Nel caso di Plutone l’attenzione dei ricercatori si è concentrata su Sputnik Planitia, un bacino depresso del diametro di circa 1000 chilometri situato vicino all’equatore. Qui gli strumenti hanno rilevato un’anomalia gravitazionale positiva. Ciò significa che il valore di gravità misurato è superiore a quello teorico, indicando la presenza sotto la superficie di una massa con una densità superiore a quella prevista: l’idea è che si tratti di un oceano “caldo”, cioè non completamente ghiacciato. D’altra parte, la superficie è indubitabilmente ghiacciata, e quindi la sua temperatura deve essere più bassa rispetto a quella dell’oceano.Da dove viene questo calore? E come si mantiene fredda la superficie? Kamata e colleghi si sono interrogati sulla sua possibile origine. Nel caso di un pianeta nano come Plutone, è da escludere un ruolo delle deformazioni di marea, dovute all’interazione gravitazionale con altri copri celesti, che invece possono riscaldare i satelliti ghiacciati. È da escludere anche un riscaldamento dovuto alla radioattività degli elementi presenti nel suo interno, considerato insufficiente a generare gli effetti osservati.
Una serie di considerazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche di Plutone ha portato gli autori ipotizzare un sottile strato di gas idrati, che agisce da isolante termico, impedendo all’oceano di ghiacciare completamente e mantenendo fredda la coltre ghiacciata superficiale.
Il gas intrappolato nel ghiaccio è con tutta probabilità metano. L’idea alternativa, basata sulla presenza di azoto allo stato gassoso, un gas volatile che avrebbe presto raggiunto l’atmosfera di Plutone, è stata scartata. Questo metano probabilmente era già presente nel materiale cometario che ha contribuito a formare il pianeta nano, oppure è frutto delle reazioni chimiche che avvengono nel suo nucleo roccioso. Ma è plausibile anche la presenza di metano delle due diverse origini.
Secondo gli autori, l’ipotesi di uno strato sottosuperficiale isolante di gas idrati potrebbe essere valida anche per altri corpi della fascia di Kuiper, l’ampia zona del sistema solare che si estende oltre l’orbita di Nettuno e che comprende anche Plutone.
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