![La carne sintetica del futuro, inventata da Memphis Meats La carne sintetica del futuro, inventata da Memphis Meats](https://scienzamagia.eu/wp-content/uploads/2017/08/rs-meat.jpg)
Bill Gates e Richard Branson, la strana coppia in nome della carne sintetica. Una startup californiana, la Memphis Meats, ha raccolto 22 milioni di dollari per continuare a sviluppare il suo business: produrre hamburger senza uccidere animali. E ora i finanziamenti arrivano dai Paperoni d’America, oltre al colosso dell’agoalimentare Cargill.
C’era già il prestigioso apporto di Bill Gates, Google Ventures e Khosla Ventures, il meglio del capitale di rischio, nella raccolta di fondi per una delle start-up più innovative della Silicon Valley, la Memphis Meats. Ma ora a finanziarla sono scesi in campo anche altri grandi big dell’alimentare e dell’industria. La neonata azienda statunitense produce carne (per ora solo hamburger o polpette) senza fare strage di animali, ma usando le loro cellule, che si autoproducono. Via dunque stalle, macelli e sangue che scorre. Via l’alto tasso d’inquinamento che comporta allevare animali. E una strizzatina d’occhio a animalisti, vegetariani e ambientalisti.
Un business che oltre a Bill Gates è riuscito a conquistare il miliardario Richard Brandson, fondatore della Virgin e soprattutto la Cargill Inc, una delle più grandi aziende agricole mondiali (con sede anche in Italia), insieme a numerose imprese del settore alimentare e anche alcuni Istituti di ricerca in giro per il mondo. E il bottino è più che soddisfacente. La Memphis Meats è riuscita a raccogliere nel giro di pochi mesi 22 milioni di dollari, che prevede di utilizzare per continuare a sviluppare nuovi prodotti di carne “pulita” (questa la definizione), oltre a ridurre i costi di produzione a livelli comparabili a quelli di una semplice macelleria. E sì perché per ora un hamburger servito in un una birreria è venduto a costi che non tutti possono permettersi, più o meno 15 dollari, sei volte di più di quello incartato da McDonald’s.
Il primo è stato servito nel febbraio 2016. Ma la sfida è solo all’inizio. E il mercato è pronto a accoglierla perché i Millennials a differenza dei loro padri, sono molto più attenti all’ambiente e al consumo di proteine animali. Primo passo sarà una decisa crescita del personale, che verrà quadruplicato. Chef, scienziati creativi e uomini d’affari sono invitati a presentare i propri curricula. “Faremo la carne al piatto in modo più sostenibile, conveniente e delizioso – spiega Uma Valeti, M.d., co-fondatore e Ceo di Memphis Meats sul sito aziendale – perché il mondo ama mangiare carne ed è fondamentale per molte delle nostre culture e tradizioni. La domanda di carne cresce rapidamente in tutto il mondo. E noi vogliamo che il mondo continui a mangiare ciò che ama”.
A tenere le redini della raccolta fondi è stata DFJ, società leader nel venture capital, la stessa che ha accompagnato sul mercato Tesla, SpaceX andSkype. Entusiasta dell’investimento è Richiard Brandson, che spera che nel giro di qualche decennio “non avremo più bisogno di uccidere animali e la carne sarà pulita o costituita da sostanze vegetali, senza dover rinunciare al gusto”. Per Steve Jurvetson, partner di DFJ, “la pulizia della carne è un enorme cambiamento tecnologico, per l’umanità. E l’occasione per investire in qualcosa di così importante non capita spesso. E’ un momento in cui il potenziale d’investimento e il potenziale per partecipare al benessere del Pianeta non rientrano nei grafici (degli analisti di Borsa). Gli investitori stavano attendendo da anni questo momento e Memphis Meats è emersa come leader. E anche da Cargill arriva un commento entusiasta.
“Il nostro investimento in Memphis Meats è un modo per esplorare le potenzialità di questo crescente segmento del mercato delle proteine. L’azienda ha il potenziale per offrire ai nostri clienti e consumatori una scelta più vasta ed è allineata alla nostra missione per nutrire il mondo in modo sicuro, responsabile e sostenibile”. Il punto è il gusto al palato. Chi lo ha assaggiato assicura che c’è ancora qualcosa da aggiustare.
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