Omeopatia, Inefficace dal punto di vista scientifico, e talvolta anche dannosa

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L’FDA annuncia controlli più severi sui rimedi omeopatici. L’ente statunitense che regola i prodotti alimentari e farmaceutici tutelerà i consumatori dai “preparati naturali” contenenti sostanze pericolose e da quelli indirizzati a fasce vulnerabili della popolazione o spacciati come cure contro gravi malattie.

La Food and Drug Administration (FDA), l’ente governativo che negli Stati Uniti si occupa dell’approvazione di farmaci e alimenti, ha annunciato controlli più attenti su alcune categorie di prodotti omeopatici che potrebbero recare danno alla salute dei consumatori. Si tratta del primo tentativo di regolamentazione dal 1988, anno in cui le regole base in vigore per i prodotti farmaceutici, come l’obbligo di specificare gli “ingredienti” sulle etichette, furono estese anche ai cosiddetti “rimedi naturali”.

L’omeopatia si basa sull’idea sviluppata alla fine del ‘700 da un medico tedesco, Samuel Hahnemann, che la stessa sostanza che nelle persone sane e ad alte dosi causa una malattia, a dosaggi infinitesimali nei malati la possa curare. In base a questo principio sarebbe possibile curare le persone attraverso l’assunzione di minime dosi delle stesse sostanze che causano un disturbo. Diluendole in acqua o alcol – secondo i principi omeopatici – si otterrebbe un liquido che ne conserva la “memoria” e che attiverebbe la risposta immunitaria dell’organismo.

Proprio sull’estrema diluizione degli estratti “curativi” si sono concentrate finora le critiche della scienza: i preparati omeopatici studiati nel tempo sono talmente diluiti da non avere più efficacia dell’acqua fresca. I risultati che pure in qualche caso danno, sono dovuti all’effetto placebo, un principio di cura fondamentale anche nella farmacologia tradizionale.

Ma parlando di quantità, può anche sussistere il problema opposto: se nella maggior parte dei casi i preparati omeopatici sono inefficaci, in alcune circostanze assunti in dosi massicce possono essere pericolosi, proprio per gli estratti che contengono.

FUORI CONTROLLO. Finora i prodotti omeopatici – che negli USA alimentano un giro d’affari di 3 miliardi di dollari (2,5 miliardi di euro) – sono rimasti in una sorta di zona grigia: non richiedono alcuna revisione prima di essere messi in commercio, ma possono essere proposti come rimedi per specifici sintomi e condizioni, in modo analogo ai farmaci convenzionali.

PIÙ ATTENTI A… In questa caotica situazione di mercato la FDA ha annunciato che renderà sua priorità i controlli su alcune categorie specifiche di prodotti omeopatici:

# quelli per i quali siano stati riportati effetti collaterali o frequenti errori di somministrazione, o che possano contenere ingredienti tossici e pericolosi, da soli o per interazione con altri;

# quelli con somministrazione diversa da quella orale o topica (per esempio i preparati iniettabili) perché potrebbero causare problemi di assorbimento o forme di contaminazione dovuti ai mezzi con cui si assumono;

# quelli indirizzati a fasce vulnerabili della popolazione, come bambini e anziani, oltre a quelli che siano presentati come cura di gravi malattie, come cancro, problemi cardiaci e dipendenza da oppioidi e alcol.

Quest’ultimo punto è particolarmente delicato: non solo perché chi sta lottando contro gravi malattie è più esposto a tentativi di raggiro e proposte di “guarigioni miracolose”, ma anche perché l’assunzione di determinate sostanze potrebbe causare interferenze (ritardi o discontinuità) in terapie farmacologiche tradizionali di comprovata efficacia.

PRECEDENTI DANNOSI. La decisione arriva dopo una serie di episodi in cui prodotti omeopatici sono risultati pericolosi per l’incolumità dei consumatori. Lo scorso anno, compresse e gel omeopatici per la dentizione dei bambini negli USA sono stati associati a 400 episodi di eventi avversi (alcuni anche gravi, come convulsioni) e 10 morti nei piccoli utilizzatori. Le successive analisi dell’FDA su alcuni di questi prodotti omeopatici hanno registrato un contenuto di belladonna, una pianta che in quantità elevate può risultare velenosa, molto più alto di quello indicato sulla confezione e in generale in dosi non costanti e mal distribuite. Inoltre nei bambini sotto i due anni la risposta alla pianta – comunemente impiegata in omeopatia come antinfiammatorio, ma le cui bacche sono velenose – non è prevedibile. Il prodotto, proprio per questi due motitvi, è stato poi ritirato.

Nel 2009 la FDA aveva bloccato anche la commercializzazione di un prodotto intranasale a base di zinco gluconato, dopo che un centinaio di consumatori aveva lamentato una perdita di sensibilità olfattiva. Altre sostanze omeopatiche ritirate di recente negli USA contenevano stricnina, un veleno per topi.

MAGGIORE ATTENZIONE. Lo scorso anno, un giro di vite era stato fatto contro le dichiarazioni illusorie e altisonanti sui prodotti omeopatici. Questa volta si è scelta la tutela dal rischio opposto: se nella maggior parte dei casi il prodotto è inefficace perché il principio omeopatico è molto diluito, in questi casi il legislatore americano vuole evitare che formulazioni più concentrate siano dannose, nel contenuto o nelle modalità o nelle dosi di assunzione.

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