Giro d’affari miliardario per le sette religiose in Italia

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L’esercito silenzioso delle vittime di sette religiose e santoni. Un ufficio nel centro di Bologna raccoglie centinaia di richieste di aiuto all’anno. Storie di patrimoni bruciati, manipolazioni e sofferenze. E i famigliari delle vittime che si sentono impotenti e faticano a ottenere giustizia

In un ufficio nel pieno centro di Bologna c’è un computer a cui arrivano tutte le richieste di aiuto da parte di chi finisce nelle spire di guide e sette religiose. Santoni, mistici curatori, cartomanti. Ma anche gruppi di preghiera dove la religione diventa il mezzo con cui i ‘guru’ riescono a impossessarsi della dignità e dei soldi, a volte addirittura interi patrimoni immobiliari, delle loro vittime.

Trappole in cui è molto facile finire e uscirne diventa un incubo: sono centinaia, infatti, le segnalazioni che ogni anno il Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa (Gris) raccoglie da tutta Italia. E decine arrivano dal territorio bolognese.

La famiglia con la “sorella spirituale”: la storia di Z.

Quella di Z. (nome di fantasia) è solo la più recente tra le tante vicende che i collaboratori del Gris stanno seguendo. I suoi genitori si sono rivolti al Centro ascolto perché la ragazza si è allontanata da casa poco tempo dopo l’inizio del suo lavoro in un esercizio commerciale nel Bolognese. Hanno raccontato che il gestore del negozio è un uomo che, insieme alla moglie, convive con una “sorella spirituale” che può aver influenzato anche la figlia.

Dopo l’inizio dell’impiego, infatti, Z. ha cominciato a vestirsi e a comportarsi diversamente, ha abbandonato l’università, smesso di viaggiare e interrotto la relazione con il proprio ragazzo. I genitori non sanno dove sia finita e l’unico modo in cui riescono a parlarle è attraverso delle telefonate sporadiche in cui la figlia, però, non dà informazioni. Nell’ultima chiamata ha risposto confusamente: “Non posso parlare, perché lui ci sente anche quando non c’è”.

Manipolazioni e love bombing

Le storie delle vittime di individui o associazioni pseudoreligiose sono tutte diverse tra loro. Ma i raggiri si basano su costanti che le accomunano, spiega la responsabile del Centro ascolto del Gris Paola Morselli: “Le persone entrano in contatto con i guru in un momento di crisi personale, come lutti, difficoltà economiche o divorzi. L’incontro avviene spesso attraverso amici o conoscenti che già frequentano quella realtà”.

Quello delle sette, o “gruppuscoli” come li chiama lei, è un ambiente estremamente identitario dove il diritto alla libertà di religione serve per camuffare quelle che invece sono vere e proprie manipolazioni: “C’è una tecnica precisa, il love bombing: il capo e gli adepti riempiono di affetto e attenzioni il nuovo arrivato, approfittano del suo bisogno di ritrovare serenità e speranza e creano una sorta di dipendenza che piano piano diventa totalizzante. Le vittime cambiano stile di vita in funzione del gruppo e si isolano sempre di più da amici e famigliari. È così che il santone crea il vuoto intorno a loro”.

La ‘cerchia dei miracoli’ dietro le lezioni di yoga

Queste dinamiche si nutrono delle fragilità delle persone, e la loro pericolosità sta proprio nel senso di accoglienza che riescono a trasmettere loro. Senza scomodare messe sataniche celebrate da persone incappucciate all’interno di casolari abbandonati (anche questi episodi vengono segnalati al Gris, assicura Morselli), le situazioni in cui finiscono le vittime appaiono molto più ordinarie: un centro di preghiera, corsi di spiritualismo e persino lezioni di yoga che costituiscono la porta di accesso a una ‘cerchia dei miracoli’.

La setta è caratterizzata da un capo, che è sempre un sedicente veggente, un medico esoterico, un maestro che ha la capacità di alienare le vittime dai gruppi sociali che frequenta abitualmente: “È un personaggio carismatico che si auto-attribuisce il ruolo di guida – sottolinea la responsabile del Centro ascolto -. Agisce per un interesse personale che di natura economica ma anche psicologica perché prova gratificazione nel constatare la sua influenza sulle persone. In alcuni casi, purtroppo, la prevaricazione può essere anche sessuale”.

In Italia 500 sette, milioni di persone coinvolte, affari da capogiro

L'esercito silenzioso delle vittime di sette religiose e santoniL’ultimo rapporto del Ministro dell’Interno sulla presenza di gruppi settari in Italia risale al 1998: allora erano contati “76 nuovi movimenti religiosi e 61 nuovi movimenti magici” che avevano decine di migliaia di adepti. Nell’ultima stima fatta dal Codacons, il numero delle sette ufficiali è salito a cinquecento e sono coinvolti sia in modo costante che saltuario circa due milioni di cittadini.

“Dapprima la crisi economica del 2008, poi la pandemia del 2020, hanno accentuato le paure dei cittadini e l’incertezza sul futuro, spingendo un numero crescente di persone a cercare risposte nel mondo della spiritualità, dell’esoterismo, dell’occulto e delle sette”, scrive il Codacons nel report del 2022, stesso anno in cui è stata depositata alla Camera una proposta di legge per istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno. Il ‘giro d’affari’ delle sette, quindi, si aggira verosimilmente nell’ordine delle centinaia di milioni, se non miliardi, di euro.

L’impotenza dei famigliari e i patrimoni in fumo

Insieme al malcapitato, a venire stravolta dal gorgo della setta è anche la famiglia pure quando non è coinvolta direttamente. È il caso di un santone attivo nel Bolognese, che era riuscito a sfruttare il proprio ascendente verso due differenti seguaci per farsi intestare diverse proprietà immobiliari.

Insieme al danno materiale, i parenti e gli amici subiscono il dolore di assistere impotenti alla rovina della vittima che non è in grado di accorgersi di quello che sta subendo: “Paradossalmente, per fare il suo bene occorre adottare misure drastiche, come quella di non passarle più i soldi che poi la vittima darà alla setta – spiega Morselli -. Questo è uno dei consigli che diamo sempre a chi si rivolge a noi. Le segnalazioni partono sempre dai famigliari”.

“Difficile ottenere giustizia, manca il reato”

Il Gris integra il suo supporto collaborando con psicologi, psichiatri e avvocati. Ma per tradurre la soggiogazione di una persona in un’azione penale serve presentare un esposto. E dopo l’abolizione del reato di plagio (dichiarato incostituzionale negli anni ’80) non esiste più una configurazione specifica per questi casi.

“L’unica via rimasta è dimostrare la circonvenzione d’incapace – spiega Giuseppe, ex avvocato penalista e collaboratore del Gris – ma la dichiarazione di incapacità di intendere e di volere ha delle ripercussioni importanti sulla vittima, come l’impossibilità di firmare un contratto senza un tutore, oltre a essere uno stigma per i famigliari”.

Per quanto riguarda le donazioni di beni, inoltre, se non ci sono dimostrazioni fattuali di truffe o irregolarità la richiesta finisce nel niente. Occorrono appigli sostanziali: riguardo alla storia di Z., la probabilità che il suo datore di lavoro non le stia pagando i contributi può costituire una breccia. Da lì le forze dell’ordine potrebbero iniziare a scavare per arrivare a qualsiasi cosa si stia nascondendo dietro.

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