
Ecco allora che a farsi carico dei destini dell’ecosistema ecuadoriano scende in campo un’altra tartaruga, di tutt’altra tempra. Sta a George come il giorno alla notte, e pare che la compagnia del gentil sesso non le dispiaccia affatto: dal 1977, da quando ha lasciato lo zoo di San Diego per tornare sui lido delle Galapagos, Diego, testuggine dalla libido irrefrenabile, ha messo al mondo ben 350 esemplari (c’è chi dice perfino 800) salvando, grazie al suo appetito, le sorti della Chelonoidis hoodensis, la sua specie, che già si era incamminata sulla strada dell’estinzione.
Galapagos: il regno di Diego, tartaruga Casanova
Dal 1959, quando l’arcipelago dell’Oceano Pacifico è diventato parco naturale protetto, una crescente attenzione è stata riservata alla tutela e alla preservazione delle specie esistenti. Per questo motivo cinque anni fa la morte di “Lonesome George” (George il solitario, ndr) è stata un duro colpo per tutti, soprattutto per ambientalisti e scienziati uniti da anni dalla speranza di riuscire a garantire una prole al solitario riluttante e salvarne, così, la specie. Solo successivamente l’autopsia sul corpo del povero George ha rivelato che la sua infertilità dipendeva da un problema all’apparato riproduttivo. La lista delle specie estinte è arrivata così a quota 11, su 115 originarie registrate sull’arcipelago.
E così, mentre George, imbalsamato e dichiarato “patrimonio culturale del popolo” continua ad essere un’attrazione per i quasi 200.000 turisti che visitano ogni anno le Galapagos, Diego si dà da fare per assicurare continuità alla sua dinastia. In verità, sull’arcipelago che ispirò Charles Darwin e le sue teorie sulla selezione naturale, c’è anche un altro concorrente a sfidare il maschio alfa, meno noto di lui ma molto prolifico. Per ora è solo il “maschio numero 3”, ma promette bene e in futuro potrebbe superare anche il record dell’attuale tartaruga-Casanova e assicurare la diversità genetica nella specie.
Una delle preoccupazioni degli scienziati, infatti, è che l’assenza di variabilità genetica renda più vulnerabili le tartarughe, esponendole a malattie e cambiamenti climatici. Timore non condiviso da altri, che sottolineano al contrario la grande capacità di adattamento che da sempre contraddistingue la fauna dell’isola. Per ora niente paura. Il divo Diego sarà in piena stagione d’amore fino a giugno, ma tutti gli altri possono dormire sonni tranquilli anche dopo. Con le sue performance erotiche Casanova ha già salvato la sua specie.
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