Ogni progresso tecnologico può influire drammaticamente sul mondo del lavoro. E c’è sempre qualche vittima, prima che le società si adattino alla novità. È capitato con la rivoluzione industriale, con i computer, con l’internet 2.0. E capiterà ancora in futuro, forse più platealmente, quando robot e computer impareranno a fare il nostro lavoro, meglio di noi. Un recente sondaggio svolto tra 350 dei maggiori esperti mondiali di intelligenza artificiale delinea una timeline dei progressi che potrebbero arrivare nei prossimi decenni nel campo dei computer e della robotica. E, incidentalmente, rivela alcune delle professioni più a rischio, e quando (ipoteticamente) potrebbero essere soppiantate dalle macchine.
Gli autori del sondaggio hanno quindi fatto una media delle risposte dei partecipanti, ottenendo un quadro piuttosto preciso di cosa si aspettano i protagonisti di questa rivoluzione: per loro l’avanzata delle macchine è inesorabile, e procederà a tappe serrate. Si inizierà sottotono: in 3 anni le intelligenze artificiali giocheranno meglio di noi ad Angry Birds, per vincere sei mesi più tardi le World Series di poker, e arrivare ad imparare come piegare la nostra biancheria entro cinque anni e sei mesi. Tra 10 anni sapranno anche trascrivere qualunque discorso parlato (anche con forte accento e se “ascoltato” in ambienti rumorosi), rimpiazzeranno gli operatori umani dei call center di banche e servizi simili, parleranno con voci indistinguibili da quelle umane e sapranno scrivere piccoli temi come ragazzi del liceo.
A stretto giro inizieranno però le vere conquiste, difficili da ingnorare: tra 11 anni i computer produrranno canzoni in grado di entrare tra le 40 più ascoltate negli Usa, guideranno i camion meglio di un pilota umano, e batteranno qualsiasi atleta umano in una maratona di 5 chilometri. Passando quindi alle cose serie, in media gli esperti intervistati pensano che tra 15 anni i robot saranno in grado di lavorare come commessi in un negozio, entro 33 anni scriveranno best seller e raggiungeranno le capacità matematiche di uno studente universitario. Tre anni dopo, nel 2053, ruberanno il lavoro ai chirurghi umani. E infine tra 45 anni, cioè nel 2062, raggiungeranno quella che viene definita “High-level machine intelligence”: il momento in cui una macchina, senza alcun aiuto esterno, potrà svolgere qualunque lavoro meglio, e più economicamente, di un essere umano.
È a quel punto che verremo soppiantati? Non proprio, ma accadrà anche questo: secondo gli esperti infatti nel giro di 120 anni tutti i lavori umani saranno svolti da robot e computer. Che ne sarà di noi a quel punto è difficile da prevedere. La società umana potrebbe evolvere in meglio, o potrebbe ricevere un colpo definitivo. Dal canto loro gli esperti sono, ovviamente, ottimisti: gli sviluppi delle Ai avrebbero il 25% di probabilità di rivelarsi positivi, e il 20% di rivelarsi estremamente positivi (piuttosto che rivelarsi semplicemente ininfluenti). E ci sarebbe solo il 5% di probabilità che robot e intelligenze artificiali producano effetti catastrofici, come a dire: l’estinzione della razza umana. A ben pensarci, un pericolo non da poco. E infatti per quanto le probabilità sembrino limitate, il 45% degli esperti ritiene che le ricerche volte a minimizzare i rischi delle Ai dovrebbero essere considerate una priorità.
Queste le previsioni degli esperti. Ma quanto sono affidabili? Non molto, ammettono gli stessi autori della ricerca, almeno a guardare simili esperimenti svolti ad esempio nel campo delle scienze politiche. I progressi della tecnologia – ricordano però i ricercatori – continuano a dare frutti con una cadenza estremamente regolare, e questo potrebbe rendere più facile prevederne gli esiti futuri. Molte delle tappe immaginate dagli esperti, comunque, sono situate nei prossimi 5 o 10 anni, e non ci sarà da attendere troppo per scoprire se avranno avuto ragione.
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