Tre milioni di domini, l’Italia al sesto posto in Europa. L’annuncio di Registro.it l’anagrafe web gestita dal Cnr di Pisa. “Ogni giorno una media di duemila nuovi ingressi e circa 900 cancellazioni”.
Noni nel mondo e sesti in Europa: i domini internet contrassegnati dal .it superano quota tre milioni. L’Italia della rete internet continua a crescere. Ma nonostante questo risultato, il 33% delle micro aziende nazionali non ha ancora un dominio sul web. Lo scenario arriva a quasi trenta anni dalla nascita del Registro.it, l’anagrafe dei nomi con dominio nazionale ‘.it’ che ha sede presso l’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr). Palazzina dell’area della ricerca, zona Cisanello, lontano dal centro della città. E’ lì in quelle stanze, in cui lavorano una settantina di addetti, che si trova l’anagrafe dei domini italiani, cioè il primo passo per chi vuole aprire un sito internet. E’ lì che – con l’inserimento in un database – si battezzano i nuovi ingressi, ma è anche lì che piovono le cancellazioni: “Ogni giorno – spiega Maurizio Martinelli del Registro.it – calcoliamo una media di duemila nuovi domini e circa 900 cancellazioni”. Chi chiede di sparire lo fa per cambi societari o per cessazioni o per altri motivi.
Il punto it. Il dominio Made in Italy che ha segnato la quota tre milioni è quello di una ditta di abbigliamento di Eboli in provincia di Salerno. “Questo record conferma che l’Area della ricerca di Pisa del Cnr è protagonista oggi come allora, della storia della Rete italiana visto che – sottolineano il Cnr – il primo nome ‘cnuce.cnr.it’ era stato registrato nel dicembre dell’87 dal Cnuce, un istituto del Cnr pisano”. Nel 2005 l’approdo al milionesimo dominio registrato, fu “lucavullo.it”, assegnato a un privato cittadino e studente del Dams di Bologna. Nel 2010, i domini sono raddoppiati: in cinque anni erano arrivati a due milioni. E il duemilionesimo fu ‘light-stone.it’, richiesto da una società di Acqualagna (Pesaro Urbino).
“Il dominio ‘.it’ conosce una costante crescita che nel tempo lo ha fatto preferire ad altre estensioni. Ciò è dovuto alla consapevolezza della necessità di un marchio distintivo ‘Made in Italy’ anche per quel mercato globale ed altamente competitivo che è la Rete”, spiega Domenico Laforenza, direttore del Registro .it e dello Iit-Cnr. Il dato positivo, è che il dominio ‘.it’ viene preferito dal 73% delle imprese campione rispetto ad altre estensioni come il ‘.com’, ‘.net’, ‘.eu’ e ‘.org’.
La classifica. Nel mondo il paese in cima alla classifica dei domini Internet nazionali è la Cina con quasi 20 milioni (19.870.668), seguono la Germania (16.153.416) e il Regno Unito (10.628.761), mentre l’Italia è nona. Con i loro numeri, Germania e Regno Unito guidano la classifica dei paesi europei in cui il nostro paese è sesto sopra la Francia.
Quanto costa. Per registrare un dominio oggi in Italia bisogna rivolgersi a una delle 1.254 società che vanno da mediazione fra il Registro.it e i clienti. Di queste, 1.147 sono italiane, 107 invece straniere. “Per ogni nuovo dominio le società registrar che fanno da intermediarie – riprende Maurizio Martinelli – ci versano 4 euro e 3,30 all’anno per ogni rinnovo della registrazione. In genere al cliente finale la sola registraizone può costare intorno ai 7 euro, ma poi tutto dipende dai servizi offerti come la casella di posta elettronica, l’hosting e altri servizi per la creazione e il funzionamento del sito internet. In media si arriva a 30-40 euro o più”.
Le “pagine gialle” dell’Agroalimentare. Fra le categorie censite del Registro.it una particolarmente importante è quella del settore Agroalimentare: “Abbiamo contato fino a 100mila aziende e siccome questo è un settore trainante per l’Italia a breve presenteremo un grande portare che le elenca tutte, una specie di pagine gialle del web per l’agroalimentare dove si possono trovare in ordine si settore o alfabetico aziende che producono vino, olio, allevamenti, ristorazione etc…”.
Lo studio. Su mandato del Registro.It nel 2016, la società Pragma ha condotto l’indagine “digitale e web nelle micro imprese italiane”. Il campione analizzato è di 1200 micro imprese che abbiano fino a nove addetti e rappresentative di tutti i settori del manifatturiero, del commercio, dell’edilizia e dei servizi. Ciò che è emerso è che il 67% delle imprese ha almeno un dominio, e il 5% ne ha più di uno. Il 65% delle micro imprese con un dominio, lo usa per leggere la posta e solo il 15% lo usa per fare comunicazione e marketing. Emerge altresì chiaramente che il 91% non fa alcuna attività di e-commerce. Il campione preso in analisi sottolinea un altro dato e cioè che facebook, nonostante i suoi 28 milioni di utenti, viene usato a fini imprenditoriali solo dal 27% degli intervistati mentre il 71% ammette di non avere nessuna pagina aziendale su nessun social network.
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