Cosa è e come agisce la droga dello stupro

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Violenze sessuali: “La droga dello stupro costa meno di un gelato. Ecco come agisce”. A parlare delle cosiddette droghe da stupro dopo gli arresti nel bolognese è la dottoressa Martina Grassi, una delle massime esperte in Italia: “Fenomeno in crescita, abbiamo anche un centro per le vittime”

Una droga che facilita l’assalto sessuale. Una sostanza inodore e insapore, che lascia poche tracce, venduta a costi bassissimi (si parla addirittura di due euro per una dose minima): in poche parole, un’arma pericolosissima nelle mani delle persone sbagliate. La chiamano la droga dello stupro e se ne parla soprattutto dopo che a Bologna quattro persone insospettabili sono state arrestate e una rete di trafficanti è stata smantellata dai Carabinieri.

Un tema quello delle droghe da stupro, di cui si sa davvero troppo poco. Una delle massime esperte in Italia su questa materia è la dottoressa Martina Grassi, docente il Governo degli Stati Uniti e della École Universitaire Internationale, nonchè direttore esecutivo di IRCAV (International Response Center Against Violence), il primo centro specifico di supporto alle vittime di droga da stupro e loro familiari. Le domande da fare sono moltissime e le risposte sorprendono. Chi lo considera un fenomeno recente si sbaglia: negli USA se ne parla da decenni e in Israele esistono dei “bastoncini” per rilevare tracce di droga nei drink.

Cosa sono le droghe da stupro e quali sono le più diffuse?

«Si chiamano droghe da stupro le sostanze che influenzano il comportamento e il giudizio di una persona, che la pongono preda di violenza, stupro o non voluto rapporto sessuale. Quelle più comuni e utilizzate sono GHB (Acido idrossibutirrico, conosciuto anche con il nome di gjuice – salt water) e GBL (Gamma – Butirrolattone), precursore biologico del GHB, è un solvente industriale utilizzato inizialmente per la pulizia di pavimenti e pulizie industriali».

Come reagisce il nostro corpo? Queste sostanze per cosa dovrebbero essere utilizzate?

«Entrambe sono sostanze endogene e quindi già presenti nel nostro corpo: ecco perchè esso le accetta, le fa entrare anche se ovviamente sono state trattate in laboratorio. Comunemente sono usate per la cura di malattie psichiatriche e depressive, ma negli ultimi anni (con tantissimi casi negli USA e recentemente ci sono dati allarmanti anche in Europa) vengono usate per suscitare accondiscendenza e disponibilità da parte delle vittime designate, che bevono una bevanda o un cocktail (versate nei liquidi non si percepiscono) per poi vedere inibilta la capacità di prestare o meno consenso».

Cosa si prova esattamente quando si assumono queste sostanze? Cosa succede alla vittima e come è possibile capire se si sono ingerite senza saperlo?

«Intanto, come già detto se ci vengono versate in un drink, che sia esso alcolico o analcolico, non ce ne accorgiamo perchè insapori e inodori. Subito dopo l’assunzione si sente la cosiddetta “fame d’aria”, ovvero la necessità di respirare più a fondo e quindi trasferirsi da una zona chiusa e affollata come un locale o una discoteca all’esterno. Poi arriva lo stordimento che è solo mentale: in pratica il fisico risponde, è attivo, ma il cervello no. Non è catalessi insomma. E dopo non si ricorda nulla di ciò che è accaduto. La reattività del corpo è inquietante perchè in caso di violenza sessuale (lo abbiamo visto anche in alcuni video di sorveglianza che hanno testimoniato degli episodi violenti) sembra che la vittima sia consenziente anche se non è così. Visto che poi c’è il vuoto di memoria solo segni evidenti di violenza, la biancheria non a posto o qualche altro dettaglio possono far sospettare che sia accaduto qualcosa di grave. E le vittime sono sempre di più. Le tracce di GHB e di GBL si trovano nel sangue con esami entro tre giorni successivi mentre nel capello dopo 30 giorni dalla presunta assunzione. Una cosa che non si dice mai è che se la dose è troppo massiccia può anche essere letale».

L’effetto principale è dunque la perdita della memoria e il non ricordare tutto ciò che è avvenuto nell’arco di tempo in cui la sostanza agisce. Questo arco di tempo è di durata variabile e dipende dalla composizione della sostanza: è il periodo in cui il
soggetto agente agisce perché ha quasi a sua disposizione la vittima che lo segue nei suoi comportamenti perché incapace di reagire e di elaborare i fatti.

