“Nessuno deve essere lasciato indietro”. E’ l’impegno che hanno assunto, nel settembre 2015, 193 Paesi sottoscrivendo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Un traguardo inquadrato da 17 obiettivi (i Sustainable Development Goals) e suddiviso in 169 target da raggiungere nei prossimi 13 anni. Si va dall’acqua pulita per tutti a un lavoro dignitoso, dalla realizzazione di modelli duraturi di produzione e consumo alla tutela dei mari, dal contrasto al cambiamento climatico all’organizzazione di comunità e città sostenibili.
Si riuscirà a rispettare un impegno di questa portata? Per sostenere la sfida l’Asvis (l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile che riunisce oltre 160 organizzazioni del mondo economico e sociale) ha organizzato il primo Festival italiano dello sviluppo sostenibile: una maratona di 17 giorni, uno per ogni obiettivo, con oltre 200 eventi in tutto il territorio nazionale, centinaia di speaker, attività culturali e format inediti.
La manifestazione si aprirà il 22 maggio a Napoli con un incontro a Palazzo Reale dedicato alle disuguaglianze che vedrà la partecipazione, tra gli altri, del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, del ministro del Lavoro Giuliano Poletti e del ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti. E si concluderà a Montecitorio il 7 giugno, alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
Per sostenere la sfida della sostenibilità il compito da affrontare è impegnativo. “Rispetto ai 17 Sustainable Development Goals, l’Italia compare nella ‘zona rossa’, cioè in una condizione critica, in sette obiettivi: educazione, occupazione, disuguaglianze, consumo responsabile, lotta contro il cambiamento climatico, pace e giustizia, e partnership”, spiega Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis. “E in quella ‘gialla’ nei rimanenti 10. Mentre in nessun caso rientra in quella ‘verde’, cioè quella in linea con gli obiettivi. Per questo occorre rendere lo sviluppo sostenibile un tema centrale nell’agenda politica. Il 2017 sarà un anno cruciale per decidere se l’Italia intende onorare gli impegni assunti in sede Onu e fare della sostenibilità economica, sociale e ambientale l’obiettivo imprescindibile del proprio futuro”.
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