Software @ Management - Assistenza Tecnica e Corsi Informatica ed Internet. Grafica per la stampa ed il web. Creazione ed Aggiornamento siti web. Campagne MMM SEM SEO!

Vive più a lungo chi è intelligente e si prende cura di se stesso

Vinci tutto supernealotto e giochi Sisal

Vive più a lungo chi è intelligente e si prende cura di se stesso
Vive più a lungo chi è intelligente e si prende cura di se stesso
Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM
Le persone intelligenti vivono più a lungo. A sostenerlo un gruppo di epidemiologi dell’Università di Edimburgo che con la loro ricerca confermano altri studi precedenti che sostengono la stessa tesi.

ESSERE intelligenti aiuta a vivere più a lungo? Intuitivamente si potrebbe dire di sì, perché chi è più intelligente corre meno rischi inutili,  ha più possibilità di evitare lavori fisicamente logoranti e di avere un reddito più alto della media, tutti fattori connessi alla  longevità. Se la logica dice di sì, passare alla dimostrazione dell’assunto intelligenza=vita lunga è ben più complicato: per farlo bisognerebbe trovare un vasto campione di persone la cui intelligenza sia stata misurata da piccoli, e dei quali si conosca il destino di vita, molti decenni dopo. E questo è esattamente quello che è riuscito a fare il gruppo di epidemiologi diretto da  Ian Deary, dell’Università di Edimburgo. Ad aiutarli il fatto che il 4 giugno 1947 le autorità scozzesi decisero di compiere una misurazione a tappeto dell’intelligenza dei ragazzi dell’ultimo anno delle scuole elementari, utilizzando i test per la determinazione del Quoziente Intellettivo, o QI. Esaminndo questi dati hanno confermato ricerche precedenti in materia che sostenevano una correlazione fra longevità e intelligenza.

Il QI. Oggi il QI è visto come uno strumento troppo imperfetto per valutare le molte sfaccettature dell’intelligenza di un individuo, non ci dice nulla, per esempio, su creatività, empatia o capacità sociali, ma  i suoi test, incentrati su logica, immaginazione spaziale e competenze matematiche e linguistiche, sono ritenuti comunque un buon mezzo per predire almeno alcune capacità cognitive e il successo scolastico.  E sicuramente dati sul QI raccolti in massa in passato, possono oggi aiutare gli epidemiologi  a valutare come il tipo di intelligenza misurato da quei test,  impatti sulla vita degli individui.

I test. Per esempio il ricercatore neozelandese  James Flynn, ha usato i risultati dei test del QI nelle scuole  raccolti dagli anni ’30 in poi, per dimostrare che l’intelligenza media dei giovani sta aumentando, probabilmente per la migliore salute, alimentazione e stimolazione dei media.

Il campione. Per valutarne invece l’effetto sulla mortalità, gli epidemiologi scozzesi hanno incrociato il valore del QI misurato nel 1947 su 33.536 ragazzi e 32.229 ragazze scozzesi nati nel 1936, con i tassi e le cause di  morte  registrati fra le stesse persone nel 2015. I risultati sono stati eclatanti: i bambini più intelligenti del 1947 erano in effetti andati incontro a un rischio di morte molto inferiore a quello dei loro compagni meno dotati.

Le malattie. Dopo aver aggiustato i dati per l’effetto del maggior reddito e del sesso (entrambi fattori che abbassano la mortalità indipendentemente dal QI),  Deary e colleghi hanno infatti scoperto che   la maggiore intelligenza portava a un rischio inferiore del 28 per cento di morte per malattie respiratorie, a -25 per cento di morte  per malattie delle coronarie e a un -24 per cento di morte per ictus. Riduzioni di rischio di mortalità evidenti, anche se minori, sono state rilevate anche per la morte dovuta a cancro ai polmoni e allo stomaco, da demenza e da incidenti.

“I tipi di morte maggiormente ridotti dall’avere un alto QI infantile, indirizzano verso cause di malattia fortemente legate agli stili di vita, primo fra tutti l’uso del tabacco. Infatti non abbiamo rilevato differenze nella mortalità da tumori non legati al fumare”, dice Deary.

Più longevi. In altre parole, i più intelligenti fra i nati nel 1936 sono arrivati in maggior percentuale degli altri al 2015, soprattutto perché nella vita erano stati più alla  larga dalle sigarette. “Però, anche dopo aver corretto i dati per rimuovere il vantaggio dato dal  non fumare, una piccola, ma significativa,  riduzione nel rischio di morte per quelli con QI più alto resta, e questo fa pensare, che ci possano essere altre cause dietro, forse genetiche”,  aggiunge Deary.

I geni. Potrebbe cioè essere che i geni che rendono più intelligenti, almeno nel senso misurabile dal QI, siano anche collegati a una salute migliore. Per confermare questo serviranno studi più dettagliati, intanto però la lezione che ci viene da questa ricerca è che qualunque sia il nostro QI, se si vuole vivere a lungo e in salute, la mossa più geniale è quella di evitare abitudini notoriamente dannose e prenderci cura del nostro corpo.

Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM

Ricerca in Scienza @ Magia

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Inviami gli Articoli in Email:

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Shop @ Magiko - Vendita online di Articoli Esoterici e Magici. Ritualistica e Festival Anno Magico!