Primi dati dal satellite ambientale italiano Prisma

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Dagli incendi in Iraq allo stato del Lago Trasimeno. Ecco le prime immagini del satellite italiano Prisma. Lanciato il 21 marzo dall’Agenzia Spaziale Italiana, il suo occhio iperspettrale riconosce la composizione chimica di tutto quel che guarda. E ora sono arrivate le sorprendenti fotografie che ha scattato.

Una zona agricola in Perù fotografata da Prisma 
Una zona agricola in Perù fotografata da Prisma

Francesco Longo è contento. Mostra le prime immagini del satellite italiano iperspettrale Prisma con un certo orgoglio e un sorriso largo stampato sul volto, Nel padiglione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), al Salone internazionale dell’aeronautica e dello spazio di Parigi, si sta stretti da ogni punto di vista. Fra droni, caccia, aerei di linea ed elicotteri, ci cono anche le agenzie spaziali che contano di più. Non è facile farsi notare. Fortuna che l’Asi in fatto di satelliti radar sta scrivendo un capitolo importante nell’osservazione delle Terra.

Prisma, che è stato lanciato il 21 marzo, è diverso dagli altri. Il suo sensore riesce a percepire la composizione chimica di quel che sta osservando senza che le condizione meteo possano interferire: il materiale con cui è stato costruito un capannone, lo stato di salute degli alberi di una foresta, il livello di inquinamento del mare lungo la costa. Non è il primo ad usare una tecnologia simile, l’analisi della rifrazione della luce (ogni materiale ha una propria firma spettrale), ma nessuno ha una tale ampiezza. E ora, a dimostrarlo, ecco le prime immagini.

Le aree aride di Castel Fusano, vicino Roma
Le aree aride di Castel Fusano, vicino Roma

“Fino ad oggi non potevamo avere la certezza che tutto a bordo funzionasse come previsto”, prosegue Longo. “Le sue fotografie hanno una risoluzione di circa trenta metri e vengono scattate a 614 chilometri di altitudine mentre il satellite viaggia a 27mila chilometri all’ora”. L’occhio di Prisma raccoglie informazioni su una porzione di superficie terrestre di 30 chilometri di larghezza e in un giorno osserva 200 mila chilometri quadrati. E di quel che vede, come dicevamo prima, riesce a dire molto. “E’ un altro pezzo importante dell’osservazione della Terra”, commenta Luigi Pasquali, amministratore delegato di Telespazio, che dalla sala controllo del Centro Spaziale del Fucino, ha raccolto le informazioni inviate da Prisma.

La concentrazione di alghe nel Lago Trasimeno
La concentrazione di alghe nel Lago Trasimeno

Informazioni di alto livello: Prisma ad esempio ha analizzato le acque del Lago Trasimeno, il quarto italiano (128 chilometri quadrati), in meno di due secondi individuando le colonie di alghe. In Perù ha invece rilevato i campi agricoli a rischio siccità, cosi come a Castel Fusano, ai margini di Roma, dove ha tracciato la mappa delle zone troppo secche. Ogni anno scoppiano 65 mila incendi in Europa, dei quali 85 per cento nell’area del Mediterraneo. Avendo la capacità di valutare lo stato della vegetazione attraverso la quantità di clorofilla e di acqua che contiene, il satellite ha unito i due dati in una mappa dei terreni da tenere sotto controllo. Ma l’immagine più spettacolare, nella sua drammaticità, è quella dei degli incendi di gas nei pozzi di Bassora in Iraq. Qui Prisma ha determinato non solo l’estensione degli incendi, ma anche quali sostanze chimiche si sono disperse nell’atmosfera e fin dove si sono spinte.

La dispersione di gas dagli incendi dei pozzi di Bassora, in Iraq
La dispersione di gas dagli incendi dei pozzi di Bassora, in Iraq

Costruito dalla Ohb e dalla Leonardo fra Milano e Firenze, messo in orbita dal vettore Vega della Avio di Colleferro, e fortemente voluto dall’ex presidente dell’Asi Roberto Battiston, Prisma è un assaggio di quel che si potrebbe fare con una costellazione di satelliti iperspettrali. Da solo infatti ha dei limiti passando sullo stesso punto ogni 29 giorni. Ma nel 2023 sarà affiancato dall’israeliano Shalom, che ha una risoluzione di 10 metri, e da un Sentinel dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) che sarà in orbita nel 2027. “Per allora qui in Italia dovremmo aver acquisito una capacità di lettura delle immagini iperspetrali superiore a quella degli altri”, conclude l’ingegnere dell’Asi. Essere, insomma, il punto di riferimento.

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