Allarme tatuaggi: peggiorano la psoriasi

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I disegni con gli aghi acuiscono la malattia e la fanno esplodere quando è latente. Perché traumatizzano la pelle. Prima dicevano: Andateci  piano con gli aghi del tatuaggio. L’epatite C è in agguato. Oggi, al rischio tutt’altro che tramontato di beccarsi un’infezione al fegato dalle conseguenze imprevedibili, si aggiunge un’altra minaccia. Stavolta a intimorire i sostenitori del tattoing dovunque e comunque ci si mettono pure i dermatologi, che da Napoli lanciano l’allarme-psoriasi. La malattia della pelle che coinvolge le articolazioni (e non solo) potrebbe manifestarsi, e quindi diventare sintomatica, dopo essersi sottoposti a un tatuaggio. Un altro “attenti al lupo”, infondato? Altro che infondato, replicano gli specialisti che hanno partecipato a un corso organizzato dalla Scuola della psoriasi dell’università Federico II di Napoli secondo cui il 25 per cento dei pazienti già con diagnosi certa, potrebbe peggiorare dopo l’infissione dell’inchiostro nella cute. Ovviamente, un peggioramento localizzato.

Di più. Ci sarebbe anche il rischio di una malattia psoriasica fino a quel momento “nascosta” che improvvisamente esplode nell’area anatomica in cui è stato iniettato l’inchiostro. Come? Con rossore e desquamazione della cute, oggetto dell’attenzione dell’artista. “L’introduzione di pigmenti nella pelle per creare figure geometriche o schizzi elaborati – rivela Cataldo Patruno, docente nella scuola di specializzazione di Dermatologia – è una procedura complessa, che disturba l’equilibrio cutaneo e soprattutto può indurre una reazione infiammatoria locale tutt’altro che lieve. Una reazione che potrebbe essere il primo passo verso la psoriasi nei soggetti fino ad allora asintomatici. È una fascia predisposta, in cui il tatuaggio può diventare l’elemento scatenante attraverso l’infiammazione che attiva il sistema immunitario.  Si stima che almeno il 10 per cento della popolazione abbia uno o due geni che possono favorire la comparsa della psoriasi, ma solo il 2-3 per cento la sviluppa. In effetti, l’ipotesi è che i geni debbano ‘combinarsi’ con specifici fattori esterni scatenanti. Tra questi, figurano alcuni farmaci oppure le infezioni”.

Va ribadito che il meccanismo si attiva solo se e quando i geni interagiscono con i fattori esterni scatenanti. Il tatuaggio finisce sul banco degli imputati anche perché ritenuto un evento peggiorativo, sottolinea Nicola Balato, anche lui docente della Federico II e responsabile dell’ambulatorio della psoriasi: “Il 25 per cento degli psoriasici ha la cosiddetta risposta isomorfica, o fenomeno di Köebner. In sostanza, quando la pelle viene traumatizzata in qualsiasi modo, nell’area del trauma si sviluppa una reazione infiammatoria che “richiama” la psoriasi nella stessa zona, con la comparsa di una nuova lesione. Il fenomeno, più probabile se la psoriasi è in una fase instabile, può avvenire, per esempio, a seguito di ferite chirurgiche o ustioni, ma pure dopo l’esposizione ad agenti irritanti o perfino a seguito della puntura di insetti”.

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