Primitive Technology, l’uomo delle caverne è su YouTube

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Da un anno un 30enne australiano pubblica video su come sopravvivere. Non ha contatti né mail. Eppure ottiene milioni di clic. “La sfida è vedere fino a che punto si può arrivare senza la tecnologia moderna”.
il “Primitivo” non ha un nome. O perlomeno non intende divulgarlo. Il primitivo preferisce non parlare perché “distrae”. Ha 30anni e vive chissà dove nel Far North Queensland, Australia. Di solito non indossa scarpe, non vuole l’aiuto manuale di esterni e odia Facebook. Questo è quello che del primitivo è dato sapere. Tutto il resto, è il suo obiettivo, lo racconterà in un libro. Ma intanto grazie ai suoi video in cui insegna a costruire capanne, utensili o armi a mani nude, come nell’età della pietra, è già diventato una star di YouTube.

Talmente famoso che il suo canale, Primitive Technology, nato nel maggio 2015 e da allora costantemente cresciuto, è un fenomeno che conta più di 2milioni di iscritti e ha filmati che superano i 13milioni di visualizzazioni. Eppure, all’apparenza, quello che fa è l’antitesi di internet, delle tecnologie, del mondo iper connesso.

Primitive Technology, l'uomo delle caverne è su YouTube
Primitive Technology, l’uomo delle caverne è su YouTube

Nei video il primitivo se ne sta seduto (o gira in piedi) senza dire una parola in mezzo alla foresta tropicale australiani e mostra, con dei veri video tutorial che gira e monta da solo, come realizzare qualunque cosa “senza nessun aiuto di attrezzi o materiali moderni. E’ una regola rigorosa. Per il fuoco ci sono i bastoni, il ferro viene forgiato, le pietre lavorate, le capanne si fanno con acqua, arbusti e fango. La sfida è vedere fino a che punto si può arrivare senza la tecnologia moderna” scrive nell’incipit del suo blog.

Usa soltanto l’ingegno, le mani nude e la forza, nulla più. Così, in 19 video perfetti per sopravvivere all’apocalisse o per isolarsi in una foresta vergine, ha realizzato finora ogni tipo di soluzione: dalla casa all’arco, dal ventilatore per portare il fuoco a temperature elevate all’ascia, dai cestini alle fionde. Tutto ciò che serve per vivere lui lo crea. Ha imparato da autodidatta: leggendo libri o spulciando fra articoli su internet.

Le uniche forme di comunicazione che questo ragazzo australiano ammette sono il suo canale YouTube (gira con una reflex), il suo blog wordpress e la piattaforma dove raccoglie fondi. Non ha una mail, non intende dire chi è e non rilascia interviste. Leggendo i commenti al suo blog, a cui risponde uno ad uno agli appassionati, di lui si scopre che aveva un lavoro, “tagliavo i prati”, ma fin da bambino la sua grande passione era immergersi nella natura e provare a costruire qualcosa come “facevano nel passato”. Ammira gli aborigeni, i loro usi e costumi, e per affinare le sue tecniche “ho provato spesso, sbagliando, riprovando e sbagliando ancora”. A un certo punto del 2015, con l’obiettivo di dedicarsi al suo stile di vita (ma continuando a vivere in una casa moderna) il primitivo ha acceso un fuoco, tagliato alberi, ammassato fango, raccolto sterpaglie e realizzato una casa: tutto come se fosse un uomo delle caverne.

Il primo video di questa sua impresa, 11 minuti sempre su YouTube, ha rapidamente raggiunto 13 milioni di views. Da allora è iniziato il fenomeno Primitive Technology e lui, che “a 11 anni ho fatto la mia prima casa di fango e ci ho dormito dentro”, ha capito che poteva diventare un lavoro. Sempre più persone, ipnotizzate a guardarlo comodamente sedute in ufficio o dal divano di casa, lo osservavano costruire in silenzio incominciando a interessarsi alle sue tecniche. Così ha aperto un canale per ricevere donazioni. “Vivo in una casa moderna e mangio anche io cibo moderno. Se per lavoro posso far vedere alle persone il mio hobby è un bene. Mi mantiene in forma e non costa nulla a parte tempo e fatica” scrive.

A ogni video viene inondato di richieste. Quale fango usare? Quali bastoni scegliere? C’è caldo nelle capanne? Quando il prossimo filmato? e via dicendo. Lui risponde a tutti e avverte di diffidare dai profili Facebook che, con il nome Primitive Technology, stanno nascendo. Non ama il social perché, racconta in un messaggio di risposta a un utente, “si prendeva percentuali sui clic ai miei video”.

In molti, dai fan ai media, gli chiedono dove si trovi, se possano contattarlo o collaborare con lui. Il primitivo declina ogni tipo di invito: vuole rimanere un mistero. Per un po’ ha pensato alla possibilità di aprire dei corsi di sopravvivenza e insegnare le sue tecniche ma burocrazia e assicurazioni lo hanno intimorito. “Un giorno, quando scriverò il mio libro, dirò il mio nome. Ma adesso non voglio media o persone intorno alla casa dei miei vicini o alla mia terra mentre cercano di scoprire dove è il mio rifugio”. I suoi ammiratori lo amano anche per questo, per la sua semplicità. “Cosa farò? Per ora continuerò a costruire cose e fare video, tutto qui”.

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