A rivelarlo oggi è il quotidiano francese
Le Monde, che ha avuto accesso esclusivo a nuovi file del database di
Edward Snowden, grazie a una partnership con
The Intercept, il giornale fondato dal giornalista americano Glenn Greenwald, a cui Snowden ha consegnato i documenti.
Le Monde rivela che nel 2011 a finire intercettate sono state anche varie chiamate effettuate in un volo Milano-Doha della Qatar Airways, come anche una serie di telefonate a bordo di un volo da New York a Denver della Etihad, la compagnia degli Emirati che ha rilevato Alitalia e da cui il primo ministro Matteo Renzi ha preso in leasing l’Airbus presidenziale. In base alla documentazione rivelata, si può ritenere che tutte le conversazioni telefoniche realizzate a bordo del nuovo Airbus 340 vengano ascoltate da Nsa e Gchq. E questo anche se si tratta di colloqui del premier o di uomini di governo. Non si sfugge al Grande fratello angloamericano neppure rifugiandosi nell’alto dei cieli.
Le rivelazioni top secret permettono per la prima volta di aprire uno squarcio sulle intercettazioni dei cellulari in volo. I file raccontano che, secondo i dati in mano alla Nsa, già a partire dal dicembre 2008 almeno 50mila persone nel mondo avevano usato un telefono in aereo e a febbraio 2009 il numero di utenti era già salito a 100mila. Dati in crescita costante che, scrive Le Monde, “la Nsa attribuiva al fatto che sempre più aerei sono stati dotati della capacità di consentire l’uso del Gsm in volo, al calo della paura che un aereo possa schiantarsi a causa delle chiamate da cellulare, e alla constatazione che il costo delle telefonate non è così eccessivo come molti pensano”.
Già a partire dal 2012, l’agenzia di spionaggio elettronico inglese GCHQ, che lavora in stretta collaborazione con la Nsa alla sorveglianza di massa, aveva un programma dal nome in codice “Southwinds”, in grado di captare ogni attività dei telefoni cellulari durante il volo: non solo i metadati delle telefonate (chi chiama chi, a che ora, da dove, per quanti minuti), ma anche il contenuto. Tutti dati raccolti in tempo reale. L’unico requisito tecnico richiesto per operare il programma su un volo era che il velivolo viaggiasse a una quota superiore a 10mila piedi. E il semplice fatto che un cellulare fosse accesso era sufficiente a permettere la localizzazione. Una serie di stazioni segrete di intercettazioni situate a terra faceva tutto, intercettando il segnale proprio mentre transitava a livello satellitare. Una volta presa la chiamata risalire a chi l’aveva fatta era un gioco: i dati dei voli aerei sono nelle mani delle agenzie di intelligence da anni. Numero del volo e liste passeggeri non lasciano scampo.
Una delle prime compagnie aeree ad essere prese di mira da questi programmi della Nsa e del GCHQ è la compagnia di bandiera francese “Air France”, che già dal dicembre 2007 iniziò a testare l’uso dei cellulari a bordo. A partire dal 2012, secondo i file top secret della Nsa, già ventisette compagnie avevano abilitato o stavano sul punto di abilitare il servizio: dalla British Airways alla Hong Kong Airways, dalla russa Aeroflot a Etihad, Emirates, Singapore Airways, Turkish Airlines, Cathay Pacific e Lufthansa.
Oggi, il numero è già schizzato a cento e ormai che l’uso dei telefonini a bordo è completamente sdoganato dagli esperti di sicurezza, gli esperti stimano che nel 2017 e 2018 assisteremo a un’esplosione del servizio. E con milioni di passeggeri, uomini comuni quanto politici, uomini di stato o trafficanti, che si racconteranno frivolezze o segreti indicibili in volo tra le nuvole, anche il cielo apparterrà all’Agenzia, scrive le Monde.
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