Iniezioni di acido ialuronico e botulino. Per correggere le imperfezioni, migliorare le forme alzare un po’ la punta. Senza bisturi, cicatrici e convalescenza. Questo mio maledetto naso che mi precede di un quarto d’ora ovunque», si lamentava Cyrano de Bergerac attraverso la penna di Edmond Rostand. Ma (e scusateci la licenza), oggi il protagonista potrebbe pensare a diversi correttivi estetici disponibili per correggere i nasi di (troppo) “carattere”. Perché alla rinoplastica, che rimane l’intervento d’elezione per gli inestetismi più pronunciati e per le problematiche funzionali, si può sostituire il più soft rinofiller, capace di correggere le lievi disarmonie del profilo.
«Si iniettano piccole quantità di filler di acido ialuronico di media o alta densità, secondo le imperfezioni da correggere, e in punti particolari: alla radice del naso, ad esempio, per attenuare un’eventuale gobba, oppure sul dorso se il naso è a sella, ovvero se presenta schiacciamenti o vuoti da riempire, anche lasciati da un precedente intervento di rinoplastica non perfettamente riuscito», spiega Maria Albini, direttrice della Scuola di formazione Icamp. Se si desidera anche rialzare un po’ la punta, per aumentarne la proiezione, le opzioni sono due. «Si può iniettare anche alla base del naso dell’acido ialuronico oppure pochissime unità di tossina botulinica, che provoca un rilasciamento del muscolo depressore della punta del naso e il suo conseguente rialzamento.
Rinofiller: la chirurgia del naso diventa “soft”
Sono circa 27 mila gli italiani che hanno scelto di correggere il proprio naso con una rinoplastica. Ma se il bisturi resta l’intervento di elezione per gli inestetismi più pronunciati, oggi esiste un’alternativa soft: il rinofiller, che permette di intervenire su piccole disarmonie del profilo senza ricorrere alla chirurgia.
A favore del rinofiller gioca l’agevolezza del trattamento: nessun punto di sutura o tamponi da indossare o convalescenza da sostenere; effetto istantaneo (o dopo massimo 3-4 giorni se si usa anche il botulino) e possibilità di correggere più difetti anche gradualmente, con un’altra seduta, così da valutare il risultato con un buon margine di tempo a disposizione. Altro vantaggio: l’immediata ripresa delle proprie attività, con il solo accorgimento di evitare nelle ore successive al trattamento l’uso di occhiali, l’esposizione ai raggi Uva, a saune e docce troppo calde. «Se correttamente eseguito, il rinofiller comporta solo leggeri e transitorie reazioni individuali: lievi gonfiori (circa 50% dei casi) o piccoli ematomi (intorno al 10%), che si riassorbono rispettivamente nel giro di qualche ora e di 4-5 giorni », dice Albini.
Ma resta il fatto che potrebbe non essere ben eseguito, e per questo bisogna sempre rivolgersi a uno specialista preparato, capace di evitare un rischio connesso al rinofiller: la necrosi dei tessuti. «Il naso è particolarmente vascolarizzato e se con l’ago si colpisce per errore un vaso o si crea un’ostruzione nei tessuti per un’infiltrazione magari scorretta, c’è il rischio di necrosi, che si manifesta entro poche ore. Per arrestare il processo deve essere eseguita d’urgenza un’iniezione di ialuronidasi, che scioglie l’acido ialuronico iniettato. Per prevenire possibili reazioni avverse, bisogna poi evitare tassativamente di utilizzare materiali non riassorbibili, che espongono al rischio di granulomi e infiammazioni », conclude Albini.
È comunque vero che questa tecnica consente di eliminare solo i piccoli difetti del profilo e non permette di modificare la struttura del naso. «Non risolve, per esempio, i problemi di un naso aquilino o di un setto nasale deviato. Il medico deve informare la persona sui limiti del trattamento, per non creare false aspettative», dice Sito. E, ancor più importante, è che il paziente sia informato del fatto che il rinofiller ha una durata temporanea (8-10 mesi l’acido ialuronico; 4-6 mesi circa il botulino), poi va ripetuto.
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