La Russia si crea una rete internet “privata” nazionale

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La Russia punta ad avere un’Internet “autosufficiente”. La proposta di legge è stata approvata dalla Duma e gli operatori si preparano a fare un test entro la primavera. Prove tecniche di cyber-war?

È possibile rendere completamente autosufficienti le infrastrutture Internet di una nazione? Secondo il parlamento russo sì.

La Duma ha infatti approvato in prima lettura una bozza di legge intitolata “Programma nazionale di economia digitale” che mette, tra i suoi obiettivi, quello di creare RuNet, una sorta di “Internet sovrana” che dovrebbe garantire il collegamento ai siti russi anche in caso di isolamento dal resto della Rete.

Lo scenario dal quale il governo russo vorrebbe tutelarsi è quello di un cyber-attacco che blocchi completamente Internet sul territorio della Federazione Russa e per farlo si starebbe progettando una struttura che consenta alle autorità di filtrare il traffico sulla base della sua origine.

Il progetto di legge non fornisce i dettagli, ma secondo le informazioni riportate da agenzie di stampa russe (qui l’articolo che suggeriamo di leggere con la traduzione automatica in inglese) la logica dovrebbe essere quella di “scartare” tutto il traffico proveniente dall’esterno e consentire solo il traffico interno, trasformando Internet, in caso di necessità, in una sorta di intranet.

Le conseguenze di questo progetto, però, sono tutt’altro che banali e stanno suscitando polemiche anche in Russia. Per arrivare a questo risultato, infatti, il governo dovrebbe avere il controllo totale degli exchange point.

Una situazione, questa, che solleva la questione della possibilità di censurare i contenuti con (ancora) maggiore efficacia rispetto a quanto accade adesso.

Vladimir PutinUno dei nodi focali, però, è quello che riguarda i server DNS. Per il momento, infatti, nessuno dei DNS primari si trova su territorio russo e la creazione di una RuNet funzionante richiederebbe la creazione di un circuito di DNS alternativo a quello attualmente in uso sul pianeta.

Un progetto, questo, che per la verità non è nuovo e per il momento era stato ventilato a livello di BRICS, il gruppo di “paesi emergenti” (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) che già in passato hanno mostrato una certa insofferenza nei confronti dell’egemonia statunitense nella gestione delle infrastrutture Internet.

Il prossimo passo, in ogni caso, si colloca in un orizzonte temporale piuttosto vicino. Il primo “test di autosufficienza” dovrebbe infatti tenersi entro il 1 aprile 2019.

L’esperimento prevederà la collaborazione di numerosi Internet Service Provider e comporterà un blocco della navigazione dall’interno verso l’esterno della federazione. Nulla si sa della durata che avrà il blocco o di come sarà gestito.

Tutta a vicenda, però, apre scenari completamente nuovi e che potrebbero impattare pesantemente sulla struttura stessa di Internet per come la conosciamo. Se altri paesi dovessero seguire questa strada, nel giro di poco tempo potremmo trovarci a utilizzare una Rete molto diversa da quella che conosciamo oggi. Con quali conseguenze, è tutto da vedere.

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