Marte: si parte con “Speranza”. Rinviato di due giorni il lancio verso Marte della sonda el-Amal (“speranza” in italiano), la prima missione di esplorazione spaziale di un paese arabo – gli Emirati Arabi Uniti – e la prima delle tre destinate a dirigersi quest’estate verso il Pianeta Rosso. A portare la sonda nello spazio sarà un razzo giapponese, e il lancio, ora fissato a partire dalle 22.43 italiane del 16 luglio, avverrà dalla base giapponese di Kagoshima, ma la missione è stata progettata e sviluppata al Mohammed Bin Rashid Space Center di Dubai.
E’ pronta sulla rampa di lancio la prima missione spaziale di un paese arabo, gli Emirati Arabi Uniti, che proveranno a portare una sonda in orbita attorno a Marte senza aver mai nemmeno tentato l’orbita lunare. Fino a oggi, infatti, il paese ha lanciato solo alcuni satelliti in orbita terrestre.
Aggiornamento: A causa delle condizioni meteo sfavorevoli, il lancio, previsto per il 14 luglio, è stato rinviato alle ore 22:43 italiane del 16 luglio.
Se il conto alla rovescia procederà senza intoppi, un razzo giapponese H-2A si staccherà dalla base di lancio del Tanegashima Space Center, a Kagoshima, in Giappone, con a bordo la sonda al-Amal (speranza, in italiano), nota anche come Emirates Mars Mission (EMM), progettata e sviluppata dal Mohammed Bin Rashid Space Center di Dubai in collaborazione con il Laboratory for Atmospheric and Space Physics dell’Università del Colorado a Boulder, Stati Uniti.
La missione ha un’origine curiosa. In genere, la proposta di una missione spaziale arriva dal mondo della ricerca, ma per al-Amal la richiesta è arrivata direttamente dal governo di Dubai, nel 2014, quando ancora gli EAU non avevano nemmeno un’agenzia spaziale. Non solo, la richiesta comprendeva anche una scadenza: la missione doveva arrivare in orbita attorno a Marte entro il 2 dicembre 2021, data in cui il paese arabo celebrerà i suoi primi 50 anni di esistenza (è stato fondato nel 1971).
Così, grazie anche ad alcune collaborazioni internazionali, come quelle con l’Università del Colorado e con il Giappone per il lancio, scienziati e tecnici emiratini sono riusciti nell’impresa di rispettare – anzi, anticipare – la scadenza imposta dal loro governo: la sonda infatti arriverà a Marte nel febbraio del prossimo anno. Con un duplice obiettivo: da un lato produrre risultati scientifici, dall’altro motivare le giovani generazioni del paese a intraprendere carriere scientifiche e tecniche (risultato in parte raggiunto già ora, indipendentemente dal successo della missione).
Una volta arrivata a Marte, al-Amal si inserirà in un’orbita fortemente ellittica, molto diversa dalle traiettorie di tutte le altre missioni che si sono avvicendate attorno al pianeta rosso. L’obiettivo scientifico principale della missione è infatti quello di studiare la dinamica dell’atmosfera marziana sia nelle sue variazioni diurne che al trascorrere delle stagioni.
Mentre le precedenti missioni in orbita marziana erano in grado di studiare solo aree limitate del pianeta e solo durante particolari momenti del giorno marziano, al-Amal percorrerà un’orbita più estesa – passando approssimativamente da 22.000 a 44.000 chilometri di quota sopra la superficie del pianeta, con un periodo orbitale di 55 ore. Questo permetterà agli strumenti a bordo della sonda di coprire quasi l’intera superficie planetaria a ogni orbita, studiando le condizioni atmosferiche di ampie regioni marziane sia durante il giorno che durante la notte lungo i diversi cicli stagionali.
Le complesse dinamiche dell’atmosfera del Pianeta Rosso saranno osservate per un intero anno marziano (che dura 687 giorni terrestri) da una fotocamera in luce visibile ad alta risoluzione e da due spettrometri, uno sensibile all’infrarosso, per studiare la formazione delle nubi e lo sviluppo delle tempeste di sabbia nella bassa atmosfera, l’altro all’ultravioletto, per analizzare i gas nell’alta atmosfera, in particolare i meccanismi di perdita di idrogeno e ossigeno – i due componenti dell’acqua – dallo strato superiore dell’atmosfera marziana. Uno degli obiettivi di al-Amal è infatti capire quale può essere stato il processo che ha fatto perdere al pianeta gran parte della sua atmosfera, un tempo molto più densa e ricca di acqua di quella attuale.
Per volontà dello stesso governo emiratino, i dati raccolti dalla sonda verranno resi noti subito, senza tempi di embargo, e saranno aperti e a disposizione di tutta la comunità scientifica internazionale. A riprova che la missione al-Amal – la cui durata sarà di due anni, per un costo complessivo stimato di 200 milioni di dollari – non è soltanto una dimostrazione della nuova capacità tecnologica del paese arabo, ma che il governo è mosso anche da un reale interesse nei confronti dei risultati scientifici che potrà ottenere.
Il lancio della sonda emiratina sarà il primo dei tre verso Marte previsti per questa estate, quando il Pianeta Rosso si trova in una posizione particolarmente favorevole rispetto alla Terra. A seguirla, entro la finestra di lancio aperta fino a metà agosto, saranno la missione cinese Tianwen-1, con un orbiter, un lander e un rover (al momento, il lancio è fissato per il 23 luglio) e la statunitense Mars 2020, con il rover Perseverance (il cui lancio ora è fissato per il 30 luglio, dopo alcuni spostamenti in avanti della data). Rinviata al 2022, invece, la missione europeo-russa ExoMars.
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