Empedocle il mago filosofo

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Vicino alla tradizione pitagorica sembra ci fosse un altro grande della filosofia greca ovvero Empedocle di Agrigento la cui vita è circondata da molte leggende.

Diogene Laerzio ne tramanda un’immagine particolarmente colorita tuttavia forse non lontana dal vero perché in armonia con l’immagine che lo stesso filosofo da di se in particolare nel “poema lustrale”.

In pratica Empedocle aveva la fama di essere un potente mago tanto che la tradizione afferma che con l’aiuto della magia aveva fermato i venti e richiamato in vita una donna che non respirava più.

Sembra che affluissero da lui folle in cerca della sapienza occulta o di guarigioni magiche.

In breve ci troviamo di fronte a un perfetto esempio del rapporto tra filosofia e magia discipline che erano presenti entrambe nella figura di Empedocle.

Dodds afferma che Empedocle era un classico esempio di sciamano greco.

Innegabilmente Empedocle è rimasto agli occhi dei posteri un eccezionale rappresentante della perfetta fusione di magia e filosofia, un’immagine di filosofo-mago in grado di compiere gesta davvero straordinarie.

A tale riguardo molto importante è la testimonianza di Diogene Laerzio che afferma nelle sue “vite dei filosofi” che Empedocle aveva la fama di essere un mago in grado di impedire ai venti di danneggiare i raccolti.

Ma al di là delle leggende più o meno fantasiose sono le sue stesse opere a testimoniare la caratterizzazione magica della prospettiva filosofica di Empedocle.

In particolare “il poema lustrale” presenta chiare prove della visione magica della filosofia presente nel pensiero di Empedocle.

Per dirla in altro modo nella sua filosofia Empedocle sembra voler fondere approccio scientifico e sapienza magica assumendo il ruolo di vero e proprio sciamano.

Difatti Empedocle deve essere considerato molto vicino alla tradizione pitagorica.

A quei tempi fortemente influente nelle terre della Magna Grecia.

Di conseguenza agli occhi di Empedocle filosofia e magia conoscere ed agire erano davvero due momenti di una stessa ricerca.

Infatti conoscere era innanzitutto per lui uno strumento utile o piuttosto necessario alla liberazione dell’anima per renderla finalmente indipendente dal corpo.

Non solo nel “poema lustrale” ma anche nel “poema fisico” Empedocle dimostra di essere un classico esempio nell’antica Grecia di mago-filosofo.

Tutto il “poema fisico” si propone come medicamento contro i mali e anche come un manuale di magia se nel finale di tale opera si allude a un seguito costituito da precetti che avrebbero insegnato al lettore a compiere vere e proprie azioni magiche come calmare la forza degli incessanti venti e riportare su dall’ade il vigore di un uomo ormai finito.

Ma poiché questi magici insegnamenti sono rimasti soltanto una promessa nel “poema fisico” è necessario guardare anche alla cosmogonia di Empedocle per meglio comprendere come egli fosse un esempio di filosofo mago e di sciamano greco.

Per Empedocle il cosmo è costituito da quattro elementi eterni (fuoco, aria, terra e acqua) che si combinano e si separano secondo cicli alterni in virtù dell’azione di due forze originarie veri principi di tutto: Amore e Odio.

In questo susseguirsi di cicli nascita e morte sono soltanto l’effetto di un’alternanza.

Di conseguenza se per Empedocle il principio non è rigorosamente unitario poiché contiene in sé la molteplicità nessuna separazione può essere però definitiva e irreparabile poiché nessun elemento può definitivamente separarsi dagli altri.

Con la teoria di un processo cosmico universale e ciclico in cui gli elementi in sé immutabili non sono in sé stessi né uniti  né separati Empedocle esprime il concetto di una materia originaria in sé stessa né separata né unificata.

Infatti tale materia originaria si unifica e si separa solo per l’azione di due forze agenti ovvero l’Amore e l’Odio.

Ecco il punto: in Empedocle Amore e Odio sono forze agenti che danno vita agli elementi.

Troviamo in Empedocle un altro elemento fondamentale di ogni vera prospettiva magica poiché nel pensiero del filosofo greco ogni cosa pensa e ha conoscenza.

Come tutti sanno in ogni prospettiva autenticamente magica il mondo è tutto vivente e animato: in ogni cosa pulsano forze di aggregazione e disgregazione delle quali si deve tenere conto.

Per dirla in altro modo nella visione magica del mondo ogni cosa ha pensiero.

Secondo Empedocle i pensieri sono soltanto effluvi che circolano nel sangue e con il sangue, materia pensante che si muove e tutto muove e che proprio per questo può passare da un corpo all’altro.

Riallacciandosi alla dottrina pitagorica della metempsicosi egli sostiene che ogni esistenza è destinata ad attraversare diverse forme.

Appare quindi evidente che la dottrina della metempsicosi assuma una grande importanza nella filosofia di Empedocle.

Ma in questa forma di globale metempsicosi esiste agli occhi di Empedocle una sorta di gerarchia poiché alcune esistenze sono più vicine alla divinità.

E tra le vite più vicine a quella divina vi sono quelle dei veggenti dei poeti e dei medici.

Come medico veggente e mago Empedocle non esita di conseguenza ad esaltare sé stesso.

Forte della sua teoria degli elementi e di quella della metempsicosi Empedocle era convinto di poter liberare gli uomini dalla paura della morte.

Infatti Empedocle affermava che se l’esperienza diceva che in verità si nasceva e si moriva il saggio sapeva che nascita e morte sono solamente un’alternanza ciclica di unione e separazione degli elementi.

Un’altra dottrina significativa di Empedocle era la convinzione che in origine tutti vivevano in una età dell’oro nella quale non esisteva la guerra né altre cose negative di qualsiasi tipo.

Empedocle guardava a quella età dell’oro come a un modello da imitare e ricordare incessantemente.

Di conseguenza il filosofo greco non praticava soltanto una dieta rigorosamente vegetariana ma era fautore di un radicale pacifismo “ante litteram”.

Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che per Empedocle solo l’autentico filosofo era in grado di assecondare l’ordine universale poiché egli non violentava i moti della dinamica originaria ma in quella dinamica si inseriva.

Per Empedocle il vero filosofo vedeva indietro e avanti nel tempo in lungo e in largo nello spazio e conosceva i nessi universali e il ritmo dell’universo.

Per tale ragione Doods ha definito Empedocle un filosofo mago ed uno sciamano greco.

Prof. Giovanni Pellegrino

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