che progetta i lanciatori europei Vega. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), fornirà, invece, il sistema di comunicazione e gli strumenti per il condizionamento e la distribuzione dell’energia.
Sarà compito dell’Italia, infatti, realizzare, il trasmettitore per lo spazio profondo capace di gestire i segnali degli esperimenti di radioscienza. La missione europea Hera ha lo scopo di scoprire se è possibile deviare un asteroide ed evitare che colpisca la Terra. Per Eduardo Bellido, amministratore delegato di Thales Alenia Space in Spagna, «la nostra tecnologia fornirà dati essenziali agli scienziati per stabilire una strategia di difesa del Pianeta». E’ italiano anche uno dei due piccoli satelliti a bordo di HERA, i cosiddetti CubeSat, grandi come scatole di scarpe che, una volta rilasciati nello spazio, potranno sorvolare da vicino la superficie dell’asteroide.
Il satellite italiano è dedicato alla memoria di Andrea Milani, esperto di meccanica orbitale e docente dell’Università di Pisa, uno dei pionieri nello studio delle orbite degli asteroidi. «Siamo davvero felici di essere saliti a bordo di Hera», afferma Ettore Perozzi, responsabile dell’ufficio sorveglianza spaziale Asi. «Era un obiettivo che inseguivamo da quando Andrea Milani ci aveva dimostrato come il rischio dell’impatto di un asteroide sulla Terra, al contrario di molte altre catastrofi naturali, possa essere completamente eliminato: basta prepararsi in tempo».
Lascia un commento