Il cambiamento dei microprocessori

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Il cambiamento dei microprocessori
Dai vecchi microprocessori, con frequenze di esercizio davvero basse, a quelli attuali che operano ormai con prestazioni davvero alte.
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C’è stato un drastico cambiamento nell’era della tecnologia, e soprattutto nei processori, dal 1971 con il lancio del primo microprocessore Intel.


Sono passati già 45 anni, dal primo microprocessore che la Intel immesse sul mercato. Era proprio il 1971, quando la Intel produsse il microprocessore 4004, che fu realizzato riprendendo parte di un progetto di una calcolatrice tascabile. Esso aveva una capacità di indirizzamento molto limitata, ed era piuttosto lento. La prima generazione di microprocessori fu quella commercializzata tra il 1971 e il 1973; tra questi bisogna citare l’ 8080, che fu il primo realizzato a 8 bit, realizzato sempre dalla Intel. Questi microprocessori della prima generazione, venivano progettati con la tecnologia PMOS, e quindi anche se presentavano il vantaggio del basso costo, non potevano offrire circuiti rapidi, e non erano compatibili con i circuiti TTL, che in quel’epoca erano i più comuni. a partire dal 1973 comparve la seconda generazione dei microprocessori, quelli prodotti con le più avanzate tecnologie dell’epoca, NMOS. I circuiti NMOS sono più veloci dei PMOS, hanno un livello di integrazione maggiore, e inoltre sono compatibili con i circuiti TTL. L’inserimento dei microprocessori in prodotti di largo consumo, come i personal computer, ha fatto si che tali circuiti fossero prodotti in grandi quantità, rendendoli successivamente economici. Nel 1978 sono apparsi i microprocessori da 16 bit, che costituivano la terza generazione dei circuiti; i più conosciuti in ordine cronologico sono 8086 Intel(1978) ,lo Z8000 (1979) e lìMC680000 Motorola (1980). Quest’ultimo microprocessore da 16 bit, presentava un architettura interna. Ed alcune operazioni in 32 bit. Quando nel 1978 la Intel ha immesso sul mercato l’8086 16 bit, non poteva immaginare il successo che questo nuovo chip avrebbe incontrato; l’8086 era il primo microprocessore a 16 bit a essere commercializzato e presentava molti progressi rispetto al suo predecessore 8085; presentava all’interno del circuito, circa 29000 transistor, rispetto a 6000 del precedente. Aveva anche una capacità di gestire 1 Mbyte di memoria ed era progettato in modo che i compilatori di linguaggio ad alto livello, dessero luogo a programmi binari che occupavano poco spazio di memoria e potevano venir eseguiti ad alta velocità. Successivamente, la Intel produsse il modello superiore, l’8088, con architettura interna di 16 bit, aveva però un bus di dati esterni a 8 bit; tale bus con minor numero di linee, diminuiva le prestazioni del microprocessore, ma era più adeguato alle memorie e ai circuiti di I/O sviluppati all’epoca. Il trionfo dell’8088 si ebbe quando la IBM lo scelse come microprocessore per i suoi computer; il successo di vendita dei computer, portò allo sviluppo di software con molteplici applicazioni in molti campi. Questo fu talmente importante da determinare il fatto che uno dei principali obiettivi dei microprocessori sviluppati successivamente dal Intel fosse quello di essere compatibili a livello di software, in modo da poter eseguire qualsiasi programma realizzato per funzionare con i modelli 8086/8088. Negli anni 80 cominciarono ad essere commercializzai i primi microprocessori con architettura 32 bit, però fu solo nel 1985, con la prima comparsa dei MC68020 Motorola, e dei 80386 Intel che si cominciò a parlare di quarta generazione di microprocessori. Tali circuiti erano realizzati con le tecnologie CMOS, che consentivano di lavorare a frequenze superiori a 50 Mhz, con consumi ridotti di energia.

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