Il report. La curiosità è nata dopo aver letto, non senza stupore, il corposo e puntuale report appena pubblicato dal Nuffield Council on Bioethics della Gran Bretagna che ha denunciato il fenomeno delle App al gioco dell’allegro chirurgo estetico dedicate ai ragazzini inglesi. Ne mondo globalizzato e democratico di internet però non ci sono confini fra Stati e così si scopre che l’Italia non è esclusa dal nuovo trend.
I commenti. Continuando a scorrere la variopinta offerta di applicazioni della sezione ‘kids’ del nostro cellulare italiano ne scarichiamo qualcuna e leggiamo anche i commenti delle recensioni lasciate, si ipotizza, da un pubblico giovanissimo. I commenti infatti vanno da ‘ragazzi non lo scaricate è schifosissimo’ a ‘non è brutto, è solo che dopo un po’ ti rompe’ . Seguono ‘due punturine li e due punture di la! Che cavolata’ .Ma anche ‘Carino ma si fanno sempre le stesse cose’ , ‘ è carino mi piace che sia in 3D’. Molti i cuoricini e le stelline di approvazione. “Chi non può resistere alla tentazione della bellezza?”, si legge scorrendo invece le descrizioni dei vari giochi, così come ‘Come si mantengono cosi belle le celebrities? Cosa accade nella vita di tutti i giorni di una celeb? Dirigi una clinica beauty di Beverly Hills e lo scoprirai’.
App e bellezza. Così insieme alle App per bambini dedicate alla bellezza, del tipo ‘come diventare parrucchiere, make-up artist, fare la manicure, la pedicure’ e via dicendo, ci sono anche quelle che li fanno giocare col bisturi e con le punture ringiovanenti. Il problema dunque ci riguarda tutti ma è il Nuffield Council on Bioethics ad avere denunciato il fenomeno per primo. Il Consiglio, composto da un nutrito gruppo di esperti (antropologi, filosofi, psicologi, chirurghi plastici, medici ospedalieri, eticisti, giuristi e ricercatori di diverse università inglesi) dichiara: “A meno di 18 anni i nostri bambini sono bombardati dai social media e dalla cultura popolare che si concentra sull’immagine del corpo. Il Consiglio esprime preoccupazione perché i ragazzi tendono a conformarsi agli “ideali” dell’aspetto. Queste aspettative sono esacerbate da apps che presentano la chirurgia estetica come un gioco”.
L’esperta. Dura la reazione di Jeanette Edwards, professore di antropologia sociale dell’Università di Manchester, che ha presieduto l’inchiesta del Consiglio. “Siamo rimasti sconvolti da alcune applicazioni che abbiamo visto, tra cui quelle dei giochi di chirurgia estetica – scrive – . Ragazze giovani, anche di 9 anni vengono bombardate quotidianamente dalla pubblicità e dai canali di socia media come Facebook, Instagram e Snapchat che promuovono in modo irrefrenabile messaggi irrealistici e spesso discriminatori su come le persone, soprattutto le ragazze e le donne, dovrebbero “guardare”.
Nella nota gli autori auspicano che le società di social media collaborino per svolgere una ricerca indipendente per capire meglio come questi mezzi contribuiscono a generare ansia e chiedono che queste App siano vietate. Nel report però gli esperti vanno oltre il fenomeno delle App e svelano molti punti critici legati agli aspetti etici della chirurgia estetica più in generale. Gli esperti chiedono una revisione delle regole e delle leggi su questo tipo di operazioni che “non hanno niente a che fare con il ripristino di funzionalità alterate o deformazioni, ma solo con il sogno di diventare più belli e sempre giovani, – dicono in sintesi gli autori. – Queste procedure non sono banali come invece delle volte sembrerebbe, leggendo le promozioni, i siti internet e i consigli di alcuni medici”.
Il marketing. Dopo una lunga analisi dei punti deboli della ‘filiera’ del business milionario della chirurgia estetica, che parte da chi fabbrica i dispositivi per il settore (dai fillers alle protesi per il seno), passa attraverso esperti di marketing e promozioni, medici, estetiste e giunge fino ai loro pazienti-clienti attraverso i media e i social, il comitato fa un appello alle autorità, al governo e a tutti gli operatori affinché si aiutino le persone a non nutrire sogni irrealizzabili e a prendere buone decisioni, sapendo scegliere soluzioni di alta qualità che, ad oggi, non sempre ottengono. La qualità si traduce in documentazioni precise su come queste procedure forniscano i benefici fisici e psicologici anche nel lungo termine (ad oggi ci sono solo indagini che sondano gli effetti a breve scadenza, dicono gli autori), e nella possibilità di verificare se quel medico sia adeguatamente qualificato e addestrato, mentre al momento non lo è.
Sul fronte della medicina estetica ‘soft’ , spesso descritta come sicura e priva di rischi, anche il Consiglio inglese storce il naso: “Alcuni fillers sono perfino privi di certificazioni formali o di sicurezza e vengono acquistati liberamente nel Regno Unito e non esistono limiti su chi può iniettarli”. Critico anche Mark Henley, chirurgo plastico del gruppo di esperti: “Dobbiamo rovesciare la convinzione che i fillers siano privi di rischio. Ho visto gravi lesioni gravi e di lunga durata dovute a riempitivi nella mia clinica. Anche quando iniettati correttamente possono causare granulomi che devono essere rimossi chirurgicamente. In casi rari hanno provocato cecità e perdita di tessuti molli del viso”.
Gli autori includono nel report anche l’arrivo delle nuove proposte del settore che vanno dall’uso del plasma ricco di piastrine come alternativo ai riempitivi classici, al “congelamento del grasso” come alternativa non chirurgica alla liposuzione e all’uso di riempitivi dermici e botox in nuove aree del corpo come collo, orecchie, ginocchia, avambracci e piedi che un volta neanche ci si pensava. Tutto concorre ad aumentare insicurezze e false speranze, dicono gli studiosi che rivelano una fortissima concorrenza fra chi fabbrica e vende dispositivi e strumenti per i medici estetici e che sta portando a un aumento dei rischi per la sicurezza e la qualità.
La legge. In Gran Bretagna si invocano così nuove normative per vietare le procedure di chirurgia e medicina estetica ai minori di 18 anni, nel nostro Paese almeno la legge c’è già.“In Italia esiste già una legge del 2012 che vieta di praticare interventi di chirurgia plastica a fine estetico sui minorenni: è possibile operare prima dei 18 anni solo se ci sono problematiche funzionali – fa sapere la giovane Federazione Italiana di Medicina Estetica in una nota. Ma l’associazione italiana precisa anche che “per la medicina estetica invece non c’è ancora una normativa: un sedicenne, con il consenso di entrambi genitori, può fare ad esempio un filler per rimpolpare le labbra o delle iniezioni di botulino”.
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