Tavolini, niente banchi né voti, mini-fattoria sul tetto: è la “Scuola possibile” di Torino
A settembre si partirà con una o due prime, con massimo 18 alunni ciascuna. Ci saranno momenti in cui i due gruppi saranno divisi, e altri in comune. Anche gli spazi sono particolari, non solo per l’assenza di banchi: nei 600 metri quadrati messi del BasicVillage di corso Verona ci sono computer storici in vetrina, un vecchio videogioco, statue di bambini e poco altro. Laura Milani spiega: «Abbiamo a disposizione materiali che non vengono utilizzati dal Village: gli alunni sceglieranno con quali arredare gli spazi. Ma la scuola sarà dappertutto, sia dentro sia fuori». La retta costerà 7-8 mila euro, ma i creatori della “Scuola possibile” assicurano che i corsi saranno aperti a tutti: «Non vogliamo creare un istituto per benestanti, perché uno dei valori che vogliamo trasmettere è l’eterogeneità », evidenzia Boglione. Milani aggiunge: «Abbiamo un budget per le borse di studio». Come verranno selezionati i primi alunni? «Sia in base alla debolezza economica che alle caratteristiche dei bambini».
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