Esopianeti: la vita non è dove ci aspettavamo di trovarla. Proxima B ruota attorno alla stella più vicina al Sole e, più lontano, TRAPPIST-1 aveva fatto sognare pianeti pieni di vita: ma sono tutti pezzi di roccia sterilizzati dalle loro stelle. Ecco perché.
Scoperto nell’agosto del 2016, è uno dei due pianeti che orbitano attorno alla nana rossa Proxima Centauri, la stella più vicina al Sistema Solare. Questo fa di Proxima Centauri b l’esopianeta più vicino alla Terra, e si trova nella fascia abitabile della sua stella.
Peccato… Diversi indizi suggerivano che Proxima b, il pianeta in orbita attorno a Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole – a poco più di 4 anni luce da noi – potesse ospitare la vita. Ma secondo uno studio apparso su Astrophysical Journal Letters il pianeta non è in grado di mantenere attorno a sé un’atmosfera adatta alla vita, e la superficie è quasi certamente esposta a radiazioni solari particolarmente intense.
«E tutto questo anche se si considera solo l’azione delle esplosioni stellari: la perdita di atmosfera è forse anche peggiore, perché bisognerebbe tenere conto di fattori come i forti disturbi nel campo magnetico del pianeta», sottolinea la ricercatrice.
LE NANE ROSSE E LA VITA. «Questa ricerca esamina un aspetto spesso sottovalutato quando si vuole definire l’abitabilità di un pianeta. È naturale che un pianeta abbia molti sistemi interagenti, ed è fondamentale considerarli tutti per capire se un pianeta è per davvero abitabile», commenta Shawn Domagal Goldman (Goddard Space Flight Center).
«Le conclusioni dello studio mettono in serio dubbio la possibilità di trovare pianeti adatti alla vita attorno a nane rosse», aggiunge Jeremy Drake, dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. E poiché le nane rosse sono tra le stelle più studiate per cercare pianeti extrasolari, grazie alla facilità con la quale si trovano, forse bisognerà cambiare gli obiettivi delle osservazioni, se si vogliono trovare pianeti di tipo terrestre con maggiori possibilità di ospitare la vita.
E si dovrà anche ridimensionare il clamore di scoperte di interi sistemi planetari, come quello di TRAPPIST-1, anch’essa una nana rossa.
TRAPPIST-1. A febbraio di quest’anno fece scalpore la scoperta di un sistema di sette pianeti di tipo terrestre attorno alla stella TRAPPIST-1. Per tre di questi pianeti si è visto che stanno nella fascia di abitabilità e si parlò delle possibilità che potessero sostenere la vita (e anche di come avrebbe potuto essere). Sull’onda dell’emozione e senza sapere quasi nulla di quei mondi lontani, si volle credere che su quei mondi lontani la vita c’è per davvero.
Due gruppi di ricerca, entrambi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge, dopo aver studiato in dettaglio la stella del sistema TRAPPIST hanno tratto la stessa conclusione: attorno a quella nana rossa le condizioni sono assai meno ideali alla vita di quanto ci è piaciuto pensare.
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