Dal Regno Unito è allarme taccheggi nei supermercati

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Carne, farmaci, carta igienica: nel Regno Unito è boom di taccheggi. Furti nei negozi aumentati del 24% nel 2023. Effetto inflazione o solo più criminalità? Le aziende hanno portato il problema sul tavolo del governo e anche negli incontri con gli analisti finanziari.

Il Regno Unito è alle prese con un nuovo problema. O meglio: con un problema vecchio quanto il mondo ma che oggi è particolarmente difficile da gestire e sopportare. Tanto da aver costretto i “big” della vendita al dettaglio, come Primark, Tesco, Target e Foot Locker, a portarlo al tavolo del governo e agli incontri con gli analisti finanziari.

È il boom dei taccheggi.

Londra ha una certa familiarità con il fenomeno. Secondo alcuni storici è proprio qui che è nato questo crimine. Effetto collaterale dell’essere stata per secolo la capitale mercantile più trafficata d’Europa.

Il termine ancora oggi utilizzato per identificare i taccheggiatori, shoplifter, è comparso per la prima volta in un libro del 1694, intitolato The ladies dictionary, che, oltre a spiegare come acconciare i capelli descriveva con dovizia di particolari la donna avvezza a rubare la merce esposta al mercato.

I piccoli furti rappresentano una costante secolare dell’economia e della società britannica (e non solo). Ma negli ultimi tempi, Oltremanica, se ne parla tutti i giorni.

La stampa locale abbonda non solo di cronache di ruberie, tentate o riuscite, al supermercato o ai grandi magazzini. I giornali propongono mappe delle zone più colpite dal problema e, persino, dei negozi che potrebbero essere presi di mira nelle prossime settimane. Previsioni statistiche mescolate a intuizioni investigative.

La portata numerica del fenomeno non è univoca. I dati della polizia dicono che i taccheggi registrati in un anno, fino a marzo 2023, sono aumentati del 24% ma che sono più o meno in linea con quelli dell’era pre-Covid.

Carne, farmaci, carta igienica: nel Regno Unito è boom di taccheggiCirca 340mila. Secondo il British Retail Consortium, l’associazione britannica che rappresenta il settore della vendita al dettaglio, il numero dei casi non può essere invece sceso al di sotto degli 8 milioni del 2022. L’ente ha rilevato anche che sono raddoppiati gli episodi segnati da violenza, aggressioni fisiche e minacce a mano armata.

Nel 2019 se ne contavano 450 al giorno. Oggi sono arrivati a quota 850. La gran parte si consuma nella cornice dei discount. Oltre la media sono gli incidenti avvenuti nei punti vendita Co-op, società di supermercati economici, che nel primo semestre di quest’anno ne ha contati mille ogni 24 ore.

Nessuna statistica spiega chi è chi ruba e perché lo fa. Prima fra le possibili cause c’è la crisi scatenata dall’inflazione e dal carovita. Povertà.

Le zone in cui le segnalazioni alle autorità di pubblica sicurezza hanno subito una forte impennata sono, non a caso, quelle più depresse del Paese: Cleveland, Nottinghamshire, Humberside, Northumbria, West Yorkshire e Durham. Anche la tipologia di prodotti portati via dagli scaffali la dice lunga. Si rubano soprattutto prodotti alimentari, proprio come secoli fa, e medicinali.

Tra la merce più a sottrazione furtiva c’è la carne e i farmaci pediatrici del marchio Calpol. Seguono latte artificiale, caffè, formaggio, burro e detersivi. Molti obiettano che è offensivo sostenere che la povertà genera furti.

E che l’indigenza incide poco sulla portata del problema che è invece di pura delinquenza. Questo è il fronte di quanti chiedono pene più severe per il taccheggio che una legge del 2014 ha relegato a “reato sommario” se relativo a furti da massimo 200 sterline di valore.

Dagli scaffali, certo, scompaiono anche prodotti di lusso.

Ma vedere la placca antitaccheggio sul pollo, sui rasoi da barba, sui cioccolatini e persino sulla carta igienica (come successo in un supermercato Tesco a sud di Londra) fa più impressione di quelle poste allo champagne in esposizione nelle catene chic.

Le perdite causate al settore ammontano a un miliardo di sterline all’anno. Sono 88 le aziende, tra cui anche Burberry, John Lewis e Marks and Spencer, che hanno chiesto l’intervento del Ministero degli Interni. Pesa anche il timore che prima o poi possa verificarsi un altro furto collettivo come quello organizzato dai teenager ad agosto, via Snapchat e Tiktok, al negozio JD Sports di Oxford Street.

Agli addetti alle vendite di alcuni supermercati è stato intanto chiesto di indossare telecamere di sicurezza, tipo quelle in dotazione ai poliziotti, per scoraggiare i malintenzionati. Balordi, cleptomani o disperati che siano.

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