Multe, quando non pagarle. Tutti i motivi per fare ricorso. Valeria Zeppilli, avvocato dello studio Cataldi – laureata alla Luiss di Roma con una tesi in Diritto comunitario del lavoro – ha curato una sorta di decalogo per difendersi dalle contravvenzioni illegittime. Insomma un vademecum dell’automobilista che si sente inseguito da tutti i marchingegni possibili e sostanzialmente spennato, prima che educato. Dalla notifica tardiva alle lacune nei verbali; dalla targa non visibile alle strisce blu senza alternativa. Da autovelox e tutor non tarati – come invece prevede una sentenza della Corte costituzionale, ormai del lontano aprile 2015 –, al parcheggio lungo la carreggiata, quando la norma prevede ad esempio che “i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”. Insomma l’elenco per opporsi a una multa è davvero lungo e dettagliato. Nonostante tutto, però, osserva l’avvocato Zeppilli, “la percentuale di chi fa ricorso continua ad essere bassa. I cittadini non hanno una grande fiducia nella giustizia e nei suoi tempi. Allora, specie e gli importi non sono poi così elevati, rispetto al fastidio di andare dall’avvocato e seguire tutta la trafila, in tanti dicono pago e basta. Anche perché c’è sempre il rischio che la cosa non vada in porto. E perdendo il ricorso al prefetto, si deve pagare il doppio”
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