Cannabis e cocaina, boom a Bologna. Lo svelano le fogne. I dati del Dipartimento per le politiche antidroga raccontano di un consumo di stupefacenti a livello nazionale sempre più alto. Tanto che il mercato sommerso vale come una rata del Pnrr. E Bologna è in cima alla classifica dei consumi per molte delle sostanze analizzate
È un quadro sostanzialmente preoccupante quello immortalato dalla relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia redatto dal Dipartimento per le politiche antidroga. I dati sul consumo – relativi al 2022 – sono in aumento per molti tipi di sostanze stupefacenti e la fascia di età che per consumo è cresciuta di più è quella compresa tra i 15 e i 19 anni di età. La spesa stimata dall’Istat per l’acquisto di stupefacenti è, in totale, di 15,5 miliardi di euro. In pratica, una piccola legge di bilancio, o una rata del Pnrr.
La ricerca
La relazione del Dipartimento per le politiche antidroga è la fotografia sulle dipendenze prevista dal testo unico sugli stupefacenti (DPR 309/90). Presentata annualmente al Parlamento, ha lo scopo «di inquadrare il fenomeno nel modo più aderente alla realtà, anche al fine di orientare gli interventi pubblici nel settore», basandosi su una lettura integrata delle informazioni derivanti dalle molte fonti ufficiali che si occupano di stupefacenti.
Come detto, i dati sono relativi all’anno 2022; dal prossimo anno, come scrive nell’introduzione alla relazione Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche antidroga, il metodo di ricerca sarà innovato, e si avvarrà di «periodici incontri fra rappresentanti delle comunità, dei SerD, dei funzionari dedicati delle Regioni, di medici e professionisti – dai tossicologi agli psichiatri – a vario titolo impegnati nel settore», al fine di «rendere l’aggiornamento più puntuale».
«Il metodo di lavoro prima descritto punta a introdurre una serie di miglioramenti – continua Mantovano –, prima fra tutti la formalizzazione dell’ampliamento delle competenze del Dipartimento, e l’istituzione di un Osservatorio per le dipendenze patologiche, da sostanze e comportamentali. Non esiste soltanto la dipendenza dalla droga, ma tutte le forme di dipendenza hanno una base comune: indeboliscono e privano della libertà».
Il quadro nazionale
I dati della relazione del 2023, relativi al 2022, riportano di un consumo di stupefacenti a livello nazionale sempre più alto, anche tra i più giovani. La fascia 15-19 anni rappresenta il 27,9% dei consumatori totali, con un aumento definito «preoccupante» di oltre il 9% rispetto al 2021.
La sostanza più utilizzata è quella dei cannabinoidi con un +6% nella fascia 15-19. I ragazzi e le ragazze di questa età consumano, in media, più cocaina (+0,4% del consumo totale), più stimolanti (+1,1%) e più allucinogeni (+0,7%) della macro-fascia 18-64. I dati che più stupiscono riguardano gli psicofarmaci e le Nps, ovvero le nuove sostanze psicoattive. Per quanto riguarda gli psicofarmaci, la fascia 15-19 si attesta al 10,8% del consumo totale, quasi raddoppiando i consumi del 2021 (6,6%).
In generale, nel 2022 le operazioni antidroga svolte dalle forze di polizia su territorio nazionale e in acque internazionali limitrofe sono state 19.198, facendo registrare un 10% in meno rispetto al 2021. Le operazioni antidroga sono state svolte in larga parte nel nord Italia (43%), poi nel sud e nelle isole (31%) e infine nel centro Italia (26%). La regione che ha visto più operazioni è il Lazio (17,2%) seguito dalla Lombardia (16,8%). In Emilia-Romagna sono state svolte poco più di 1.200 operazioni, equivalenti al 6,6% del totale.
Le sostanze
Tutti gli indicatori esaminati descrivono i prodotti della cannabis come le sostanze stupefacenti più utilizzate in Italia. La cannabis e i suoi derivati sono state oggetto di oltre 9mila operazioni di polizia, che rappresentano circa la metà delle operazioni totali. Nel 2022 sono state sequestrate 47 tonnellate di cannabis e derivati, la maggior parte rinvenute in abitazioni private, in auto e sulle persone.
La concentrazione del principio attivo è in crescita, il prezzo al dettaglio rimane stabile per la marijuana e in diminuzione per l’hashish (8-11 euro al grammo per la marijuana, 10-13 euro per l’hashish). Il volume di affari stimato è superiore ai 6 miliardi all’anno.
Tra le sostanze canoniche, la cocaina è una delle sostanze che maggiormente continua a diffondersi, con un arrivo costante via mare dai Paesi sudamericani. Il 77% dei sequestri di cocaina nel 2022, infatti, è avvenuto nelle aree doganali marittime. Ma se nel 2018 il totale di cocaina sequestrata era stato di 3,5 tonnellate, nel 2022 è stato di oltre 26 tonnellate. La concentrazione di principio attivo è stabile (circa il 70%), così come il costo medio (83 euro al grammo).
