PARLIAMO DEL PENSIERO!

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Se in questo momento vi ponessi la domanda: “Che cos’è il pensiero? Quali sono le sue caratteristiche?”, probabilmente la risposta più intuitiva partirebbe dalla distinzione tra due macro categorie: le emozioni e la razionalità. In quest’ottica il pensiero rappresenterebbe il polo razionale insito in ognuno di noi che permetterebbe di concretizzare sotto forma di struttura logica e razionale le cause scatenanti una possibile attivazione emotiva.

Il neuroscienziato Antonio Damasio, che ha dedicato la maggior parte della sua attività di ricerca allo studio di queste tematiche, ha criticato la visi one dicotomica tra pensiero ed emozioni descrivendo il risultato dei suoi studi nel libro “L’errore di Cartesio”. Damasio ha proposto una nuova teoria, che prende il nome di “teoria del marcatore somatico”, in cui descrive come un danno al sistema delle emozioni possa anch’esso dare origine a comportamento irrazionale. Secondo questa teoria l’informazione somatica derivante dall’attivazione emotiva verrebbe registrata nel cervello (nella corteccia prefrontale ventromediale, orbitofrontale) per poi essere richiamata nel momento in cui ci si trova di fronte ad una scelta. Questo permetterebbe di ridurre il numero di scelte possibili e agevolare il processo decisionale in relazione ai diversi contesti con cui ci si trova in contatto. In altre parole, l’esperienza emotiva verrebbe immagazzinata in schemi “come se” che verrebbero recuperati nel momento del bisogno: un danno a carico di questo contenitore impedirebbe di sviluppare strategie comportamentali adattive e quindi razionali.

Avendo descritto brevemente il rapporto tra pensiero ed emozioni, ci si potrebbe ora chiedere: “Come si manifesta un pensiero? Che forma ha un pensiero?”. Einstein una volta disse: “Il pensiero è fatto in larga misura di immagini”. Una simile affermazione rifletterebbe quello che è l’aspetto più immaginativo del pensiero, infatti se in questo momento pronunciassi la frase <” Non pensare ad un elefante 

viola!“>,purple-elephant è molto probabile che nella vostra mente si verrebbe a formare un’immagine nitida di un elefante viola! In effetti, se si pensa alla vita di tutti i giorni, un ragionamento del genere non dovrebbe suscitare troppo stupore, in quanto è necessaria una rappresentazione coerente della realtà per poterci interagire: senza una rappresentazione simile sarebbe difficile definire cosa sia la realtà, con tutto ciò che ne comporta.

L’immagine dell’elefante viola, però, non è l’unica che ho suscitato nella vostra mente, c’è qualcosa di più: lasciando da parte gli aspetti emotivi e percettivi associati a quest’immagine (come quel senso di stranezza quasi divertente.. un elefante viola! Ma dai!), ciò che è interessante sottolineare è che nel momento in cui avete letto quella frase avete interpretato un codice linguistico che vi ha portati più o meno simultaneamente a formarvi quell’immagine così strana.

Il tema di cosa sia il linguaggio è qualcosa di molto discusso e tutt’oggi pieno di misteri, nonostante tutto, tramite gli strumenti consoni delle neuroscienze è possibile osservare cosa accade nel cervello nello stesso momento in cui un soggetto è intento a eseguire compiti linguistici. Dagli studi sul linguaggio è emerso che esistono specifiche aree che si attivano durante la comprensione e la produzione di frasi; in particolare, un studio recente (Moro et al., 2014) ha dimostrato che il pensiero non è composto unicamente di immagini, ma anche di linguaggio! Quando si è intenti ad ascoltare parole, il cervello codifica l’informazione acustica in “codice neuronale” che corrisponde all’impronta acustica della parola ascoltata (es: /e·le·fàn·te/). Lo studio ha così dimostrato che l’attività neuronale appena descritta non si manifesta solo durante l’ascolto o la produzione di parole, ma anche mentre si sta leggendo mentalmente un semplice testo! Esiste un vero e proprio “linguaggio interno” che si riflette sull’attività cerebrale di ognuno di noi.

In conclusione, nel momento in cui siete intenti a leggere questo breve testo, nella vostra mente non si sono solamente formate immagini di elefanti o del volto di Einstein, ma si è attivato un dialogo interno suscitato dal susseguirsi delle parole scritte e dalle riflessioni spontanee composte anch’esse sia da immagini che da linguaggio.

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