Ogni anno le risorse della Terra finiscono prima: per l’Italia è l’Overshoot day. Se la Terra fosse una casa con muri e soffitto, da oggi dispensa e frigorifero a disposizione dell’Italia per il 2019 sarebbero già completamente vuoti. Siamo solo al 15 maggio e il nostro Paese ha già raggiunto l’Overshoot Day – il giorno del sovrasfruttamento – cinque giorni dopo la media dei vicini europei ma due mesi e mezzo prima di quello ufficiale al livello planetario. Il campanello d’allarme arriva dall’ultimo rapporto del Fondo Mondiale per la Natura (Wwf) e del Global Footprint Network, pubblicato a meno di due settimane dalle elezioni europee. L’Overshoot Day della Terra intera si colloca di solito nel mese di agosto, ma nei fatti ogni anno arriva sempre prima.
Nel 2019 quello della piccola Europa è arrivato ben prima, il 10 maggio, e oggi tocca proprio all’Italia. Vuol dire che lo Stivale ha già esaurito tutte le risorse naturali a disposizione sulla Terra, ledendo così alla sua biocapacità, il che vuol dire non avere il tempo necessario per rigenerare gli ecosistemi.
L’Overshoot Day si calcola confrontando l’impronta ecologica di ogni singolo cittadino – in questo caso italiano – con la biocapacità, cioè la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante. Secondo i ricercatori l’impronta ecologica “include le aree biologicamente produttive necessarie a produrre cibo, fibre e legname che la popolazione di quel paese consuma, ad assorbire i materiali di scarto – come le emissioni di CO2 – prodotti per generare l’energia che un Paese utilizza e a sostentare le infrastrutture che il paese realizza”.
Il nostro Pianeta è in grado solo in parte di rinnovare ciò che continuamente gli chiediamo: campi per coltivare cibo e fibre, nutrire gli animali, produrre oli e carburanti; foreste da cui ricavare legname e che sequestrino CO2; pascoli per allevare e produrre carni, latte, pelli e lana; pesci che già peschiamo oltre il consentito, suolo che occupiamo con nuove infrastrutture. Sono tutte risorse alle quali ogni giorno italiani – e tutti gli altri abitanti del Pianeta – attingono a piene mani per svolgere tutte le attività necessarie alla loro sopravvivenza, dalla produzione di cibo fino alla costruzione di case ed infrastrutture. Se i ritmi di consumo degli italiani fossero quelli di tutti gli abitanti del pianeta, avremmo bisogno di 2,72 Terre per soddisfare tutte le nostre richieste.
Molto di più del debito che già l’umanità intera sta accumulando, spendendo risorse che non ha, pari alle ricchezze naturali di 1,7 Terre, e che il pianeta non è più in grado di rigenerare. In ciascun paese Ue, Italia compresa, la voce più costosa nella bolletta dell’impronta ecologica è quella delle emissioni di CO2, seguita dal fabbisogno di suolo e legname della foreste e dalla richiesta di terre da coltivare.
Globalmente il vecchio continente è un cattivo alunno, ma il meno virtuoso tra i 28 è il piccolo e ricco Lussemburgo, che ha consumato le sue risorse a disposizione dopo soli 46 giorni dall’inizio del 2019, esaurite lo scorso 16 febbraio. La Bulgaria è invece la nazione più parsimoniosa, che avrà risorse a sufficienza fino al 22 giugno. Per l’Italia l’Overshoot Day è proprio oggi, così come dai vicini francesi e in Polonia.
In base al rapporto, l’impronta ecologica di ogni italiano – l’area necessaria a provvedere a ciò che ciascuno di noi consuma – è di 4,4 ettari globali (gha) mentre la biocapacità che esiste realmente in Italia per ogni cittadino è di 0,9 gha.
Nel 2019 ogni abitante dell’Italia sarà quindi in deficit con la Terra di 3,5 gha. Ancora una volta l’Italia fa peggio di altri paesi del Mediterraneo, quali Spagna, Grecia e Portogallo, che raggiungeranno la fatidica scadenza rispettivamente il 28, il 20 e il 26 maggio. Storicamente la principale incidenza del debito accumulato dagli italiani col Pianeta riguarda il settore dei trasporti e la produzione di cibo, con un consumo troppo elevato di energia, acqua, terreni e foreste.
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