La grande popolarità della cocaina la rende assoluta protagonista del mercato del narcotraffico: da sola, produce un volume di affari pari a 5 miliardi di euro l’anno, cioè poco meno di un terzo di tutto il mercato nazionale. La sua diffusione è testimoniata anche da altri dati, come l’analisi delle acque reflue, le segnalazioni per possesso, traffico e detenzione, oltre che agli ingressi nei SerD, negli ospedali e in altre strutture sociosanitarie riferiti all’utilizzo di cocaina.
I dati su eroina e oppiacei sono di più difficile lettura. L’aggregazione dovuta alla loro origine comune (l’oppio, appunto) fornisce un quadro controverso: se i livelli del mercato sono stabili (così come i quantitativi di sostanza sequestrata, la quantità di principio attivo e il prezzo medio), il dato relativo al consumo indica invece una netta inversione di tendenza.
L’utilizzo tra gli studenti è cresciuto, tornando ai livelli pre-pandemici (25mila persone hanno riferito l’utilizzo di oppiacei nel 2022), ma quello della fascia 18-84 anni è triplicato rispetto al 2017. Questo è probabilmente dovuto alla maggiore disponibilità di farmaci a base oppiacea: infatti, i maggiori incrementi si sono registrati tra la popolazione femminile fra i 55 e i 74 anni.
Rimane però certo un aspetto, e cioè che l’eroina è sicuramente la droga con più impatto a livello sanitario: oltre ad essere la «principale sostanza di consumo tra gli utenti in trattamento ai servizi pubblici per le dipendenze», quella relativa agli oppiacei è anche «la categoria di sostanze responsabili del 50% dei decessi per overdose registrati in Italia». Preoccupa il prezzo, che continua a scendere: per un grammo di brown si spendono in media tra i 37 e i 45 euro, mentre per la bianca siamo tra i 48 e i 59 euro al grammo.
Nuove sostanze psicoattive (Nps)
L’ultima categoria individuata dal rapporto è quella, già citata, nelle nuove sostanze psicoattive (Nps), con la quale si indicano sostanze sintetiche come la ketamina, o alternative a quelle più canoniche come i cannabinoidi sintetici e gli oppioidi sintetici. Sebbene il fenomeno sia ancora contenuto, a preoccupare è la sua «dinamicità e volatilità, con sostanze che emergono e scompaiono rapidamente», e sono «potenzialmente molto dannose e difficili da individuare, con importanti conseguenze per la salute pubblica».
Infatti, l’aumento del consumo del 2,8% rispetto all’anno precedente (5,8% nel 2022, 3% nel 2021) è dato soprattutto dalla facilità di acquisto nel mercato virtuale. Questo perché, a volte, le Nps risultano “non illegali”, e cioè appaiono sul mercato prima che lo Snap (Sistema nazionale di allerta precoce) le inserisca nella lista delle sostanze proibite. Nel 2022, lo Snap ha segnalato all’agenzia europea che si occupa di droghe (European monitoring center for drug and drug addiction) ben 76 nuove sostanze, di cui 29 apparse per la prima volta in Italia.
Cannabis, cocaina e ketamina a Bologna tra le più alte concentrazioni in Italia
Bologna è tra le città italiane con la più alta concentrazione di THC – principio attivo della cannabis e dei suoi derivati – nelle acque reflue (dosi al giorno per ogni mille abitanti). Livelli alti sono stati registrati anche per la cocaina (20 dosi al giorno ogni mille abitanti), ben oltre la media che oscilla tra le nove e le dodici dosi. La città turrita si distingue anche nella classifica dei consumi di ketamina: dopo il piccolo comune di Merano (40mila abitanti), il capoluogo emiliano è primo per dosi giornaliere ogni mille abitanti (circa 20, in una media nazionale di circa cinque dosi).
I numeri nella nostra Regione
L’Emilia-Romagna, confrontata con le altre grandi regioni italiane, è tra quelle con meno chili di droga sequestrati nel 2022: 247 chili di cocaina, 21 di eroina, 667 di hashish e 1.727 di marijuana, per un totale di oltre 2.600 chili. In Lombardia, ad esempio, sono stati sequestrati oltre gli 8.800 chili di droga; nel Lazio oltre 9mila, in Sardegna più 15mila, in Calabria oltre 19mila (questi ultimi due dati, però, risentono della posizione geografica: è facile immaginare come la maggior parte dei sequestri sia avvenuto per le sostanze che stavano entrando in Italia via mare).
Il dato più positivo è quello relativo ai servizi sociosanitari per le dipendenze. L’Emilia-Romagna è prima in molte delle classifiche relative ai servizi offerti: per la fascia d’età 15-64, la proporzione è di 1,2 servizi per ogni 100mila abitanti, il tasso più alto se si esclude la provincia autonoma di Bolzano. Si spiegano anche così i numeri relativi agli accessi in pronto soccorso: anche qui il risultato dell’Emilia-Romagna è molto alto, con circa 25 accessi ogni 100mila abitanti per patologie direttamente correlate alla droga rispetto ai 14 della media nazionale.
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