Nucleare, l’Enea accende i motori per l’avvio del centro italiano per la fusione. L’Enea accende ufficialmente i motori per l’avvio del Centro italiano per la fusione nucleare. È infatti partita la fase operativa per la realizzazione del progetto Dtt (Diverter Tokamk Test), la macchina che dovrà sperimentare soluzioni all’avanguardia per l’energia da fusione. L’impianto sperimentale, costruito presso il Centro di ricerche Enea di Frascati, è stato voluto fortemente dall’Italia in un settore considerato strategico. Il primo tassello è dunque scattato con l’assegnazione dei primi appalti dopo il consolidamento del progetto e la creazione della società Dtt Scarl, composta da Enea, Eni e Consorzio Create.
Il progetto, che vale circa 600 milioni di euro, sarà realizzato grazie al contributo finanziario dei ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Università e della Ricerca, della Regione Lazio, di Enea e degli altri partner del consorzio, oltre al prestito di 250 milioni di euro messo in pista dalla Banca europea degli investimenti (Bei) nell’ambito dei fondi Efsi (piano Juncker). La macchina Dtt sarà collocata all’interno di un polo scientifico e tecnologico all’avanguardia, aperto a ricercatori e scienziati di tutto il mondo.
Alla realizzazione di Dtt sono associati importanti benefici per il territorio. È stato infatti stimato, sulla base dell’impatto prodotto da progetti analoghi, un fattore 4, vale a dire oltre 2 miliardi di euro di ricadute solo dal punto di vista economico. Nei sette anni di realizzazione, sono previsti circa 1500 nuovi posti di lavoro di cui 500 diretti e altri mille nell’indotto.
Dtt nasce come anello di collegamento tra i grandi progetti internazionali di fusione nucleare Iter (l’impianto in via di realizzazione nel sud della Francia, a Cadarache) e Demo (il reattore che dopo il 2050 dovrà produrre energia elettrica da fusione nucleare) per fornire risposte scientifiche, tecniche e tecnologiche a problematiche di grande rilievo come la gestione dei grandi flussi di potenza prodotti dal plasma combustibile e i materiali da usare come “contenitore” a prova di temperature elevatissime.
La macchina in costruzione a Frascati sarà una struttura ipertecnologica alta 10 metri con raggio 5, all’interno della quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma alla temperatura di 100 milioni di gradi con una intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo). Gli oltre 40 chilometri di cavi superconduttori, realizzati in niobio, stagno e titanio, opereranno alla temperatura di 269 gradi sotto zero e saranno collocati solo a poche decine di centimetri dal plasma portato alla temperatura di 100 milioni di gradi.
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