Monte Bianco, i carotaggi per studiare il clima che cambia

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Un’équipe internazionale di glaciologi e ingegneri – francesi, italiani, russi e americani – in azione sul Col du Dôme (4.300m, Monte Bianco) per prelevare le prime ”carote-patrimonio” con l’obiettivo di costituire la prima biblioteca mondiale degli archivi di ghiaccio estratti dai ghiacciai minacciati dal riscaldamento globale. Tre carote di ghiaccio di 130 metri ciascuna sono state estratte e poi calate in elicottero a valle e trasportate a Grenoble al Laboratorio di glaciologia e geofisica dell’ambiente (LGGE) dell’Università di Grenoble Alpes e del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica, garantendo una rigorosa catena del freddo. Una delle tre carote sarà analizzata nel 2019 per costituire una base dati a disposizione di tutta la comunità scientifica mondiale. Le altre due carote saranno trasportate per nave e veicolo cingolato sugli altipiani antartici, nel 2020, dove saranno conservati in tutta sicurezza per molti secoli nella base Concordia gestita dall’Istituto polare francese ”Paul Emile Victor” e dal suo partner italiano, il Programma Nazionale Ricerche in Antartide (PNRA). Alla fine della missione, un patrimonio di decine di carote di ghiaccio sarà conservato in una grotta scavata sotto la neve a -54°C, il più sicuro – e naturale – congelatore del mondo. In 10 anni, la temperatura dei ghiacciai del Col du Dôme e dell’Illimani è aumentata di 1,5/2 gradi. A questo ritmo, si stima che la loro superficie subirà episodi di fusione sistematica da qui a qualche anno o decennio. Con questa fusione e con il colare dell’acqua attraverso gli strati di neve sottostanti spariranno per sempre pagine uniche della storia del nostro ambiente. GUARDA IL VIDEO

Il ghiacciaio Col du Dôme rappresenta la prima tappa di un progetto più ampio iniziato nel 2015 dai laboratori di glaciologia dell’Università Grenoble Alpes, dal CNRS, dall’Università Cà Foscari Venezia e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, sotto l’egida della Fondazione Università Grenoble Alpes. Una seconda missione, più lunga e complessa, si svolgerà nel 2017 nelle Ande boliviane (ghiacciaio Illimani). Altri paesi sono già candidati per entrare a fare parte del progetto e salvaguardare i loro ghiacciai e quelli a cui hanno accesso: Germania, Austria, Svizzera, Brasile, Stati Uniti, Russia, Cina, Nepal, Canada.

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