«In un eventuale racconto o colloquio con la vittima è di estrema importanza raccogliere l’elemento del vuoto di memoria/non
ricordo –  prosegue Grassi – proprio al fine di collegare la somministrazione di queste sostanze alla situazione esposta. E’ importante porre l’attenzione sul sintomo fame d’aria che è il campanello per il soggetto agente, il quale ha conferma che la sostanza sta facendo effetto; tipica è l’azione di accompagnare la vittima in luogo meno affollato o più isolato, dove vi sia possibilità innanzitutto di ossigenare la vittima poiché le molecole di ossigeno, mescolate alle sostanze fatte assumere, aumentano la recettività e consentono di portare in un tempo ancor più breve la vittima allo stato voluto dal perpetratore».

Effetto “del giorno dopo”

Come ci si sente dopo? «L’assunzione delle sostanze tipicamente usate come droga da stupro comportano il così detto “effetto del giorno dopo”. Questo effetto si presenta molto simile a quello dato da ubriacatura o abuso di alcol, per questo è importante valutare il quadro sintomatologico in maniera completa. Anche una sola somministrazione può generare stanchezza, indolenzimento muscolare, mal di testa al risveglio, naso che cola, secchezza alla fauci, sensazione di aver vissuto qualcosa ma di non ricordare bene, con riferimento anche a rapporti o approcci sessuali».

Ci parla della diffusione della droga dello stupro? Che differenza c’è fra i Paesi del mondo nel trattare il problema?

«Il fenomeno di somministrazione di queste sostanze sta avendo un incremento notevole anche in Italia. Questo andamento è facilitato dalla semplicità di reperimento delle sostanze, anche tramite canali legali, e dal basso costo in canali illegali. Negli Stati Uniti esiste un Dipartimento di Stato che da oltre trent’anni si occupa di questo argomento, si occupa di studiare che cos’è il fenomeno, dati, statistiche, raccolte… si occupa di formare varie professioni, si occupa di capire che cos’è. E quindi proprio la strutturazione, il modello capofila Stati Uniti – con tutte le criticità che chiaramente non possiamo copiare e incollare all’ordinamento giuridico o all’operatività medico-sanitaria italiana, saranno il nostro faro.
La Francia negli ultimi dieci anni chiama le discoteche boite, cioè scatole, proprio perché normalmente si somministrano alcolici e non alcolici chiusi, proprio come se avessimo il bicchiere con il coperchio sopra e di conseguenza nessuno può, o comunque si riduce molto il rischio, di somministrare qualcosa ad un’altra persona. Israele, un altro Stato, un’altra localizzazione geografica, ha creato un bastoncino che rileva se la nostra bibita o nel nostro drink c’è la droga dello stupro.
Sulla droga dello stupro si sono mosse anche le Nazioni Unite, tramite l’Ufficio sulla droga e il crimine delle Nazioni Unite (UNODC). Nel 2011 viene lanciato un allarme che parla di droga dello stupro con tutta una serie di linee guida che poi ovviamente a cascata devono essere recepite e fatte proprie secondo i sistemi degli Stati.
Le Nazioni Unite forniscono una definizione tecnica di droga dello stupro; a tal proposito si considerano l’etanolo, droghe o qualsiasi altra tipologia di sostanze che possono intossicare la vittima, ovviamente modificare o non rendere la possibilità del proprio consenso, etc.. È chiaro che questa definizione per l’Italia, soprattutto dove viene messo al primo posto l’etanolo potrebbe un po’ stridere se ragionassimo sul fatto che l’etanolo, comunque il vino è parte della nostra cultura, della nostra antropologia culturale. In Italia, Ecole Universitaire Internationale ha meglio studiato delle definizioni più specifiche di droga dello stupro che, poi possono essere chiaramente applicate a livello europeo, specificando che effettivamente se noi pensiamo all’alcol, diventa difficile pensar che l’alcol possa cancellare completamente la nostra memoria come invece può accadere con peculiari sostanze chimiche».

E c’entra anche il mercato della pornografia…giusto?

«Esatto. Oltre allo stupro in se è diffusa la somministrazione di queste sostanze per la creazione, e la conseguente vendita, di materiale pornografico, diffuso non solo in Italia ma anche all’estero, al fine di ricavare elevati e facili proventi. Fenomeno in diffusione, collegato all’induzione alla prostituzione, è che il soggetto al quale è stata somministrata la sostanza viene “venduto” dal somministratore a una o più persone, che ne abusano sessualmente».

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1 commento

  1. C’è da dire che essendo il GHB un sale di sodio e stante i suoi effetti dovuti anche allo squilibrio che si crea immettendo nell’organismo tale sale, è possibile contrastarne gli effetti con un integratore di magnesio e potassio, da prendere prima o al momento che si hanno degli effetti. Tale azione equilibrando i valori di sodio, magnesio e potassio ne può mitigare o eliminare gli effetti della droga.

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