Nuovi progetti, di grandi aziende italiane, in ricerca e sviluppo

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Accordo Eni-Cnr per le sfide del futuro tra ricerca e innovazione. Quattro i centri di ricerca congiunti sul territorio (Lecce, Gela, Metaponto e Pozzuoli), con un impegno economico complessivo di oltre 20 milioni di euro per una durata di cinque anni.

ALLEATI per la scienza e l’ambiente. Eni e Cnr hanno sottoscritto un’intesa per lo sviluppo di ricerche congiunte in quattro aree di alto interesse scientifico e strategico: fusione nucleare, acqua, agricoltura e l’ecosistema artico.

Il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche Massimo Inguscio e l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi hanno firmato oggi un Memorandum of Understanding per unire le capacità di ricerca e sviluppo tecnologico del Cnr e del gruppo energetico, istituendo quattro centri di ricerca congiunti sul territorio, con un impegno economico complessivo di oltre 20 milioni di euro per una durata di cinque anni.

L'ad Eni Claudio Descalzi (a sinistra) e Massimo Inguscio, presidente del Cnr
L’ad Eni Claudio Descalzi (a sinistra) e Massimo Inguscio, presidente del Cnr

Le sedi dei centri di ricerca saranno tutte localizzate nel sud Italia, laddove si trovano centri operativi o di ricerca già esistenti. Si tratta di Gela, in Sicilia, per la fusione nucleare, soprattutto dal punto della tecnologia che può essere impiegata nella produzione di energia pulita potenzialmente illimitata; Lecce, in Puglia, per le ricerche sull’Artico e sul ruolo laboratorio a cielo aperto da questo rivestito nella problematica dell’innalzamento termico globale; Metaponto, in Basilicata, per il cruciale tema dell’acqua intesa sia come risorsa vitale, sia come elemento imprescindibile per un ecosistema in equilibrio e, infine, Pozzuoli, Campania, per l’agricoltura come attività e settore economico base per lo sviluppo di ogni contesto economico e sociale.

“Questo accordo rappresenta per Eni un notevole passo avanti verso lo sviluppo e la realizzazione di tecnologie sempre più efficienti e in grado di creare energia in modo sostenibile e accessibile a sempre più persone”, sottolinea l’ad di Eni Claudio Descalzi, Inoltre, la collaborazione con un prestigioso centro di ricerche come il Cnr, ci consentirà di approfondire anche tematiche che, seppur non direttamente legate la mondo dell’energia, hanno ricadute immediate sia sull’ecosistema sia sulle societa’”.

Il Consiglio nazionale delle ricerche, ha affermato il presidente del Cnr, Massimo Inguscio, “si propone con Eni di accelerare lo sviluppo di nuove tecnologie che possano affrontare le sfide globali quali il nesso energia-acqua-cibo-ambiente con una soluzione sempre piu’ efficiente, pulita e a basso water footprint.

L’accordo di collaborazione verte su quattro aree strategiche: acqua e agricoltura, per la purificazione e il riutilizzo della risorsa idrica e per la produzione sostenibile di cibo, soprattutto nelle aree del mondo a forte crescita di popolazione quale l’Africa; fusione nucleare, materiali superconduttori di ultima generazione e plasmi come tecnologie per la produzione di energia virtualmente illimitata e senza emissione di gas clima-alteranti; Artico, dove il Cnr ha una base di ricerca da vent’anni con tecnologie all’avanguardia a livello mondiale, per la sua sensibilita’ ambientale e per l’importanza che riveste nella generale problematica del riscaldamento globale”.

L’obiettivo comune, è spiegato nella nota, è dare un contributo decisivo per le sfide globali: “l’accelerazione della transizione energetica verso scenari ‘below 2 C’ e l’accesso alle risorse per una popolazione mondiale in crescita, facendo leva su competenze ed innovazione. La domanda crescente di accesso alle risorse vede in energia, acqua e cibo variabili correlate: se il 90% della produzione elettrica mondiale richiede forti consumi d’acqua, questa a sua volta è fonte vitale per lo sviluppo agricolo (70% dei prelievi d’acqua a livello mondiale) e la sua disponibilità è sotto stress in diverse aree del mondo, anche a causa dei cambiamenti climatici”.

Il Mou prevede la costituzione di un gruppo di lavoro misto che dovrà definire le modalità operative dei centri, i temi e i progetti da avviare nel  quinquennio successivo, la ripartizione delle risorse, e la preparazione di un Accordo di Cooperazione per la gestione congiunta dei centri. I prossimi mesi vedranno la definizione di tutti i dettagli relativi all’operatività dei Centri e alle modalità di organizzazione di workshop strategici congiunti, il primo dei quali si terrà a settembre.

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