SEPOLTI laggiù ci sono gli antenati dei costruttori di
Stonehenge. Ne sono convinti gli archeologi dell’Università di Reading che in questi giorni hanno annunciato di aver fatto una importante scoperta: nell’area delle famose pietre sospese hanno individuato, a diversi metri di profondità, quella che potrebbe essere una “casa dei morti” risalente a più di 5mila anni fa in grado di ospitare i resti dei predecessori di coloro che hanno realizzato il misterioso sito inglese. Si tratta di tumuli rinvenuti nel “Cat’s Brain”, nella valle di Pewsey, Wiltshire.
Per la prima volta dopo mezzo secolo gli studiosi stanno ora compiendo un’inchiesta approfondita e completa di quest’area nella speranza di ottenere risposte che ancora oggi non trovano certezze, come quelle relative alla reale datazione del sito del neolitico che si pensa fosse utilizzato come osservatorio astronomico. La zona dove è stato individuato il tumulo si trova a metà strada tra Avebury e Stonehenge e la sua esistenza era già nota, ma non la presenza sottostante di questa cosiddetta “casa dei morti”.
Da Stonehenge alla Sardegna, il mistero delle costruzioni in linea con le stelle
Da sempre gli archeologi si interrogano sul mistero di celebri costruzioni dell’uomo risalenti al Neolitico, che sembrerebbero seguire la disposizione di astri e pianeti. L’ultima scoperta è stata effettuata da alcuni studiosi dell’università di Adelaide e pubblicata sul Journal of Archaeological Science: la posa dei primi monoliti in Gran Bretagna risalirebbe a 3000 anni prima di Cristo. Grazie all’osservazione e all’uso della statistica che consente di determinare in maniera quantitativa le connessioni astronomiche con i cerchi di pietre, i ricercatori hanno riscontrato una grande concentrazione di allineamenti in direzione del Sole e della Luna in alcuni siti scozzesi che sarebbero precedenti di circa 500 anni rispetto alle molto più celebri costruzioni di Stonehenge. In Europa sono molti i siti che hanno destato la curiosità di archeologi e studiosi anche grazie al misterioso legame con stelle e pianeti.
La nuova zona scoperta è costituita da due fossati che affiancano un edificio centrale: grazie a una indagine geofisica e fotografie aeree gli esperti hanno tracciato quello che dovrà essere il punto degli scavi che dovrebbero partire a breve. “Abbiamo un’opportunità fantastica. Scaveremo utilizzando le più recenti tecnologie e siamo consapevoli di poter scoprire qualcosa di finora sconosciuto su Stonehenge. Per esempio le origini degli antenati di chi ha costruito tutto questo” ha detto il dottor Jim Leary della Scuola di archeologia.
“Stiamo per entrare in un edificio nascosto per migliaia di anni – gli fa eco la collega Amanda Clarke – ed avere un raro sguardo su questo importante periodo storico”.
Stonehenge, complesso neolitico nel sottosuolo: la scoperta rivelata dai radar
Con l’utilizzo di strumenti hi-tech in grado di scansionare il sottosuolo, un gruppo di studiosi provenienti da tutta Europa, diretto dal professore Vince Gaffney dell’Università di Birmingham, ha scoperto un complesso neolitico a una distanza di poco più di un chilometro e mezzo da Stonehenge. Si trova a una profondità di oltre quattro metri ed è formato da grosse pietre, disposte lungo una linea di tre chilometri. Il complesso monumentale sembra essere dodici volte più grande di Stonehenge. “Finora non avevamo assolutamente idea che le pietre fossero lì” afferma Vince Gaffney .
Il team di lavoro sta operando all’interno di un progetto triennale con l’obiettivo di recuperare manufatti, ossa e altre prove da analizzare. Oltre al tumulo, verrà fatto un lavoro approfondito anche su Marden Henge, costruita intorno al 2.400 a.C nella valle di Pewsey, finora un sito poco esplorato dal punto di vista archeologico.
Lascia un commento