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Dopo decenni, torna di nuovo in attività il Voyager 1

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Dopo decenni, torna di nuovo in attività il Voyager 1
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La sonda Voyager riaccende i motori dopo 37 anni. Fuori servizio dagli anni ’80, sono stati riattivati con successo. E’ il primo oggetto creato dall’uomo ad avere raggiunto lo spazio interstellare nel 2012. DOPO 37 anni nello spazio senza essere utilizzata, la sonda della Nasa Voyager 1 riaccende quattro propulsori. Un modo per farla ”vivere” altri due o tre anni, spiegano dall’Agenzia spaziale Usa, nel tentativo di orientarla in modo che le sue antenne possano comunicare con la Terra, nonostante si trovi ai confini del Sistema Solare.

La sonda, lanciata nel 1977 e ”spenta” dagli anni ’80, è il manufatto umano che ha raggiunto la distanza più lunga nello spazio (a 21 miliardi di chilometri da noi). E’ stata lanciata quarant’anni fa e ha cambiato la storia dell’astronomia scoprendo satelliti e inviando immagini e dati da Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Ci sono voluti cinque anni dal primo momento dell’annuncio, nel 2010, prima che con sicurezza si potesse affermare che Voyager 1 fosse uscita dal Sistema solare. La strumentazione a bordo in realtà viene utilizzata ancora oggi per studiarne i limiti a noi ancora sconosciuti.

Foto archivio Voiager 1
Foto archivio Voyager 1

“E’ come tentare di riavviare una macchina rimasta a lungo in garage: non ti aspetti che possa ripartire” spiegano soddisfatti gli esperti del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena (in California, Usa) impegnati nel progetto per riattivare i propulsori. Il tentativo è avvenuto il 28 novembre ma solo dopo 19 ore e 35 minuti un’antenna del Deep Space Network di Goldstone (California) ha ricevuto il segnale che confermava l’avvenuta accensione.

Gli ingegneri Nasa hanno dovuto esaminare il software programmato con un linguaggio ormai obsoleto perché questa missione andasse a buon fine, racconta il responsabile Chris Jones. A gennaio i quattro propulsori avviati dovrebbero sostituire del tutto gli altri fuori uso dal 2014. Il prossimo obiettivo, vista la riuscita del test, è di eseguire la stessa operazione su Voyager 2, la sonda ”gemella” i cui propulsori sembrano godere di migliore salute.

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