San Lorenzo, meteoriti e stelle cadenti. Materia spaziale che ci arriva a domicilio e può essere toccata con mano, le meteoriti offrono un’opportunità straordinariamente economica per studiare le origini del Sistema solare. Ogni giorno ne giungono a terra tra le 10 e le 50. Quando saranno più visibili?
Il filosofo Anassagora pensava che fossero pezzetti di Sole, per Aristotele erano fenomeni della bassa atmosfera, mentre Seneca pensò: “Sicuramente stelle non sono, perché altrimenti verrebbero a mancare nel cielo”.
Il fenomeno delle stelle cadenti ha sempre affascinato chiunque ma oggi è noto che sono dei sassi a cadere dal cielo. Piccoli come granelli di sabbia ma a volte grandi anche fino a un metro, di tipo roccioso, metallico o di composizione mista.
L’appuntamento più conosciuto con le stelle cadenti è quello della notte di San Lorenzo (10 agosto), tuttavia l’orologio celeste si muove e quest’anno il picco di visibilità sarà nella notte fra il 12 e il 13 agosto, ma in caso di maltempo non disperate: come sempre la pioggia di stelle cadenti sarà distribuita in un arco di più giorni (o meglio, notti).
SCUDO SPETTACOLARE L’atmosfera terrestre frena e brucia, quasi sempre del tutto, questi proiettili cosmici (viaggiano a decine di migliaia di km/h!) rendendoli visibili come stelle cadenti. Ma se le dimensioni originali superano qualche decina di cm, può capitare che essi riescano a raggiungere il suolo. Si parla, in questo caso, di meteorite.
QUANTI? Si stima che ogni giorno arrivino a terra tra le 10 e le 50 meteoriti. Ma sono poche quelle ad essere ritrovate, in quanto la Terra è composta per circa il 75 per cento da acqua e da molte aree desertiche. Eppure le meteoriti hanno colpito persino delle persone. Nonostante la loro imprevedibilità, ritrovare le meteoriti è importante. Si tratta di materia spaziale che arriva a domicilio e può essere toccata con mano. Un modo molto economico di investigare le nostre origini. Le meteoriti infatti ci raccontano il loro viaggio fino a noi: dall’analisi della composizione chimica, dall’età e dalla morfologia è possibile risalire alla loro provenienza. È probabile che siano frammenti di asteroidi e comete, che sono i progenitori principali, ma alcune meteoriti potrebbero provenire anche dalla Luna o da Marte.
QUESTIONE D’ETÀ Meteoriti con datazioni disparate hanno consentito di studiare l’evoluzione della fascia principale degli asteroidi. Ma le meteoriti ci raccontano anche la storia del Sistema solare. Alcune sono datate ben 4,6 miliardi di anni e rappresentano dei veri e propri testimoni oculari delle prime fasi di formazione del Sistema solare, quando la nebulosa protoplanetaria cominciò a dare forma ai pianeti, agli asteroidi, alle comete. Altre invece, sono addirittura più antiche.
MINERALI ALIENI Recentemente, sono stati scoperti nuovi minerali nella composizione di meteoriti rinvenute in diverse parti del mondo, tra cui quello chiamato rubinite, ricchissimo di titanio e trovato in una meteorite di oltre quattro miliardi di anni. Di grande interesse è andare a caccia di acqua e molecole organiche, la cui scoperta permetterebbe di rispondere alle seguenti domande: sono stati questi ciottoli cosmici a portare l’acqua sul nostro pianeta? Esiste la vita, seppure in forma batterica, su altri corpi rocciosi del Sistema solare? Quali sono le condizioni necessarie affinché essa si sviluppi? Uno dei lavori che hanno suggerito la presenza di vita batterica su Marte consiste proprio nello studio di una meteorite ritrovata in Antartide circa 30 anni fa.
COME TROVARE I METEORITI? Raccogliere campioni numerosi di meteoriti è il passo fondamentale per compiere studi statistici. Tuttavia, l’identificazione di una meteorite non è affatto semplice, a meno che non si assista in diretta alla caduta. Un grande contribuito alle collezioni di meteoriti di tutto il mondo viene dai ritrovamenti nelle regioni polari o nei deserti, dove le meteoriti, tipicamente molto scure, non passano inosservate.
Per studiare le meteore brillanti e recuperare eventuali meteoriti, è stata istituita Prisma, una rete di sorveglianza automatica del cielo, su iniziativa dell’Inaf e con collaboratori sia professionali che amatoriali. Essa prevede l’installazione di telecamere all-sky sparse per il territorio nazionale.
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