Nuovo dispositivo V-LAP con AI per monitorare il cuore

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Scompenso cardiaco, un microcomputer per salvare i pazienti. Impiantato fra le due camere del cuore, il dispositivo l’insuficcienza cardiaca e comunica i dati via wireless al medico. Il sistema potrebbe aiutare a regolare le terapie e ad evitare ricoveri, frequenti in questa malattia

Tecnologie avanzate ed intelligenza artificiale possono aiutare i pazienti che soffrono di insufficienza cardiaca, circa il 10% delle persone con più di 65 anni. Oggi al vaglio della ricerca c’è un piccolissimo dispositivo, un microcomputer wireless che, se impiantato nel cuore, monitora in maniera continua l’insufficienza cardiaca (o scompenso cardiaco): in questo modo può aiutare medico e paziente a gestire meglio la patologia e a evitare quanto più possibile i frequenti ricoveri. Il microcomputer V-LAP, sviluppato dall’azienda Vectorius, è già stato impiantato in poco più di 10 pazienti in tutto il mondo, di cui tre – e un quarto a breve – in Italia. Ne abbiamo parlato con Filippo Crea, direttore della Cardiologia alla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs, il cui gruppo ha effettuato due impianti, uno a giugno 2019 e l’altro a febbraio 2020 e che ora si appresta a effettuare il terzo.

A cosa serve il microcomputer

Scompenso cardiaco, un microcomputer per salvare i pazientiFra le persone con più di 65 anni l’insufficienza cardiaca è la prima causa di ricovero e in qualche caso – in uno su 10 – anche di decesso. “Molti pazienti hanno un’insufficienza cardiaca grave e devono essere ricoverati ripetutamente”, sottolinea Crea. “Pertanto un monitoraggio continuo della patologia come quello con un sistema di questo genere, un microcomputer wireless, potrebbe aiutare a ridurre ricoveri e complicanze”. Lo strumento consente di misurare la pressione del sangue in una camera cardiaca, l’atrio sinistro, come spiega l’esperto, che rappresenta la stima più accurata che possiamo ottenere del livello di insufficienza cardiaca. “Non è possibile svolgere questa misura in altro modo, se non con un intervento di cateterismo cardiaco”, prosegue Crea. “In questo caso si inserisce un catetere che viene poi subito rimosso e che dunque non permette un monitoraggio ripetuto – intervento peraltro ancora più complicato in era Covid-19”.

Come funziona

Basato su algoritmi di intelligenza artificiale per monitorare il cuore, il dispositivo V-LAP viene impiantato nel setto interatriale, una piccola apertura fra i due atri cardiaci. L’impianto è un intervento mini-invasivo, della durata di circa un’ora, e richiede che il paziente rimanga una notte in ospedale. “Il microcomputer non va a batterie e viene ricaricato dall’esterno, senza bisogno di nuovi interventi, per cui ha una durata illimitata”, spiega Crea. “Dopo l’impianto al paziente basterà indossare una cintura intorno al torace per avere la misura e condividere i dati via wireless con il proprio medico”. Il paziente e il medico possono trovarsi ovunque, anche molto lontani.

Adattare tempestivamente la terapia

“L’idea è che con questi dati, che possono essere raccolti e inviati tramite wi-fi anche tutti i giorni”, aggiunge il cardiologo, “lo specialista possa avere una fotografia sempre aggiornata del grado di insufficienza cardiaca del paziente e intervenire precocemente cambiando la terapia, qualora i valori presentino delle anomalie”. Nell’insufficienza cardiaca, infatti, il trattamento, che spesso consiste nell’assunzione di diuretici, deve essere calibrato con accuratezza e cambiato a seconda dell’andamento della malattia. “Aggiustamenti ripetuti servono a ridurre sintomi e effetti collaterali legati alle terapie che possono poi peggiorare le condizioni”, spiega Crea. “In ultimo l’obiettivo è evitare che la persona, non curata adeguatamente, vada incontro a un ricovero e a danni importanti”.

Il microcomputer è sicuro

Attualmente sono già stati effettuati poco più di 10 impianti in tutto il mondo. “Siamo ancora agli inizi della sperimentazione, che ha fornito primi dati promettenti”, commenta l’esperto. “Per ora i risultati dei pazienti in Italia e nel mondo permettono di affermare che l’approccio è sicuro. Il prossimo passo riguarda la valutazione dell’efficacia del trattamento”. Il gruppo di Crea ha impiantato due microcomputer wireless in due pazienti in Italia, di cui uno più di un anno fa, a giugno 2019. “A distanza di un anno il paziente ha mostrato di tollerare bene il dispositivo e in questo periodo non è stato ricoverato per insufficienza cardiaca”, conclude Crea. “Continueremo a monitorarlo per capire meglio qual è l’impatto del microcomputer sulla sua salute cardiaca. Ora abbiamo in programma un terzo impianto, che si terrà al Gemelli nella seconda settimana di agosto 2020”.

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