Il fumo delle sigarette riduce i telomeri nelle cellule

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Fumare fa invecchiare più in fretta, la prova è nel Dna. Accorcia le estremità dei cromosomi, legate alla capacità della cellula di ripararsi.

La prova è scritta nel Dna, per la precisione nei cromosomi: il fumo, infatti, accelera l’accorciamento delle loro estremità, chiamate telomeri, che sono un indicatore della capacità della cellula di rigenerarsi e ripararsi e della velocità di invecchiamento.

Rappresentazione grafica di un cromosoma e alle estremità, in rosa, i telomeri (fonte: AJC1, da Wikipedia)
Rappresentazione grafica di un cromosoma e alle estremità, in rosa, i telomeri (fonte: AJC1, da Wikipedia)

Lo indica uno studio presentato al Congresso Internazionale 2023 della Società Europea per la Medicina Respiratoria, in programma a Milano, e guidato dall’Università cinese di Hangzhou. La ricerca dimostra anche che smettere di fumare, invece, riduce considerevolmente il rischio di invecchiare prima del tempo.

I telomeri, sequenze ripetute di Dna che proteggono le estremità dei cromosomi, sono come le guaine di plastica o metallo alla fine dei lacci delle scarpe, che impediscono a questi ultimi di sfilacciarsi.

Ogni volta che una cellula si divide i telomeri si accorciano un po’, fino a diventare così corti che la cellula non riesce più a dividersi con successo e muore: questo fa parte del processo di invecchiamento. La lunghezza dei telomeri è stata collegata a molte malattie, come disturbi cardiovascolari, diabete e perdita di tessuto muscolare, ma finora pochi studi hanno indagato il rapporto con il fumo.

I ricercatori guidati da Siyu Dai, analizzando i dati genetici di quasi 500mila persone raccolti nella banca dati britannica Biobank, hanno ora scoperto che fumare accorcia in maniera significativa i telomeri dei cromosomi contenuti nei globuli bianchi, cellule che fanno parte del sistema immunitario. Inoltre, l’effetto risulta tanto maggiore quanto più grande è il numero di sigarette fumate abitualmente. Invece, per gli ex fumatori, gli autori dello studio hanno trovato solo una lieve tendenza verso cromosomi più corti, non significativa dal punto di vista statistico.

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